Energie rinnovabili: gli orientamenti di “Destinazione Italia”

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La Camera dei Deputati fa il punto sulle principali fonti energetiche del Paese, indicando risultati raggiunti e attesi all’indomani della conversione in legge del Destinazione Italia


La Camera dei Deputati, a seguito della conversione in legge del D.L. 145/2013, c.d. Destinazione Italia (convertito in legge 9/2014) ha fatto il punto sulle misure in materia di sviluppo sostenibile delle energie rinnovabili in linea con gli obiettivi di produzione rinnovabile europei (‘20-20-20′) in un dossier del 25 febbraio.

Energie rinnovabili

La Camera riporta gli orientamenti in materia di politiche energetiche, sottolineando come l’obiettivo sia soprattutto quello di contenere la spesa in bolletta che grava su imprese e famiglie, allineando il livello degli incentivi ai valori europei e spingendo lo sviluppo dell’energia rinnovabile termica, che ha un buon potenziale di crescita e costi specifici inferiori a quella elettrica.
L’articolo 1 (commi 3-6) del Destinazione Italia si propone ai produttori di energia elettrica da fonti rinnovabili titolari di impianti che beneficiano di incentivi un’alternativa tra continuare a godere del regime incentivante spettante per il periodo di diritto residuo oppure optare per la fruizione di un incentivo ridotto a fronte di una proroga del periodo di incentivazione. In tal modo si cerca di ridurre il peso della componente A3 sulle bollette dei prossimi anni, senza effetti retroattivi sui contratti già stipulati.
In Italia, ci si propone di raggiungere il 19-20% dei consumi finali lordi (rispetto all’obiettivo europeo del 17%), pari a 23-24 Mtep di energia finale l’anno. Questo consentirà una riduzione di emissioni fino a 50 milioni di tonnellate di CO2.

Rinnovabili elettriche

Ulteriori considerazioni riguardano poi le Rinnovabili elettriche: l’obiettivo è di sviluppare le rinnovabili fino al 35-38% dei consumi finali al 2020, pari a circa 120-130 TWh/anno o 10-11 Mtep. Con tale contributo, la produzione rinnovabile diventerà la prima componente del mix di generazione elettrica in Italia, al pari del gas: la crescita dei volumi di energia rinnovabile andrà di pari passo con incentivi progressivamente ridotti e commisurati al costo (decrescente) della tecnologia e in linea con altri paesi leader in Europa
Nel settore elettrico, si legge, l’obiettivo 20-20-20 è stato già praticamente raggiunto, con quasi 8 anni di anticipo: 93 TWh prodotti nel 2012 rispetto ad un obiettivo 2020 di 100 TWh. Questo è dovuto ad una forte crescita delle installazioni negli ultimi anni, in particolare degli impianti fotovoltaici: dal 2010 l’Italia ha incrementato la capacità installata di circa 13 GW, raggiungendo quasi 17 GW complessivi (nel mondo siamo secondi solo alla Germania. Quanto ai finanziamenti di settore, il dossier segnala che dalla metà dell’anno in corso, sono peraltro esauriti i fondi del Quinto Conto Energia per l’incentivazione del fotovoltaico, in quanto è stata raggiunta la soglia dei 6,7 miliardi di euro.

Rinnovabili termiche

Per quanto riguarda le Rinnovabili termiche l’obiettivo è quello di sviluppare la produzione di rinnovabili fino al 20% dei consumi finali al 2020 (dal 17% dell’obiettivo 20-20-20), pari a circa 11 Mtep/anno: per far questo sarà necessario sostituire una parte degli impianti esistenti alimentati a combustibili convenzionali, con nuove installazioni, e sviluppare obblighi di integrazione delle rinnovabili nell’edilizia, anche attraverso l’attivazione di un Fondo di garanzia, e la costituzione di un sistema statistico, con la diffusione di sistemi di misura e contabilizzazione del calore.
Le fonti rinnovabili termiche sono state piuttosto trascurate dalle politiche energetiche del Paese e dalla regolazione; nonostante ciò, hanno visto uno sviluppo spontaneo importante. I consumi termici rappresentano la quota più importante dei nostri consumi energetici, sia nei settori civili che industriali (circa il 45% dei consumi finali complessivi). Rispetto alle rinnovabili elettriche, quelle termiche risultano in generale più efficienti e meno costose per il raggiungimento degli obiettivi europei (in termini di costo per tonnellata di CO2 evitata o di costo per KWh di energia finale prodotta), e comportano benefici significativi di risparmio combustibile per il consumatore finale (ad esempio attraverso il riscaldamento a biomassa), e per il Paese nel suo complesso (riduzione import di combustibili fossili). La Camera ricorda che per lo stimolo delle rinnovabili termiche di piccola taglia (destinato prevalentemente al settore civile), è stato recentemente varato un decreto ministeriale che incentiva direttamente l’installazione di impianti dedicati, il cosiddetto “Conto Termico” (DM 28 dicembre 2012).
Settore trasporti
Per quanto riguarda infine, il settore trasporti, la strategia energetica nazionale conferma l’obiettivo europeo al 2020 di un contributo da biocarburanti pari a circa il 10% dei consumi, ovvero circa 2,5 Mtep/anno. L’obiettivo sottolineato dalla Camera è quello di adottare i biocarburanti di seconda generazione, preservando tuttavia gli investimenti già effettuati sulla produzione di biocarburanti di prima generazione. L’impatto stimato al 2020 potrebbe ammontare a circa 1 miliardo di euro l’anno.

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Redazione InSic

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