Tecnostress: sfide e rischi dell’innovazione tecnologica

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Un nuovo appuntamento con la rubrica BIL (Benessere Interno Lordo), la rubrica della rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro che analizza le principali tematiche collegate al tema del wellness aziendale.
Silvia Vescuso, direttore dell’Istituto Informa ha intervistato per la Rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro, Sara Stabile, chimico e Ricercatore c/o il Dipartimento di Medicina, Epidemiologia, Igiene del Lavoro ed Ambientale dell’INAIL, sul fenomeno del “tecnostress”. La ricercatrice ci racconta dei dati che ha raccolto e dei programmi promossi dall’Inali, insieme ad altre istituzioni, per la promozione di progetti innovativi nell’ambito della salute e sicurezza sul lavoro.

Nell’intervista si cerca di definire il “tecnostress” definibile come “uno stato psicologico negativo associato all’uso attuale o futuro delle ICT” e la sua manifestazione: il lavoratore può accusare sintomi da stress a causa di orari e ritmi di lavoro intensi, carico di lavoro eccessivo, crescente complessità dei compiti e delle mansioni, sovraccarico di informazioni, riqualificazione professionale continua, aumento di nuove relazioni e di contatti virtuali, disturbi muscolo scheletrici causati da apparecchiature ergonomicamente inadeguate o da posture forzate, a cui si somma l’esposizione ai campi elettromagnetici, rientranti nella categoria “tradizionale” dei rischi fisici.
E quanto ai soggetti a rischio “non sono identificabili solo in settori specifici (operatori ICT, informatici, di rete, call center), ma sono estese a tutti i lavoratori che utilizzano le ICT in maniera costante, simultanea ed eccessiva”.

L’intervista, che riportiamo integralmente, in formato PDF, si sposta poi sulla possibile collaborazione fra medico e datore di lavoro per il contrasto al fenomeno. Secondo la ricercatrice: “Una collaborazione in tal senso potrebbe potenziare il ruolo di entrambi nelle attività di prevenzione e nella promozione della salute del cittadino/lavoratore, tenendo conto anche del fatto che l’uso delle ICT ha reso sempre meno netti i confini tra vita lavorativa e vita privata”.

E a proposito di formazione adeguata per la prevenzione del fenomeno, Stabile afferma: “Esistono diverse modalità per ridurre l’effetto dello stress legato all’uso della tecnologia quali: literacy facilitation(facilitazione di alfabetizzazione), technical support provision (fornitura di assistenza tecnica), involvement facilitation (facilitazione coinvolgimento) … la sfida è di riuscire a ripensare la formazione, sia in termini di progettazione che di erogazione, in un’ottica di innovazione tecnologica, utilizzando le potenzialità che questa può dare in termini di maggiore coinvolgimento e partecipazione”.



Riferimenti bibliografici:
Tecnostress
sfide e rischi dell’innovazione tecnologica
a cura di Silvia Vescuso- Direttore Istituto Informa, Psicologa del lavoro e delle Organizzazioni
Ambiente&Sicurezza sul Lavoro 12/2015

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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