Rischio biologico in bioraffineria: i risultati di una ricerca INAIL

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Disponibile sul sito INAIL la monografia dal titolo “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici”, uno studio sperimentale multidisciplinare per lo sviluppo di processi biotecnologici a partire da materie prime rinnovabili condotto dal Dipartimento innovazioni tecnologiche e sicurezza degli impianti, prodotti e insediamenti antropici (Dit).
Al centro una bioraffineria e l’analisi dei processi biotecnologici ed i rischi occupazionali specifici in relazione alla biomassa di partenza analizzando due diverse aree di rischio biologico…

La ricerca si inquadra nelle finalità dell’attività di ricerca Inail-Dit “Sviluppo di processo nelle biotecnologie industriali e connessi aspetti di salute e sicurezza” ed è relativa ai risultati del progetto Inail BRIC 2015 “Bioprocessi innovativi per la valorizzazione di rifiuti organici mediante produzione integrata di biogas/bioidrometano e polimeri biodegradabili: sviluppo di processo e connessi aspetti di salute e sicurezza”.

Lo studio si inquadra in un’ottica di ‘bioraffineria’, puntando alla diversificazione dei prodotti ottenibili dalla frazione organica dei rifiuti solidi urbani nonché all’incremento del loro valore economico, prevedendo una modifica sostanziale della digestione anaerobica per la produzione di biogas/bioidrometano e polimeri biodegradabili (bioplastiche).
Anche se i processi biotecnologici sono tendenzialmente ‘dolci’, il loro sviluppo deve includere la valutazione degli aspetti della salute e sicurezza sin dalle fasi iniziali. Nella filiera specifica sono stati studiati i rischi occupazionali che variano in relazione alla biomassa di partenza, ai pretrattameti applicati e alle diverse configurazioni di processo.

Si spiega nell’introduzione che si è partiti dallo studio di un rifiuto organico ricco di microrganismi, tra i quali anche patogeni e/o patogeni opportunisti fonte di biohazard a seguito dell’esposizione del lavoratore a bioaerosol e polveri inalabili aero-disperse
Due le aree di rischio biologico: la prima relativa al rischio occupazionale connesso alla esposizione dei lavoratori ad agenti biologici in ambienti, confinati e non dell’impianto, in cui sia previsto lo stoccaggio e la movimentazione di biomassa da avviare al processo anaerobico od in uscita dallo stesso.
La seconda è relativa alla valorizzazione del fango di digestione che può costituire un veicolo di contaminazione microbica soprattutto se utilizzato come fertilizzante e quindi con un potenziale impatto occupazionale ed ambientale.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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