Protocollo Terra dei Fuochi: i contenuti e le polemiche sugli inceneritori

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Sul sito del Ministero dell’Ambiente compare il Piano d’azione firmato il 19 novembre presso la Prefettura di Caserta, il Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei fuochisottoscritto dalla presidenza del Consiglio dei Ministri e dai Ministeri dell’Ambiente, dell’Interno, dello Sviluppo economico, della Difesa, della salute, della giustizia, dall’autorità politica per la Coesione-ministro per il sud, e dalla Regione Campania. Tre i punti programmatici che vertono su salute, tutela dell’ambiente e del territorio. E, ancora, l’elaborazione di linee guida per prescrizioni anti incendio e verifiche nei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento dei rifiuti.

I tre punti del “Protocollo d’intesa per un’azione urgente nella Terra dei fuochi”
Un piano che si sviluppa in tre ambiti: quello della salute, della tutela ambientale e del presidio del territorio. Sono previste “25 azioni di prevenzione – ha spiegato Il Ministro – e anche misure da far scattare qualora ci dovesse essere un incendio di rifiuti, tutto secondo la logica del chi fa cosa”.
Misure repressive come il daspo ambientale e preventive come le fidejussioni bancarie e assicurative esigibili saranno inserite nel disegno di legge TerraMia che il Ministro presenterà a gennaio, subito dopo l’approvazione della legge di Bilancio.


Il primo punto è quello riguardante la “Tutela della salute della popolazione” e prevede, tra le azioni da mettere in atto: la creazione di una rete informatica per la gestione dei dati e di una banca dati sul sistema di trattamento dei rifiuti.; l’implementazione e messa a sistema del registro regionale dei tumori e delle analisi epidemiologiche; il potenziamento del monitoraggio della qualità dell’aria. Sarà preso come riferimento il progetto Epica che in questi anni è stato avviato e implementato dai medici di base e dai pediatri della Terra dei Fuochi, un sistema di monitoraggio quasi in tempo reale dello stato di salute dei cittadini della zona, geolocalizzato per quartiere.
Il secondo ambito di intervento riguarda, invece, la “Tutela ambientale ed ecosistemica” e prevede nel dettaglio, tra gli ambiti di intervento: il Rafforzamento delle attività di spegnimento dei roghi, interventi di ripristino nella aree protette colpite; il risanamento dei Siti di interesse nazionale; le segnalazioni di danno ambientale o minaccia imminente di danno al di fuori dei Siti di interesse nazionale; un accordo tra Stato e regioni sulla qualità dell’aria nella regione Campania; la rimozione dei rifiuti abbandonati e dei rifiuti combusti; verifiche in fase di rilascio/aggiornamento/ rinnovo delle autorizzazioni.
Il terzo e ultimo ambito di intervento concerne un “Presidio e controllo del territorio per la prevenzione degli incendi di rifiuti”. Le misure lo riguardano sono numerose: azioni di sensibilizzazione e informazione rivolte ai cittadini per il contrasto del fenomeno; azioni concernenti i piani per il coordinamento delle attività di controllo e vigilanza sui siti di stoccaggio di rifiuti sensibili e di prevenzione e contrasto dei roghi di rifiuti; l’impiego di contingenti di rinforzo delle Forze di polizia e rinforzo del contingente di personale delle forze armate nell’operazione Strade sicure; il rafforzamento delle attività di monitoraggio sullo stato dei siti e sulla valutazione del rischio da parte del Corpo nazionale dei Vigili del fuoco; l’aggiornamento del censimento delle aree da indagare e dei siti interessati da abbandono e rogo di rifiuti e messa a sistema degli impianti di gestione dei rifiuti.

Le prescrizioni antincendio
E, ancora, l’elaborazione di linee guida per prescrizioni anti incendio e verifiche nei provvedimenti di autorizzazione alla realizzazione ed esercizio di impianti di trattamento dei rifiuti; il rafforzamento delle attività di monitoraggio sullo stato dei siti e sulla valutazione del rischio da parte del Corpo nazionale dei vigili del fuoco; la realizzazione di una rete di monitoraggio del territorio attraverso postazioni fisse e l’utilizzo di droni e altri velivoli a pilotaggio da remoto; l’implementazione della rete di sicurezza e videosorveglianza attraverso un sistema centrale di controllo permanente; la prevenzione e il controllo nelle aree nazionali protette; l’aggiornamento del portale PROMETEO e applicazioni mobili per il coinvolgimento dei cittadini; il rafforzamento dei presidi territoriali, delle verifiche degli ispettorati del lavoro e della formazione delle polizie locali, con particolare riguardo al tema della contraffazione.

Caso inceneritori
Intanto anche su Regioni.it rimbalza la polemica sul problema degli inceneritori, dove emergono le diversità di vendute fra le diverse anime del Governo.
Secondo il premier Giuseppe Conte: “l contratto di governo “dice che bisogna lavorare perché tutto il Paese si è avviato verso un sistema economico basato sull’economia circolare e verde. Dobbiamo incrementare la raccolta differenziata e lavorare perché ci sia la cultura del rifiuto che si tramuta in materiale riciclabile. Lavoreremo per questo”.
Il Vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Matteo Salvini sembra invece a favore della costruzione di inceneritori anche nelle Regioni che ne sono sprovviste. Mentre il vicepresidente del consiglio, Luigi Di Maio rincara: “oggi parlare di inceneritori è come parlare della cabina telefonica col telefono a gettoni” e sottolinea la necessita’ di puntare sulla raccolta differenziata in Campania: “Dobbiamo investire sulla differenziata – ha detto – perché si creano più posti di lavoro. Con la dfferenziata siamo al 50% e facendo una norma nella legge di bilancio in cui si dice che se produci meno immondizia paghi meno Tari vedrete che in pochi anni possiamo arrivare a percentuali in media Ue. Inoltre – ha concluso – per fare un inceneritore non ci vuole un giorno ma anni e anni. Negli stessi anni facciamo la differenziata e guardiamo al futuro invece di guardare al passato”.
Quanto al ministro dell’Ambiente Costa: “non è polemica, è dialettica per comprendersi, e non lo dico per uscire dalla vicenda. È un fatto concreto”. Bisogna partire però dal fatto che “gli inceneritori sono il contrario della raccolta differenziata. Cioè: più incenerimento meno raccolta differenziata. Se, però, la raccolta differenziata cresce in modo geometrico, che cosa gli dai ”da mangiare agli inceneritori? È un progetto a perdere”. La domanda è: l’inceneritore, per il sistema italiano, serve? La risposta è che non serve incrementarne e lo dimostra il fatto che il Veneto ne ha chiusi due e la Lombardia sta per chiuderne quattro perché la raccolta differenziata sta crescendo”.
I termovalorizzatori, “se gestiti bene e controllati bene, portano più salute ed economia. E quindi sicuramente la Lombardia non torna indietro, anzi l”obiettivo è che anche altre regioni vadano avanti. Non voglio un Paese che torni indietro”, ha ribadito Matteo Salvini a margine di un evento a Milano. “I rifiuti ovunque nel mondo significano ricchezza, energia e acqua calda A Copenaghen inaugureranno inceneritori con pista di sci e una parete di arrampicata mentre altrove solo musei”, ha aggiunto.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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