Terna: sette nuove regole per la sicurezza dell’ambiente

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Trovare la sintesi tra crescita economica e salvaguardia dell’ambiente. Questa è la principale sfida che le imprese dovranno affrontare nei prossimi anni per essere competitive e migliorare la propria performance economica. In un tale contesto di cambiamento e di ridefinizione degli asset di produzione e consumo, si inquadra la nuova strategia aziendale di Terna, presentata il 17 marzo in un Convegno, presso l’Hotel Parco dei Principi a Roma.

Nel dibattito, moderato dalla giornalista Federica de Sanctis (Sky TG24), si sono alternati rappresentanti dell’azienda, leader nella trasmissione dell’energia elettrica, e del mondo delle Istituzioni.
Il Presidente di Terna, Catia Bastioli, ha aperto il confronto ribadendo l’esigenza di un “cambio di paradigma” – a livello mondiale – nelle strategie aziendali di produzione e consumo, di un nuovo modello culturale. La necessità è quella di un cambiamento verso un’economia circolare, attraverso la costruzione di ponti e la creazione di connessioni tra spetti fino ad oggi considerati separati o non compatibili, come la competitività aziendale e la salvaguardia dell’ambiente. Il Presidente Bastioli ha quindi rilevato come da tale esigenza discendano nuove opportunità di crescita nel contesto europeo, oltre che in quello nazionale, in cui Terna – da sempre sensibile all’argomento – si prepara a giocare un ruolo da protagonista.

Questo lo scenario in cui si inserisce la nuova strategia aziendale “Sicurezza integrata Ambiente e Lavoro”, basata su regole in grado di integrare i processi di gestione ambientale e di sicurezza sul lavoro. Come indicato dal Dott. Giuseppe Lasco (Capo Divisione Corporate Affairs di Terna), dall’individuazione dell’Ambiente come nuova risorsa per l’azienda, discendono tutte le “regole” che Terna intende seguire, tra le quali: la necessità di creare una governance ambientale integrata tra Sicurezza sul Lavoro e Sicurezza ambientale, attraverso l’individuazione di nuove figure cui affidare la gestione degli aspetti ambientali; la sensibilizzazione e la formazione del personale sulle tematiche di tutela dell’ambiente, oltre che l’integrazione nel Documento di Valutazione dei Rischi (DVR) aziendale degli aspetti legati all’ambiente, così da garantire un’ottimale attività di prevenzione. Altro focus su cui Terna vuole concentrare il suo impegno riguarda l’aspetto della qualificazione ambientale nella gestione della filiera di fornitura, con l’impegno a selezionare le imprese più virtuose e rispettose dell’ambiente, inserendo tra i requisiti necessari per l’affidamento dei lavori, la certificazione ambientale.
L’Amministratore Delegato di Terna, Matteo Del Fante, ha quindi ribadito che “serve un nuovo patto tra tutti gli attori”, individuando nello Sviluppo Infrastrutturale e nella Difesa dell’Ambiente “le due gambe della crescita industriale del Paese”.

La giornata ha fornito ulteriori interessanti spunti di riflessione con il punto di vista delle Istituzioni.
In primis, il Ministro dell’Ambiente Gian Luca Galletti ha lodato l’iniziativa di Terna, spiegando che le regole che l’azienda ha adottato, dimostrano come l’azienda abbia compreso “quanto il nodo sostenibilità sia strategico nell’attività produttiva e nell’immagine che riesce a dare di sé, chi opera sul mercato e si confronta con l’opinione pubblica”, aggiungendo poi che la classe imprenditoriale deve metabolizzare l’idea che “essere sostenibili non solo è un dovere, ma anche un’opportunità di sviluppo”. Dato, questo, ribadito da un’indagine dell’Istituto Piepoli da cui è emerso che ben il 61% delle aziende intervistate giudica positivo per il proprio sviluppo un innalzamento degli standard ambientali da perseguire; dall’altro, che il 76% delle imprese valuta come una grande opportunità per lo sviluppo mettere l’ambiente al centro dell’economia.
L’On. Piero Fassino (Presidente dell’Associazione Nazionale Comuni Italiani – ANCI) ha focalizzato la sua riflessione sulla necessità di un rilancio delle politiche di investimento/crescita, che siano però accompagnate da una forte interlocuzione con i cittadini, al fine di superare la diffidenza che spesso accompagna le azioni di sviluppo e utilizzando le potenzialità tecnologiche per innalzare al massimo i livelli di sicurezza.
Il Presidente di Legambiente, Vittorio Cogliati Dezza, ha segnalato, poi, la necessità di definire e disegnare un orizzonte verso cui muoversi in campo ambientale, rilevando come sia responsabilità del Governo – in prima istanza – fare delle scelte di politica ambientale per orientare gli investimenti delle aziende. Il Presidente Cogliati Dezza ha ricordato che “c’è un’effervescenza nel Paese, in materia ambientale, che però spesso non arriva alla politica” ed ha auspicato la creazione di “tavoli di lavoro concreti”.
Sulla richiesta di concretezza è intervenuta poi l’On. Simona Bonafè (Membro della Commissione ENVI del Parlamento Europeo) che ha relazionato sulle molte attività messe in campo dalla Commissione. L’On. Bonafè ha rilevato come, oggi, crescita e sostenibilità non vadano di pari passo e la sfida da vincere è più che mai culturale e politica. Due i punti su cui concentrare le risorse: un utilizzo più efficiente delle materie prime e la riduzione della dipendenza energetica del Paese, oltre ad una parallela riduzione dei costi. L’On. Bonafè ha infine ribadito che “l’unica via d’uscita è imparare a collaborare tra europei” e che in questa prospettiva si stanno orientando le attività della Commissione.

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Redazione InSic

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