Stazione AV di Torino Porta Susa: riflessioni sulla progettazione antincendio

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Sulla rivista Antincendio, l’ingegner G. Amaro in un articolo conclusivo termina le proprie riflessioni sulla progettazione antincendio delle stazioni ferroviarie.
Nel primo articolo veniva riportato lo stato dell’arte normativo in materia antincendio del settore: in questo secondo contributo, comparso sul numero di novembre, l’ingegnere descrive, attraverso un esempio di opera realizzata e resa fruibile all’esercizio pubblico, quale la stazione AV di Torino Porta Susa, l’approccio progettuale rendendo evidenti le soluzioni sviluppate sottese alla complessiva strategia riferibile agli aspetti della sicurezza antincendio.
Estrapoliamo un passaggio che riassume la strategia antincendio adottata.

Stazione AV di Torino Porta Susa: la progettazione antincendio in sintesi

Progettare una stazione ferroviaria, nel periodo in cui la stessa e stata pensata, ha rappresentato un grande impegno ed una sfida intellettuale tenendo anche conto che:
• Le stazioni rappresentano una costruzione singolare non usuale.
• All’epoca della sua ideazione e successiva realizzazione, ed ancora oggi, non era e non è in vigore alcuna regola tecnica nazionale che definisca le misure di prevenzione e protezione incendi da garantire.
• Alcune aree del fabbricato di stazione sono destinate ai servizi per i viaggiatori che possono connotarsi, ai fini della assoggettabilità ai controlli di prevenzione incendi, come attività commerciali.
Ne è pertanto scaturita una strategia che ha perseguito pertanto i principi indicati, all’epoca, dall’art. 3 del D.P.R. 577/82; nonché di quelli contenuti nella Direttiva Comunitaria 89/106 CEE che ha quale obiettivo quello di far si che l’opera sia concepita e gestita in modo che in caso d’incendio:
• La capacità portante dell’edificio possa essere garantita per un periodo di tempo determinato.
• La produzione e la propagazione del fuoco e del fumo all’interno delle opere siano limitate.
• La propagazione del fuoco ad opere vicine sia limitata.
• Gli occupanti possano lasciare l’opera od essere soccorsi altrimenti.
• Sia presa in considerazione la sicurezza delle squadre di soccorso.
Principi e obiettivi questi che sono oggi mutati sia nella normativa nazionale sia in quella comunitaria.
Nel dettaglio, la sintesi della strategia è connotata dalle caratteristiche dell’atrio del fabbricato di stazione che costituisce la cerniera fra gli ambiti del complesso edilizio costituendo, sia per le proprie caratteristiche sia per quelle degli spazi allo stesso adiacenti un luogo sicuro dinamico.
Per garantire queste caratteristiche il sistema degli spazi allo stesso prospicienti è stato progettato avendo quale obiettivo quello di far si che qualsiasi evento risultasse contenuto nello stesso ambito in cui si è originato.
Per raggiungere tale finalità si è previsto:
• La predisposizione delle misure di protezione attiva, passiva fisica e non fisica definite nel contesto delle altre peculiarità del fabbricato.
• La compartimentazione con comunicazione a prova di fumo fra il sistema dei parcheggi e il fabbricato viaggiatori; analoga misura è stata prevista per le aree destinate agli impianti ed ai depositi.
• La protezione, di tutti gli spazi destinati ai servizi ai viaggiatori, con impianto di spegnimento automatico sprinkler integrato con un sistema di estrazione meccanica dei prodotti della combustione; a questo si aggiunge un sistema di protezione, sempre con sistema sprinkler a lama, delle vetrine di perimetrazione degli stessi spazi.
• Analogo sistema di protezione attiva è stato previsto in corrispondenza della zona dei binari in cui transitano i convogli; detto sistema di protezione antincendio attivo è altresì integrato con un sistema di evacuazione fumi e calore.
La strategia si connota altresì nella definizione del complessivo sistema delle vie d’esodo verificato con riferimento alle linee guida RFI mutuate dalle norme NFPA 130.
Nel caso specifico, anche per tener conto del contributo dell’esodo da parte delle varie aree del complesso si è definita un approccio all’esodo che prevede, anche in relazione all’area in cui si è originato l’evento, che l’esodo dal fabbricato viaggiatori, attraverso i cavalconi e viceversa sia opportunamente gestito al fine di evitare che si possano verificare situazioni di criticità che coinvolgano gli utenti.
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