Incendio in un compartimento: uno studio sull’andamento della potenza termica

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Su Antincendio viene illustrato uno dei primi passi da compiere in caso di progettazione con metodi della ingegneria della sicurezza antincendi (FSE, Fire Safety Engineering): la determinazione della funzione Rate of Heat Release (RHR) caratterizzante l’incendio di progetto e la conseguente individuazione della curva di incendio naturale temperatura-tempo.

In questo articolo:
Il Codice di prevenzione incendi, strumento “flessibile”
Il Caso di studio presentato sulla rivista Antincendio
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Il Codice di prevenzione incendi, strumento “flessibile”

Il termine che meglio descrive la progettazione della sicurezza antincendio secondo la metodologia del Codice di prevenzione incendi è il sostantivo “flessibilità”. Il Codice è stato sviluppato per potersi adattare alla complessità e molteplicità delle attività sia civili che industriali, restituendo, in entrambi i casi, un livello di rischio residuo accettabile. Per poter essere flessibile, lo strumento di progettazione propone le “soluzioni alternative” che possono essere impiegate per tutte le misure, da S.1 ad S.10, che compongono la strategia di sicurezza antincendi del Codice.
Naturalmente, progettare in accordo ad una soluzione alternativa impone al progettista lo sforzo di dover dimostrare che il collegato livello di sicurezza assicurato dalla “soluzione conforme” sia garantito parimenti dalla soluzione alternativa proposta. L’ultimo aggiornamento della Regola Tecnica Orizzontale (RTO) emanato con D.M. 18 ottobre 2019, ha rafforzato i principi della progettazione della sicurezza antincendi anche attraverso una attenta revisione dei capitoli “Generalità” G.1, “Termini, definizioni e simboli grafici”, G.2 “Progettazione per la sicurezza antincendio” e G.3 “Determinazione dei profili di rischio delle attività”.
Partendo dal presupposto che la progettazione di un’opera, prodotto o macchinario non può essere effettuata senza conoscerne lo scopo, la funzione e le sollecitazioni agenti, nel codice al Capitolo G.2 si richiede, come fase preliminare, di stabilire lo scopo della progettazione e di effettuare la valutazione del rischio incendio per conoscere “i carichi” necessari alla corretta applicazione della metodologia di progettazione del Codice. Solo dopo aver descritto lo scopo dell’attività e aver effettuato la valutazione del rischio, sarà possibile applicare il metodo iterativo di progettazione della sicurezza antincendi offerto dal Codice.

Il Caso di studio presentato sulla rivista Antincendio

Nel case study a cura di Piergiacomo Cancelliere, Raffaele Sabatino, Vincenzo Cascioli, Luca Ponticelli, Emanuele Gissi, riportato sulla rivista Antincendio di marzo 2020 e che è accessibile sul numero aperto online, è stato effettuato lo studio dell’andamento nel tempo della potenza termica RHR(t) che l’incendio rilascia all’interno di un compartimento. Si è individuata la funzione RHR(t) relativa all’incendio che si sviluppa all’interno dell’edificio, seguendo le prescrizioni di cui al par. M.2.6, e si è determinata la quantità di legname bruciata trascorsi 60 minuti. Successivamente, la suddetta curva RHR(t) è stata utilizzata come input di una modellazione CFAST (modello a zone), nella quale si è ipotizzato il compartimento in questione realizzato struttura interamente in CLS. La curva RHR(t) è stata utilizzata ipotizzando una distribuzione spaziale uniforme del carico di incendio.
Si evidenzia che in caso di obiettivo di sicurezza rivolto al mantenimento della capacità portante in caso d’incendio, la tabella M.2-1: “Durata minima degli scenari d’incendio di progetto”, prescrive che la durata minima degli scenari in caso di incendio sia dall’evento iniziatore fino al momento in cui gli effetti dell’incendio sono ritenuti non significativi in termini di variazione temporale delle caratteristiche della sollecitazione e degli spostamenti. Pertanto, nel caso studio affrontato, la durata della modellazione termica è stata condotta fino all’esaurimento del combustibile all’interno del capannone.
Durante le fasi dell’incendio la struttura, deformandosi, modifica i fattori di vista e, inoltre, subiscono una variazione anche i parametri meccanici e termofisici dei materiali. Generalmente questi fattori vengono trascurati, consentendo una modellazione termica disaccoppiata dalla modellazione termomeccanica delle strutture e quindi, per la prima, prescindendo dalla verifica di resistenza al fuoco. Deve essere, pertanto, successivamente verificata la disponibilità strutturale a resistere ai carichi previsti alle temperature cui essa è sottoposta.

Approfondisci sulla rivista Antincendio!

Stima della funzione di rilascio termico del calore RHR(t)
Piergiacomo Cancelliere, Raffaele Sabatino, Vincenzo Cascioli, Luca Ponticelli, Emanuele Gissi
Antincendio n.3/2020

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