Eventi sismici e danni agli impianti antincendio

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I terremoti verificatisi negli ultimi anni sia in Italia che all’estero hanno focalizzato l’attenzione su una problematica spesso rimasta in secondo piano: a seguito di un evento sismico, può accadere che gli edifici risultino inagibili non per danni propriamente strutturali, ma per quelli registrati dai loro componenti non strutturali, anche nei casi in cui le strutture rimangano praticamente integre.

Su Antincendio l’articolo di Roberta Lala, (PhD, e funzionario direttivo del Corpo Nazionale dei Vigili del fuoco presso il Comando Provinciale VV.F. di Lecce) e Marianovella Leone, PhD, ricercatore universitario nel settore Tecnica delle Costruzioni presso il Dipartimento di Ingegneria dell’Innovazione dell’Università del Salento, offre una panoramica delle normative vigenti sul comportamento sismico degli impianti finalizzata a fornire un quadro ampio ai progettisti del settore sulle diverse metodologie di analisi disponibili, in ambito strutturale ed in ambito di sicurezza antincendio, con particolare attenzione agli impianti ad essa dedicati.

Spiegano le autrici che a proposito dei danni sugli impianti antincendio, nell’ambito dei danni arrecati dal sisma agli impianti è necessario distinguere i danni ad impianti e sistemi che svolgono una funzione strategica, per i quali non è ammesso il non funzionamento (life-safety e/o business continuity), dai danni che invece coinvolgono impianti e sistemi potenzialmente pericolosi il cui malfunzionamento può produrre situazioni di rischio per persone, beni e ambiente (incendi, allagamenti, esalazioni, rilasci, ecc). “In alcuni casi, infatti, il danneggiamento delle tubazioni di impianti ha comportato ingenti perdite d’acqua e conseguenti allagamenti, nonché l’interruzione di servizi essenziali, quali la protezione antincendio, oppure fughe di gas con pericolo di incendi ed esplosioni”.
“A titolo di esempio, si evidenzia che a seguito del terremoto del Cile del 2010, circa il 50% degli edifici con impianti antincendio a pioggia ha subito perdite (Miranda et al., 2012). Le cause più frequenti di perdita delle tubazioni sono state la rottura delle testine erogatrici dovuta all’interazione con i sistemi architettonici a soffitto o la rottura delle tubazioni nei punti di giunzione; diversi supporti per tubi hanno subito uno spostamento permanente a causa di un movimento eccessivo del tubo. Inoltre, a seguito dell’ispezione di numerosi edifici dopo il terremoto del Tohoku Pacifico del 2011, si è rilevato che i danni agli impianti antincendio e idraulici rappresentano rispettivamente il 10% e il 27% del costo totale dei danni alle attrezzature dell’edificio. Ben il 42 % dei sistemi di tubazioni danneggiati ha mostrato segni di perdite d’acqua (Mizutani et al. 2012)”.

Nell’articolo si riporta poi l’elenco di categorie ed edifici la cui funzionalità assume rilievo fondamentale per le finalità di protezione civile, tratta dall’Allegato I al DPCM 21/10/2003 e gli impianti ritenuti di interesse per la sicurezza antincendio e le tipologie di danno più ricorrenti.
Due focus poi sulla capacità sismica degli impianti secondo la norme nazionali (con riferimento alle NTC 2018) ed in accordo con le linee guida americane della FEMA P-58, 2012.
Infine, un riferimento alla Guida tecnica del Corpo Nazionale VVF del dicembre 2011 “Linee di indirizzo per la riduzione della vulnerabilità sismica dell’impiantistica antincendio” (DCPREV, 2011).

Riferimenti bibliografici:
La sicurezza sismica degli impianti antincendio
R. Lala, M. LeoneAntincendio n.5/2018

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