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Contratti pubblici: i risultati dell’indagine conoscitiva ANCE

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Si è svolta il 7 settembre u.s. l’audizione dell’ANCE presso le Commissioni congiunte Ambiente della Camera dei Deputati e Lavori Pubblici del Senato, nell’ambito dell’indagine conoscitiva deliberata dalle stesse sullo stato di attuazione e sulle ipotesi di modifica della nuova disciplina in materia di contratti pubblici.
L’Associazione ha espresso le proprie conclusioni sull’andamento delle gare pubbliche anche alla luce del nuovo Codice Appalti, individuando le ragioni della dinamica negativa degli stessi, proponendo le dovute operazioni di correzione. In basso le conclusioni tratte dal sito dell’Ance


Il Vice Presidente delle Opere Pubbliche, Dott. Edoardo Bianchi, che ha guidato la delegazione associativa, unitamente al Direttore Generale, Dott.ssa Patrizia Borinato, ha evidenziato in premessa che il nuovo Codice dei Contratti, in vigore dal 20 aprile scorso, ha introdotto una serie di importanti cambiamenti in un settore decisamente strategico per l’economia.
Nell’esprimere la condivisione per gli obiettivi principali della riforma, ha evidenziato alcune difficoltà di applicazione emerse in questa fase di avvio del nuovo Codice che stanno provocando un forte rallentamento dell’attività da parte degli enti appaltanti.

Secondo il monitoraggio del Centro Studi dell’Ance, infatti, nei primi otto mesi del 2016, si è evidenziata una dinamica negativa dei bandi di gara per lavori pubblici, dopo gli andamenti positivi del biennio 2014-2015. Nel periodo gennaio-agosto 2016, il numero di pubblicazioni si è ridotto dell’8,6% e l’importo posto in gara è diminuito del 14,8% rispetto allo stesso periodo del 2015.
In particolare, il calo maggiore si è registrato successivamente all’entrata in vigore del Codice, con un drastico calo delle pubblicazioni: nel mese di maggio 2016 la flessione ha raggiunto il -28% in numero e -75,2% in valore rispetto allo stesso mese del 2015.
Il rallentamento è proseguito anche nei mesi successivi, sebbene nei mesi di luglio e agosto, si sia assistito a una riduzione dell’intensità della caduta (rispettivamente, -9,6% e +3,8% nel numero e -18,8% e -15,7% nell’importo).
Ha, inoltre, sottolineato la perdurante difficoltà dei Comuni, la cui attività di pubblicazione dei bandi per lavori pubblici si è ridotta, nel periodo maggio-agosto 2016, dell’11% in numero e del 56,7% nell’importo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Il Vice Presidente ha, quindi, evidenziato che l’andamento negativo della domanda di opere pubbliche è confermato anche dai dati Anac, secondo cui nel periodo compreso tra il 19 aprile e il 31 maggio 2016, si è registrata una riduzione del 58% del numero e del 74,2% dell’importo rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. Tale flessione, si è solo lievemente attenuata nel periodo tra il 19 aprile e il 30 giugno, risultando pari al 62% in termini di importo e al 53% in termini di numero.
Ha, altresì, rilevato che queste difficoltà sono state evidenziate da molti osservatori e sono oggetto di grande attenzione anche da parte della Commissione europea. La Commissione, infatti, ha rilevato il permanere di difficoltà di applicazione, evidenziando la necessità di mettere le amministrazioni in condizione di attuare pienamente il Codice e chiedendo al Governo di attuare misure concrete per assicurare la completa attuazione delle regole europee in Italia .

A fronte di questa situazione, l’Ance si è resa disponibile a fornire supporto alle istituzioni e alle stazioni appaltanti per cercare di superare l’attuale fase di stallo. Si tratta di una necessità ancora più evidente alla luce degli ultimi dati diffusi dall’Istat sull’andamento dell’economia nel secondo trimestre 2016 e dell’andamento, sempre più preoccupante, degli investimenti degli enti locali.
Il rischio concreto è che la fase di implementazione del nuovo Codice non consenta di raggiungere gli obiettivi auspicati in termini di rilancio degli investimenti nel 2016.
Il rallentamento dell’attività delle stazioni appaltanti potrebbe essere evitato a fronte di un più forte impegno delle pubbliche amministrazioni per adeguarsi rapidamente al nuovo sistema, tornando così a mettere al più presto in gara le opere, ove ciò sia già possibile. Ad esempio, le procedure di gara fino a 1 milione di euro sono state fortemente semplificate e rappresentano l’84% dei bandi.
Il problema sembra più che altro gestionale e politico, risolvibile attraverso un impulso da parte degli organismi di vigilanza sul settore nonché a quelli di concertazione esistenti (come la Conferenza Stato-Regioni).
Tuttavia, questo impegno rischia di non essere sufficiente, da solo, a far ripartire in tempi brevi un comparto che, notoriamente, svolge un ruolo fondamentale per la ripresa e la tenuta stessa dell’economia e del Paese.

In particolare, alcuni passaggi del Codice andrebbero comunque migliorati, anche prima del varo del decreto correttivo, atteso entro fine anno.
La Cabina di Regia, appena istituita presso la Presidenza del Consiglio, potrà dare un impulso importante in tal senso.

Il Vice Presidente è passato, poi, ad illustrare alcune specifiche proposte di modifica normativa riguardanti, in particolare, le seguenti tematiche:
– qualificazione SOA con riferimento: al periodo di riferimento temporale per comprovare i requisiti SOA; ai criteri reputazionali delle imprese; ai requisiti del direttore tecnico;
– qualificazione per importi sopra i 20 milioni di euro;
– criteri di aggiudicazione;
– subappalto;
– appalti integrati e affidamenti a contraente generale;
– concessioni e Partenariato Pubblico Privato con riferimento al tetto del 30% al contributo pubblico e al closing finanziario entro 12 mesi;
– opere di urbanizzazione a scomputo;
– opere di urbanizzazione e convenzioni urbanistiche ante 19 aprile 2016
– opera pubblica realizzata a spese del privato – Art. 20 del D.lgs. 50/2016.

In allegato le proposte di ANCE

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Redazione InSic

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