Camera dei Deputati

Riforma sistema agenzie ambientali e ISPRA: la Commissione Ambiente sollecita il Governo

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Approvata il 26 luglio scorso all’unanimità dalla Commissione Ambiente della Camera, una Risoluzione a firma di Ermete Realacci che impegna il Governo per la piena applicazione della riforma della Agenzie Ambientali e il potenziamento dell’Ispra anche garantendo risorse adeguate al Sistema nazionale a rete di protezione dell’Ambiente (SNPA).
Il Presidente di Ispra e del Snpa, Stefano Laporta ha commentato la Risoluzione ringraziando il ministro Galletti e il Presidente della Commissione Ambiente, Realacci ed i componenti della Commissione per aver adottato all’unanimità la risoluzione, dimostrando attenzione e sensibilità, anche attraverso un impegno economico, sui temi ambientali e nei confronti del Sistema.

Il contenuto della Risoluzione
Nella Risoluzione viene chiesto al Governo di adottare i provvedimenti organizzativie funzionali necessari per completare la riforma della Agenzie Ambientali alla luce della Legge n.132/2016, e il risanamento dell’Ispra impegnando il governo per la stabilizzazione del personale precario. Infine, si mira a regolamentare l’assegnazione al SNPA dei proventi delle sanzioni previste con la legge sugli #ecoreati

Il ruolo del SNPA

Nella risoluzione diffusa si ricorda che già con legge 28 giugno 2015, n. 132 (istitutiva del Sistema a rete) si è inteso assicurare omogeneità ed efficacia all’esercizio dell’azione conoscitiva e di controllo pubblico della qualità dell’ambiente a supporto delle politiche di sostenibilità ambientale, e di prevenzione sanitaria a tutela della salute pubblica.
L’obiettivo è definire un sistema integrato e coordinato, volto a superare la disomogeneità dei risultati sul territorio, anche attraverso l’introduzione di sostanziali innovazioni organizzative e di funzionamento comprendenti:
• la costruzione di un sistema a rete che consentirà uno scambio di informazioni e di direttive tecniche uniche in tutto il Paese;
• la definizione dei livelli minimi di prestazioni tecniche ambientali che costituiscono standard qualitativi e quantitativi di attività che devono essere garantiti in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale;
• l’organizzazione di una rete nazionale di laboratori accreditati che consentirà di creare dei poli di specializzazione nel Paese; il riconoscimento dell’ufficialità del dato ambientale;
• l’attribuzione di un ruolo di indirizzo e coordinamento all’Ispra che assume funzioni tecniche e scientifiche per una più efficace pianificazione e attuazione delle politiche di sostenibilità ambientale”;
• una seria attività di controllo delle fonti di inquinamento, nonché della qualità dei processi produttivi rappresenta lo strumento indispensabile per una concreta e corretta attuazione della cosiddetta legge sugli ecoreati.

I decreti non ancora adottati per il Sistema nazionale a Rete

A un anno dalla sua approvazione, si evidenziano ritardi e difficoltà nel completamento degli adempimenti normativi prescritti, necessari a consentire la piena attuazione della legge e a garantire all’Ispra l’indispensabile pienezza di mandato, si legge nella Risoluzione che elenca anche gli atti ancora attesi e non adottati dal Governo, fra i quali figura il Regolamento sulle modalità di individuazione e le competenze del personale incaricato degli interventi ispettivi, il codice etico, i criteri generali per lo svolgimento delle attività ispettive e le modalità per la segnalazione di illeciti ambientali.
Ma anche il decreto ministeriale che dovrebbe individuare le funzioni che sono trasferite dagli organismi collegiali già operanti presso il Ministero dell’ambiente: senza quest’ultimo, ISPRA è impossibilitata a procedere al prescritto adeguamento statutario della struttura organizzativa.
Mancante ancora il decreto che avrebbe dovuto individuare le modalità di assegnazione alle agenzie degli introiti conseguenti al rilascio dei pareri sulle domande di autorizzazione ambientale e allo svolgimento dei successivi controlli programmati relativi a impianti e opere sottoposti alle vigenti procedure di valutazione ambientale, nonché alle convalide delle indagini analitiche prodotte dai soggetti tenuti alle procedure di bonifica e di messa in sicurezza di siti inquinati.

Le Regioni ed il mancato coordinamento delle agenzie

Inoltre, si sottolinea che nemmeno le Regioni ha ancora avviato il recepimento (previsto entro il 13 luglio 2017) delle disposizioni dello strumento normativo nazionale attraverso norme regionali di riforma delle agenzie per la protezione dell’ambiente, auspicabilmente armonizzate tra loro. Nè sembra avviato il tavolo di lavoro trilaterale Stato/regioni/sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente che è stato proposto dalle regioni al Ministro competente e che, pur non previsto dalla legge, costituisce un fondamentale momento di raccordo operativo, volto a favorire azioni di integrazione e coordinamento, soprattutto in considerazione della disomogeneità del quadro contrattuale e organizzativo delle diverse componenti del sistema.

Il decifit strutturale di ISPRA

Nella relazione si sottolinea poi per ISPRA il deficit strutturale che il collegio dei revisori dei Conti in sede di approvazione del rendiconto 2016 ha quantificato in 6 milioni di euro: necessarie nuove fonti di finanziamento autonomo, che, si scrive in Risoluzione, potrebbero provenire dalla corretta applicazione del principio «chi-inquina-paga», nonché da un adeguato riparto del gettito generato dalle sanzioni ambientali previste dalla citata n. 68 del 2015 sugli ecoreati.

Le richieste della Commissione Ambiente al Governo

Nella Risoluzione dunque si impegna il Governo:
• ad assumere le iniziative di competenza per emanare i decreti attuativi sopra citati entro l’anno;
• ad assumere iniziative per prevedere stanziamenti di fondi adeguati per garantire il corretto funzionamento del sistema nazionale a rete per la protezione dell’ambiente e il conseguente assolvimento delle funzioni previste dalla legge, con particolare riferimento al raggiungimento dei livelli essenziali delle prestazioni tecniche ambientali;
• ad assumere iniziative per mettere a disposizione le risorse adeguate a consentire il pareggio di bilancio dell’Ispra;
• a monitorare attentamente la convenzione triennale tra il Ministero dell’ambiente e l’Ispra al fine di verificare che da parte dell’Istituto vengano rispettate le direttive della convenzione, nonché sia garantita l’applicazione della legge n. 132 del 2015;
• ad assumere iniziative per indirizzare l’attività di ricerca, per quanto determinante, all’espletamento delle funzioni di cui alla legge n. 132 del 2015, nonché dell’attività di supporto al Ministero vigilante;
• ad assumere un’iniziativa normativa volta a prevedere che i proventi introitati nell’applicazione della legge n. 68 del 2015 siano assegnati agli enti predisposti al controllo.

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Redazione InSic

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