COVID-19 e Tracciamento contatti: così la Lombardia coinvolge i medici competenti e non solo

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La Regione Lombardia, allo scopo di intercettare e gestire tempestivamente i casi di sospetti COVID-19 ha emanato una Delibera, la n.3114 del 7.5.2020 con la quale ha inteso attivare il concorso dei diversi soggetti sanitari per intervenire rapidamente con strumenti di diagnosi e di controllo attraverso l’individuazione dei contatti e la disposizione dell’isolamento per i casi e per i contatti, e riconoscere e controllare l’insorgenza di nuovi focolai di malattia, monitorare in tempo reale l’andamento epidemico, infine gestire al meglio l’utilizzo delle risorse del sistema sanitario.




In questo articolo:
La Delibera Regione Lombardia n.3114/2020
Lombardia: così i medici competenti collaborano nella segnalazione
Lombardia: medici del lavoro, cosa fare in presenza di casi sospetti?
Lombardia: medici del lavoro, la procedura da seguire se il paziente è a domicilio
Lombardia: quali sono i dati ricevuti dalla ATS e come completare l’inchiesta epidemiologica?

La Delibera Regione Lombardia n.3114/2020

Per la prima volta una norma regionale, nell’intento di incrementare la sensibilità del sistema di sorveglianza e controllo delle malattie infettive ha inteso codificare la collaborazione di più soggetti non solo appartenenti al SSR. Nella necessità di intercettare rapidamente l’insorgenza di nuovi casi ha quindi coinvolto i datori di lavoro con la collaborazione dei medici competenti nei meccanismi che anticipano l’emergere della segnalazione: ad esempio, ne ha citato il ruolo nell’ambito dei percorsi di screening della temperatura per l’accesso all’attività lavorativa e la possibilità di raccogliere le segnalazioni da parte dei dipendenti di contatto di caso.

Lombardia: così i medici competenti collaborano nella segnalazione

In primo luogo, ed ai fini di intercettare tempestivamente i possibili casi di infezioni da COVID-19, la delibera rende obbligatorio per ogni medico, segnalare tutti i casi, anche al solo sospetto, utilizzando un sistema informatico denominato sMAINF1 (al quale i medici accederanno tramite il sistema SISS). Di norma la segnalazione dei casi sospetti dovrebbe pervenire dai Medici di Medicina Generale (MMG), Pediatri di Libera Scelta (PLS), Medici Ospedalieri, per i quali è già disponibile l’accesso informatico : gli enti di riferimento devono eventualmente verificare e garantire l’accesso al sistema informatico per i soggetti non ancora attivati.
Nella delibera si stabilisce quindi di incrementare la possibilità di segnalazione attraverso il sistema informatico denominato sMAINF anche per i Medici di Continuità Assistenziale (MCA), delle Strutture Socio Sanitarie ed i Medici Competenti per i quali verrà definita apposita procedura nel caso non abbiano ancora accesso informatico. Il personale sanitario non medico, in presenza di un paziente con sintomi suggestivi di COVID19, è tenuto a segnalare il possibile sospetto al medico di riferimento della struttura/servizio in cui presta la sua attività.

Lombardia: medici del lavoro, cosa fare in presenza di casi sospetti?

A questo punto tutti i predetti medici in presenza di un caso sospetto sono tenuti a:
A. disporre l’isolamento del paziente e degli eventuali contatti famigliari/conviventi e, dei contatti lavorativi ove già noti;
B. acquisire i dati per realizzare la segnalazione e ogni informazione utili all’indagine epidemiologica tra cui: – sintomi ( febbre >=37,5°, tosse, coriza, dispnea, polmonite, affaticamento, anosmia e ageusia diarrea, o altri sintomi);
– data inizio sintomi;
– recapito telefonico e domicilio del caso sospetto
– i nominativi dei contatti famigliari/conviventi per cui ha disposto l’isolamento domiciliare
– collettività coinvolte (luoghi di lavoro, scuola, etc);
– altre informazioni utili e rilevanti per la gestione dei casi;
– l’avvenuta (o la non avvenuta) acquisizione del modulo di presa visione dell’isolamento domiciliare
C. inviare la segnalazione del caso alla ASL di riferimento tramite il sistema informatico predetto sMAINF;
D. richiedere l’effettuazione dei test diagnostici per la ricerca di RNA virale (il MMG/PLS/CA se a domicilio, medico ospedaliero se in PS/ricovero; medico di struttura sociosanitaria per i propri assistiti).

Lombardia: medici del lavoro, la procedura da seguire se il paziente è a domicilio

Se il paziente è a domicilio la richiesta va trasmessa alla ASL di competenza. Il test diagnostico deve essere effettuato tempestivamente a far tempo dalla segnalazione alla ASL; nell’attesa, il caso sospetto va comunque trattato come caso accertato compreso l’isolamento dei contatti stretti. L’esecuzione del tampone, su indicazione delle ASL, avviene da parte delle strutture erogatrici (incluse le strutture private accreditate), che strutturano in specifici ambulatori, preferibilmente in modalità drive-through. In caso di necessità il tampone può essere effettuato anche al domicilio, su indicazione di ASL e da parte di erogatori sanitari o sociosanitari accreditati USCA o dalle équipe territoriali delle ASL- Infine, i laboratori che eseguono analisi per la ricerca di COVID segnalano alla ASL gli esiti dei test effettuati sia di biologia molecolare, sia sierologici. Al momento, in coerenza con le indicazioni nazionali solo l’esito del test di biologia molecolare permette di confermare il caso.

Lombardia: quali sono i dati ricevuti dalla ATS e come completare l’inchiesta epidemiologica?

Di rilievo poi il fatto che l’Azienda Sanitaria Territoriale (ATS) può ricevere quindi :
l’informazione di un caso sospetto dal flusso sMAINF
– la segnalazione di conferma di caso dal flusso laboratori .

Sulla base delle informazioni ricevute, ATS completa l’inchiesta epidemiologica: identifica tutti i contatti e le collettività coinvolte, conferma l‘isolamento già effettuato e ne attiva di nuovi ove necessario e applicabile. In esito all’inchiesta ATS segnala/conferma (ove l’attore è anche il segnalatore):
ai MMG/PLS i nominativi dei loro assistiti che sono casi sospetti, ovvero casi confermati, ovvero dei contatti, per attivare: o il monitoraggio della sorveglianza ; ovvero le azioni di isolamento necessarie; o un eventuale supporto all’inchiesta epidemiologica (contact tracing);
alle Direzioni delle Strutture Socio Sanitarie i nominativi dei loro assistiti/operatori che sono casi sospetti, ovvero casi confermati, ovvero dei contatti, per attivare: o il monitoraggio della sorveglianza; o le azioni di isolamento necessarie; o un eventuale approfondimento dell’inchiesta epidemiologica (contact tracing);
ai Medici Competenti il coinvolgimento delle collettività lavorative di loro competenza per le azioni di isolamento necessarie e un eventuale approfondimento dell’inchiesta epidemiologica (contact tracing in ambito lavorativo);
– ai Medici Ospedalieri (direttamente e tramite le direzioni di Presidio/Sanitarie) eventuali informazioni utili per la cura e la gestione del paziente.

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Redazione InSic

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