Tecnici della Prevenzione: 11 proposte per migliorare la sicurezza sul lavoro

Tecnici della Prevenzione: 11 proposte per migliorare la sicurezza sul lavoro al 3° Convengo della FNO TSRM PSTRP

1598 0

In occasione del 3° Congresso Nazionale della FNO TSRM PSTRP (Federazione nazionale degli Ordini tecnici sanitari radiologia medica e professioni sanitarie tecniche della riabilitazione e della prevenzione), i Tecnici della Prevenzione presenteranno un Position paper con 11 proposte per migliorare la sicurezza sul lavoro in Italia. Le proposte mirano a promuovere una cultura della prevenzione partecipata, in cui tutti i soggetti coinvolti, da lavoratori e imprese a decisori politici e professionisti, contribuiscono a creare un ambiente di lavoro sicuro e sano.

Il Congresso Nazione della FNO TSRM PSTRP: quando si svolge ed i suoi obiettivi

In occasione del 3° Congresso Nazione della FNO TSRM PSTRP che si terrà a Rimini il 29 e 30 settembre 2023, la Commissione d’Albo (CdA) nazionale dei Tecnici della Prevenzione, presieduta dal Dr. Maurizio Di Giusto, promuoverà la sottoscrizione tra portatori d’interesse di un Position paper dal titolo “Lavorare in Sicurezza in garanzia di Salute”.

La garanzia di salute sul lavoro rappresenta un valore, oltre che un fattore di competitività e di crescita, nella consapevolezza che non si possa assicurare dignità al lavoro se non in condizioni di sicurezza. In particolare, durante l’attuale congiuntura, la ripresa necessita di essere sostenuta da un percorso di qualità che assegna alla salute e sicurezza una valenza centrale.

La concreta attuabilità degli obblighi di legge costituisce la prima garanzia della efficacia della tutela: sono necessari, quindi, interventi volti non già a ridurre le tutele ma, al contrario, a semplificare e razionalizzare la materia.

L’assetto delle competenze istituzionali e gli interventi finora posti in essere non hanno superato, ma hanno talvolta aggravato i problemi di un quadro regolatorio ancora incerto e, a volte, applicato in modo eterogeneo in fase di vigilanza.

I tecnici della prevenzione puntano sulla cultura della prevenzione partecipata

La CdA nazionale ritiene necessario superare l’incertezza normativa e il tradizionale approccio burocratico in sede attuativa a questa materia, assegnando un ruolo centrale alla maturazione di una cultura della prevenzione partecipata: un approccio integrato che si declina in concreto nella cultura aziendale (la sicurezza come valore imprenditoriale), nella cultura dei lavoratori (pensare ed agire sicuri), e del legislatore (garante di un sistema normativo rispettoso dei principi di legalità e certezza del diritto).

I professionisti della salute e della prevenzione ritengono altresì necessario un cambio radicale di rotta delle politiche nazionali e regionali, che dovranno orientarsi verso un rafforzamento dell’azione dei Dipartimenti di Prevenzione del SSR, poiché testimoni di situazioni di organico al limite delle norme.

Come realizzare una Cultura della prevenzione partecipata

Attuale è il bisogno di implementare, contestualmente agli interventi in essere, nuove e diverse strategie per aggredire un fenomeno infortunistico che incide in maniera importante sulla salute; strategie, tra loro coordinate, che facciano “sistema” e che siano sempre più in linea con i processi produttivi, tecnologici e sociali che in questi anni hanno cambiato il mondo del lavoro: sia mediante investimenti culturali e strutturali, che riforme normative generate dalla costituzione di Tavoli di confronto permanentemente attivi tra decisori, imprese, parti sociali e rappresentanti  professionali, quali i Tecnici della Prevenzione nell’Ambiente e nei Luoghi di Lavoro.

Ci vuole il coraggio di cambiare l’approccio culturale, non più basato sulla dicotomia inadeguatezza-sanzione e/o sull’inasprimento delle stesse, ma che sia orientato ad efficaci ed efficienti azioni di Prevenzione Primaria, elaborate mediante il coinvolgimento dei vari portatori d’interesse, affinché ciascuno di essi (di noi), possa tornare a casa ed ai propri affetti senza le conseguenze (tragiche) di un lavoro non sicuro o esposto a condizioni avverse “sotto il limite etico”.

Le posizioni del Position Paper dei Tecnici della Prevenzione

Pertanto, l’opportunità del meeting di Rimini, che vedrà riuniti Presidenti e delegati delle numerose CdA provinciali dei Tecnici della Prevenzione presenti nel territorio italiano, sarà l’occasione per presentare un Position paper, quale primo documento di posizionamento nazionale, in cui vengono descritti (come una squadra) 11 punti dai quali partire; punti che non costituiscono tutte le risposte necessarie al sistema, ma rappresentano alcuni drivers di un processo di innovazione e cambiamento ormai ineludibile.

  1. Accrescere la Cultura della Prevenzione e della Sicurezza nei cittadini di domani, attivando nei percorsi scolastici di ogni ordine e grado, programmi di educazione e formazione sui temi tesi a promuovere la cultura della sicurezza quale garanzia di Salute;
  2. Migliorare la percezione del rischio, nei lavoratori e nelle figure della sicurezza aziendale, per ridurre gli errori umani, attraverso interventi educativi, informativi e formativi, basati sul “valore” della protezione dai fattori di rischio che possono mettere in pericolo l’incolumità del lavoratore (compresa l’eccessiva familiarità con il rischio che, spesso, induce a sottostimarlo);
  3. Sostenere sistemi premianti e politiche di detrazione fiscale a favore delle aziende che investono in SSL, per creare un circolo virtuoso di implementazione dei sistemi di qualità (SGSL, ecc.) ed applicazione delle tecniche specifiche; favorire il ricorso all’assunzione di professionisti con competenze certificate ed identificare le efficaci ed opportune misure di prevenzione, affinché investire in sicurezza rappresenti un’opportunità e non un mero adempimento;
  4. Implementare gli organici dei Dipartimenti di Prevenzione delle Aziende sanitarie in rapporto al numero di imprese presenti sul territorio. Un’attività ispettiva efficace e di qualità, effettuata da professionisti con competenze certificate, permette non solo il riscontro degli adempimenti, ma altresì di verificarne, con maggior appropriatezza, la qualità, anche con tecniche di sopralluogo innovative, quali ad esempio gli audit, i campionamenti ambientali, ecc;
  5. Riformare, in maniera riservata, l’accesso a figure chiave della sicurezza nelle aziende e nei cantieri temporanei e mobili (RSPP, ASPP, CSP, CSE, ecc.). Non può essere sufficiente un semplice corso per attribuire competenze complesse che necessitano invece di percorsi certificati e riconosciuti da una formazione superiore di tipo intellettuale;
  6. Favorire e supportare le associazioni datoriali nell’implementazione di servizi in materia di prevenzione e sicurezza per i propri associati, sostenendo le politiche di formazione appropriata degli RLS aziendali e territoriali; assumendo professionisti con competenze certificate che affianchino le aziende nell’implementazione di appropriate valutazioni dei rischi, non solo tese a rispondere agli adempimenti normativi, ma che possano incidere concretamente sulla salute e sicurezza;
  7. Prevedere indicatori di qualità e di efficacia della formazione obbligatoria, anche con nuovi modelli formativi, superando l’esclusivo sistema certificativo; assicurare la formazione generale e specifica dei lavoratori attraverso sistemi e/o professionisti qualificati che se ne assumano piena responsabilità e ne certifichino l’effettiva esecuzione ed apprendimento anche in termini di mantenimento delle conoscenze acquisite;
  8. Attivare all’interno delle Aziende sanitarie spazi di confronto attivo sui temi della Salute e sicurezza a supporto delle piccole imprese, affinché il sapere e le migliori pratiche, non rimangano esclusivo patrimonio dei servizi, ma siano ricchezza comune, da condividere con microimprese e PMI (contesti in cui si verificano il maggior numero di infortuni, spesso in difficoltà nel perseguire gli adempimenti normativi previsti);
  9. Investire in maniera concreta sui Piani Mirati di Prevenzione, quali strumenti proattivi di condivisione degli interventi, potenziando le attività di cui all’art. 10 del D. Lgs. 81/08 e smi, coinvolgendo attivamente le imprese e le loro rappresentanze, nei processi di programmazione delle attività di vigilanza, sugli strumenti attivati, nonché sugli obiettivi che questi si pongono, favorendo l’effetto alone, che induce anche le imprese non oggetto di controllo ad attivarsi in maniera proattiva ed individuale al perseguimento dei medesimi obiettivi;
  10. Attivare il completamento del Sistema Informativo Nazionale per la Prevenzione (SINP), dando concretezza ed attuazione alla costruzione della necessaria banca dati comune sui controlli tra Aziende Sanitarie, INAIL, Ministero della Salute, INPS, ISTAT, SNPA, GEA, INL, ecc., e contestualmente consente l’integrazione di tutte quelle informazioni funzionali a mappare quali-quantitativamente le imprese e i relativi comparti;
  11. Attivare un Osservatorio permanente istituzionale sui temi e sulle iniziative da porre in essere in materia di Prevenzione Salute e sicurezza sul lavoro, attraverso la costituzione di un tavolo di confronto permanente, tra soggetti istituzionali e tutti i portatori d’interesse, che studi, analizzi, definisca, suggerisca e collabori con i decisori politici affinché vengano implementate le migliori strategie di sistema, monitorando contestualmente l’efficacia degli interventi adottati e/o la correzione degli stessi.
Box 1: CDA Nazionale Tecnici della prevenzione nell’ambiente e nei luoghi di lavoro cdanazionale.tpall@tsrm-pstrp.org
PresidenteMaurizioDi Giusto
VicepresidenteAngeloForesta
SegretarioDeborahBalbino
ComponenteRosarioBracciante
ComponenteAlessandroCoccia
ComponenteSavinoLamarca
ComponenteMaurizioLa Rocca
ComponenteFrancescoLucia
ComponenteAntonioVarallo
Logo UNPISI

Responsabile Comunicazione per UNPISI – https://unpisi.it/

Maurizio Martinelli

Responsabile Comunicazione per UNPISI - https://unpisi.it/