RACCONTI AUTOBIOGRAFICI DI UN CONSULENTE – Una noia mortale

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Carlo Bisio, Psicologo delle Organizzazioni e Graduate Member del IOSH, ha raccolto alcuni racconti autobiografici tratti dalla propria attività consulenziale e di formazione nell’e-book, edito da EPC: “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” che affronta temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro.

Sul Portale InSic pubblicheremo una selezione di questi racconti nelle prossime settimane, confidando nel loro essere spunti di riflessioni utili per quanti operano nel mondo della sicurezza, in particolare consulenti e formatori in sicurezza sul lavoro.

Una noia mortale
Periodo: 1982 (18 anni) e altri momenti

Sono pochissime le partite di calcio che ho visto.

Sul podio degli sport noiosi da vedere, nella mia personale classifica, si trovano il tennis, la Formula uno, ma poche cose riescono ad annoiarmi come il calcio.

Le azioni belle da vedere e i gol sono eventi rari, prevalgono decisamente gli episodi frustranti come le persone che si buttano a terra e i passaggi all’indietro. E poi novanta minuti sono incredibilmente lunghi. Fin da bambino non riuscivo proprio a capire che cosa ci trovassero tutti in quelle interminabili partite.

Al termine della quarta superiore andai a Silvano d’Orba, luogo d’origine dei miei genitori, in cui trascorsi molte vacanze della mia infanzia e adolescenza. Quell’anno chiesi a mio zio se potessi lavorare da lui; aveva un bar ristorante-pizzeria, e mi disse che potevo dare una mano come barista e cameriere.

Erano i primi di luglio, e nel 1982 l’estate era molto calda. Temperature torride, e io ero tutto il pomeriggio a servire al bar avendo a disposizione birra alla spina freschissima. Vi lascio trarre le conclusioni.

Peraltro, nel tempo libero dal lavoro dovevo studiare, poiché ero stato rimandato a settembre in Costruzioni.

La sera del giorno 11 andai però a Cogoleto, poiché ero d’accordo con Marco, un amico di vecchia data, che avremmo visto la finale dei mondiali assieme.

Dopo la vittoria scendemmo in strada a festeggiare come tutto il paese, e verso mezzanotte andammo in pizzeria in via Mazzini, che aveva un giardino all’esterno, assieme ad altri amici.

Una serata meravigliosa; una delle poche volte che ho festeggiato davvero il risultato di una partita di calcio.

Non sono mai stato tifoso di una squadra. Non sono entrato in uno stadio di calcio se non per alcuni concerti.

È quello che si chiama un comportamento di evitamento. Se qualcosa non piace, una delle strategie può essere quella di evitarlo.

I temi della monotonia e della noia sono importanti dal punto di vista dell’ergonomia cognitiva e dello stress.

Se io non voglio vedere una partita di calcio posso evitare di farlo. Ma cosa dire di chi invece deve occuparsi di compiti monotoni, noiosi, ripetitivi, per gran parte del proprio tempo di lavoro?

Nella progettazione dei compiti e dei ruoli, una delle principali attenzioni dovrebbe essere quella di evitare condizioni di monotonia o di saturazione (la saturazione, semplificando il concetto, è il senso di non poterne più di un’attività), e di generare invece attività che siano percepite come significative e interessanti da chi le svolge. Il significato più profondo dell’ergonomia cognitiva si annida in questo: costruire condizioni in cui la mente umana possa operare efficacemente e in condizioni salubri, inclusa quindi la presenza di interesse, apprendimento, sviluppo.

In caso contrario sono in agguato stress ed errori operativi, talvolta incidenti.

È il momento della progettazione quello in cui dovrebbero essere prevenuti questi problemi.

Cercare di rattoppare successivamente gli stessi aspetti non ha la stessa efficacia.

Le buone prassi (Ad es. lo standard ISO 6385, che riguarda la progettazione ergonomica dei sistemi di lavoro) evidenziano che monotonia o carenza di interesse dovrebbero essere limitati il più possibile già dalla fase di progettazione. Se non è possibile evitare un compito monotono o privo di interesse, ciò andrebbe compensato attraverso un mix di altri compiti diversi, in modo che una persona non sia esposta a lungo a un carico mentale eccessivo.

Sì, perché il “carico mentale” non è dato soltanto dai compiti difficili, troppo sfidanti; risiede anche nell’eccesso di semplicità. La nostra mente è fatta per essere impegnata a un livello ottimale, non al livello più basso possibile.

Lo stress viene considerato una condizione che compare quando una persona sente una differenza significativa fra le richieste presenti in una situazione, e le risorse a propria disposizione per soddisfarle. Un eccesso o un’assenza di carico portano comunque a stress.

Ciò significa anche che spesso il carico mentale, e lo stress, sono fenomeni positivi, e attivamente ricercati dalle persone.

Il carico mentale ha degli aspetti cognitivi, legati cioè a come elaboriamo le informazioni, e degli aspetti emotivi, relativi a come elaboriamo le emozioni.

Proprio di questo vorrei parlarvi nel prossimo capitolo.

Sicurezza, formazione e altre vicissitudini – Racconti autobiografici di un consulente – il volume EPC

L’E-book “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C.Bisio, edito da EPC Editore (novembre 2021) propone temi di interesse professionale per chi si occupa di sicurezza e salute sul lavoro, attraverso racconti autobiografici. 

Di cosa tratta il Volume “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C.Bisio?

Il percorso che i racconti tracciano nel loro insieme parte dall’ergonomia cognitiva, prosegue su aspetti che riguardano cultura, identità e significati, poi affronta l’ambito della formazione, la costruzione di affidabilità e sicurezza, il contributo umano alla sicurezza, per chiudere esplorando alcuni aspetti riguardanti violenze e aspetti sociali.
L’autore presenta episodi o periodi della propria vita in modo spesso leggero e a tratti divertente e autoironico, mettendoli in relazione con significati più profondi.

Il libro ha quindi diversi livelli di lettura.

Dove poter scaricare il Volume “Sicurezza, formazione e altre vicissitudini” di C.Bisio?

Il prodotto può essere visualizzato:

Scopri il Volume o acquistalo sulle pagine di EPC Editore!

Si occupa di sicurezza e salute sul lavoro. È Psicologo delle Organizzazioni, ha conseguito un Master di II livello in Ergonomia e il Diploma Internazionale NEBOSH in sicurezza. È Graduate Member del IOSH. Ha collaborato con diversi atenei come docente a contratto, ed è autore di numerose pubblicazioni.

Scopri tutte le pubblicazioni di C.Bisio per EPC Editore

Carlo Bisio

Si occupa di sicurezza e salute sul lavoro. È Psicologo delle Organizzazioni, ha conseguito un Master di II livello in Ergonomia e il Diploma Internazionale NEBOSH in sicurezza. È Graduate Member del IOSH. Ha collaborato con diversi atenei come docente a contratto, ed è autore di numerose pubblicazioni. Scopri tutte le pubblicazioni di C.Bisio per EPC Editore