Smaltimento mascherine e guanti: indicazioni da ISPRA

2019 0
ISPRA ha pubblicato alcune indicazioni sulla classificazione e la corretta gestione, smaltimento compreso, dei rifiuti DPI usati con riferimento a mascherine e guanti. Il documento, dal titolo: “I RIFIUTI COSTITUITI DA DPI USATI ” è a cura di di Valeria Frittelloni e Andrea Massimiliano Lanz in collaborazione con Silvia Ermili, Irma Lupica, Costanza Mariotta del Centro Nazionale Dei Rifiuti E Dell’economia Circolare – Ispra.
L’Istituto per la Protezione ambientale mette subito in chiaro che il termine “DPI”, anche se in modo improprio rispetto alla definizione normativa, viene largamente utilizzato come sinonimo di mascherine e guanti, a prescindere dallo specifico scopo di utilizzo e dalla specifica tipologia (non sono DPI le “mascherine chirurgiche” o “igieniche” sprovviste di filtro di cui alla norma UNI EN 14683, comunemente impiegate in ambito sanitario e nell’industria alimentare.) purché si tratti di materiali filtranti e/o protettivi.

Campo di applicazione delle Indicazioni ISPRA
Rifiuti Covid 19 e classificazioni: le altre indicazioni di ISS e Commissione europea
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Campo di applicazione delle Indicazioni ISPRA


Il documento si riferisce ai dispositivi provenienti da utilizzo domestico e non domestico e riporta, tra l’altro, le indicazioni per una corretta classificazione dei rifiuti e assegnazione del codice EER per guanti e mascherine
Il documento si occupa dunque delle seguenti tipologie di DPI:
• DPI usati prodotti dalle utenze domestiche
• DPI prodotti dalle utenze produttive i cui rifiuti sono assimilatiagli urbani (anche a seguito di specifiche ordinanze regionali)
• DPI prodotti dalle utenze produttive i cui rifiuti non sono assimilati agli urbani
• DPI prodotti dalle strutture sanitarie
Le indicazioni sono state individuate nella fase di lockdown per la gestione dei rifiuti prodotti dalle utenze domestiche e dalle utenze produttive e commerciali, i cui rifiuti sono assimilati agli urbani (voce B.1 dello schema), che in tale fase risultavano operative.
In fase 2, le medesime indicazioni possono trovare applicazione anche per le ulteriori utenze produttive e commerciali, i cui rifiuti sono assimilati agli urbani, che progressivamente riavvieranno le proprie attività. Per le utenze i cui rifiuti non sono assimilati (B.2), l’attribuzione del pertinente codice rimane in capo al produttore secondo la procedura di classificazione sopra illustrata e le modalità gestionali dovranno essere valutate sulla base delle caratteristiche dei rifiuti che saranno conferiti ai soggetti autorizzati alla loro gestione. Per le utenze sanitarie (voce C dello schema) si applica quanto disposto dal DPR 254/2003, che individua la corretta codifica nel capitolo 18 dell’elenco europeo dei rifiuti, sia ai fini della classificazione che per le relative modalità di gestione.

Rifiuti Covid 19 e classificazioni: le altre indicazioni di ISS e Commissione europea


Sull’argomento, ISPRA ricorda che l’ISS, sulla base di quanto contenuto nel Rapporto COVID-19, n. 3/2020, ha già indicato che i rifiuti urbani provenienti dalle abitazioni dove soggiornano soggetti positivi al tampone in isolamento o in quarantena obbligatoria, dovrebbero essere considerati equivalenti a quelli che si possono generare in una struttura sanitaria, tenuto conto del fatto che il DPR 254/2003, all’art. 2 comma 1, individua come (punto d) “rifiuti sanitari pericolosi a rischio infettivo”… (lettera 2a) “i rifiuti che “provengano da ambienti di isolamento infettivo e siano venuti a contatto con qualsiasi liquido biologico secreto od escreto dai pazienti isolati”.
Indicazioni per il conferimento e la gestione dei suddetti rifiuti, nonché di quelli provenienti da abitazioni dove non soggiornano soggetti positivi al tampone o in quarantena obbligatoria, sono state fornite anche dalla Commissione europea, dall’ISS, nel Rapporto del 14 marzo 2020 e dal SNPA nel Documento di Indirizzo del 23 marzo 2020 che individuano il medesimo approccio.

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ARTICOLO da INSIC
COVID-19: la gestione dei rifiuti nell’emergenza sanitaria
a cura di Enrico Cappella – Consulente DGSA ed esperto rifiuti pericolosi

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