Settore della Pesca: un seminario INAIL sulla sicurezza dei lavoratori

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INAIL riporta i dati su occupati, infortuni e malattie professionali di un settore caratterizzato da un’elevata rischiosità riconducibile, forse ancor più che in altri comparti, a una scarsa cultura della sicurezza da parte di armatori, conduttori di unità e marittimi imbarcati.


INAIL ha promosso a San Benedetto del Tronto il 26 settembre scorso una giornata informativa sulla sicurezza dei lavoratori del comparto Pesca per la promozione di un’informazione corretta e il trasferimento di strumenti pratici e procedure utili alla prevenzione.
INAIL riporta i dati forniti dall’Irepa, l’Istituto di ricerche economiche per la pesca e l’acquacoltura su numero degli occupati (agg. 2012) pari a circa 29mila unità, con una perdita di circa 6mila posti di lavoro dal 2004 al 2012.
Secondo Fabio Valente, direttore territoriale Inail il settore della Pesca è caratterizzato da un’elevata rischiosità riconducibile, forse ancor più che in altri comparti, a una scarsa cultura della sicurezza da parte di armatori, conduttori di unità e marittimi imbarcati.

Secondo i dati dell’Inail le navi da pesca rappresentano il 48,5% di tutte le imbarcazioni assicurate: la quasi totalità – il 47% del totale – è costituta dalle imbarcazioni da pesca costiera, cioè svolta lungo le coste continentali e insulari italiane a distanza non superiore alle venti miglia. I dati sono forniti sia dal Settore navigazione Inail (ex Ipsema) sia dalla Consulenza statistica attuariale dell’Istituto.
INAIL riporta comunque un calo del fenomeno infortunistico a fronte di una sostanziale stabilità del dato sui casi mortali relativo all’ultimo decennio. Registrata invece una parallela crescita del fenomeno tecnopatico: le malattie professionali indennizzate nell’ultimo quinquennio riguardano in maniera prevalente l’apparato muscolo-scheletrico e sono correlate al sovraccarico funzionale che si concretizza in tutte le fasi della pesca.

Le patologie a livello della colonna vertebrale e degli arti superiori rappresentano, infatti, rispettivamente il 55% ed il 35% del totale di quelle indennizzate dal 2005 al 2014. Il restante 10% riguarda gli effetti uditivi conseguenti alla cronica esposizione al rumore (soprattutto nella sala macchine), le patologie della cutem da esposizione alle radiazioni solari e da contatto, e le patologie pleuriche asbesto correlate, manifestazioni della remota esposizione ad amianto che, in un recente passato, era ampiamente utilizzato dall’ingegneria delle costruzioni navali.

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Redazione InSic

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