Clean Air Dialogue: a Torino sottoscritto il Protocollo Aria pulita. In cosa consiste?

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In occasione del Clean Air Dialogue, tenutosi all’Environment Park di Torino il 4 e 5 giugno, è stato firmato il Protocollo ‘Aria Pulita’, che istituisce un Piano d’azione, della durata di 24 mesi per il miglioramento della qualità dell’aria con un impegno di 400 milioni di euro annui, sottoscritto dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, dal Ministro dell’Ambiente Sergio Costa, dal Ministro della Salute Giulia Grillo, dal Viceministro dell’Economia e delle Finanze Laura Castelli, dal Sottosegretario dello Sviluppo Economico Davide Crippa, dal Sottosegretario alle Politiche agricole Alessandra Pesce e dal Presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome Stefano Bonaccini.
Ricostruiamo le finalità del Protocollo attraverso i contributi delle Istituzioni coinvolte e focalizziamo l’attenzione sul significato dei Clean Air Dialogues(*), fondamentale per lo sviluppo del Clean Air Programme attraverso il Protocollo ‘Aria Pulita’.

Contenuto del Protocollo

A riportarlo è il Ministero dello Sviluppo economico che riporta le dichiarazioni del Sottosegretario Crippa circa la possibile chiusura delle due procedure d’infrazione (N. n.2015_2043 e n.2014_2147) che l’Unione Europea ha aperto nei confronti dell’Italia, in riferimento al reiterato superamento dei valori limite del materiale particolato PM10 e del biossido di azoto.
Nel Protocollo, si sottolinea anche la definizione del Fondo per il finanziamento del programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico, il disincentivo all’acquisto di veicoli ad alte emissioni inquinanti, la riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dagli impianti termici alimentati a biomassa, nonché limitazioni all’utilizzo degli impianti di riscaldamento alimentati a gasolio e una riduzione delle emissioni inquinanti derivanti dalla chiusura o trasformazione di impianti termoelettrici alimentati a carbone.

Le aree di intervento del Protocollo

Sul sito delle regioni si sottolinea il lavoro condiviso fra Governo, dicasteri e Regioni e Province autonome e contiene misure relative ai tre settori che più di tutti sono causa degli alti livelli di inquinamento che tuttora persistono: trasporti, agricoltura e riscaldamento domestico a biomassa.
Il presidente della Conferenza delle Regioni e delle Province autonome, Stefano Bonaccini sottolinea l’ottica strategica e di collaborazione istituzionale verso un percorso comune di adozione di normative, programmatiche e finanziarie condivise attraverso un’unità di coordinamento del Piano istituita presso la Presidenza del Consiglio e che vedrà la partecipazione attiva e propositiva delle Regioni.
Cinque gli ambiti tematici del Protocollo, con azioni definite preliminarmente, spiegano le Regioni:
Il primo ambito sarà trasversale e comporterà: la razionalizzazione dei sussidi ambientalmente dannosi; un fondo fino a 400 milioni di euro per finanziare il Programma nazionale di controllo dell’inquinamento atmosferico; accordi Stato-Regioni per migliorare la qualità dell’aria; interventi per un’informazione più capillare ai cittadini
Il secondo ambito riguarderà l’agricoltura e la combustione di biomasse con la previsione di interventi per abbattere le emissioni di ammoniaca e limitare l’abbruciamento di residui vegetali.
Il terzo ambito si riferisce, invece, alla mobilità e prevede sei azioni: introdurre criteri ambientali nella disciplina della circolazione in ambito extra urbano; controllare meglio le aree a traffico limitato; stabilire linee guida per la classificazione dei veicoli elettrici ibridi; sostenere la diffusione della micro-mobilità elettrica; disincentivare l’uso di veicoli ad alte emissioni inquinanti; incentivare la mobilità attiva.
Il quarto e quinto ambito riguardano interventi relativi alle misure per ridurre le emissioni inquinanti attraverso azioni di controllo, incentivazione e disincentivazione sugli impianti per il riscaldamento civile e programmi per la chiusura o la trasformazione degli impianti termoelettrici alimentati a carbone.

Il costo dell’Inquinamento

Spiega il Ministero dell’Ambiente a proposito del Protocollo sottoscritto, che l’inquinamento atmosferico provocato dai trasporti, dall’agricoltura, dal riscaldamento domestico, è tra i fattori maggiormente responsabili del progressivo peggioramento della qualità della vita nelle nostre città. Inoltre, è tra le maggiori cause di malattie ai polmoni e al cuore e ha quindi anche un costo sanitario che nella sola Unione europea si aggira attorno ai 70 miliardi di euro ogni anno. Inefficaci finora, le misure intraprese: dalle domeniche ecologiche ai monitoraggi continui, dagli incentivi alla mobilità sostenibile ai protocolli d’intesa con le regioni maggiormente colpite dal fenomeno
L’appuntamento internazionale del 4 e 5 giugno, nel capoluogo piemontese, ha visto gli stati membri dell’Unione Europea e i portatori d’interesse nei vari settori riuniti in un confronto serrato, con l’obiettivo di condividere e promuovere le misure più efficaci e le migliori pratiche, presentare i progressi raggiunti, promuovere le sinergie tra le politiche sulla qualità dell’aria, sul clima, sull’energia, sui trasporti, sull’agricoltura e sulla sanità pubblica.


(*) Clean Air Dialogues e Clean Air Policy Package

Il Clean Air Policy Package è un pacchetto di misure per la qualità dell’aria adottato dalla Commissione Europea il 18 dicembre 2013. Ha lo scopo di migliorare la legislazione esistente e ridurre le emissioni dannose causate dall’industria, dal traffico, dagli impianti di produzione di energia e dall’agricoltura per tutelare la salute e l’ambiente.
Il pacchetto comprende una proposta di direttiva sulla riduzione delle emissioni nazionali di determinati inquinanti atmosferici (Direttiva NEC), una sulla limitazione di emissioni di specifici inquinanti emessi da impianti di combustione di medie dimensioni (Direttiva MCP) e il Clean Air Programme for Europe, pensato per ridurre in modo omogeneo e diffuso le emissioni inquinanti sul territorio europeo mediante azioni coordinate tra Unione Europea e Stati membri che, a loro volta, sono chiamati ad agire in stretto coordinamento con Regioni e Città.
Tra gli strumenti operativi più importanti presenti nel Clean Air Programme c’è il potenziamento della condivisione delle migliori pratiche a livello comunitario e questo avviene principalmente attraverso i dialoghi bilaterali strutturati con gli Stati denominati Clean Air Dialogues.

Immagine tratta dal Sito regioni.it

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Redazione InSic

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