Stato delle infrazioni: 17 le procedure aperte

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La Commissione europea ha aggiornato il 24 gennaio 2019 l’elenco delle decisioni sui casi d’infrazione adottate questo mese che comportano anche azioni legali nei confronti di alcuni Stati membri per inadempimento degli obblighi previsti dal diritto dell’UE.
Per la tutela ambientale sono 17 le procedure aperte (erano 16 a fine anno) e 4 in materia di energia.
Si aggiunge al novero di cause ambientali, la costituzione in mora nella procedura 2018/2356 – “Violazione degli artt. 17.2 e 17.3 della Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino”.

Le decisioni sulle cause di infrazione del 24 gennaio

Tre i pareri motivati inviati all’Italia: quello su procedura 2014/2125 – “Cattiva applicazione della direttiva 98/83/CE relativa alla qualità dell’acqua destinata al consumo umano. Valori di arsenico”, sulla procedura 2017/2172 per l’accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione nell’Unione, e sulla procedura 2018/2044 per la protezione contro i pericoli derivanti dall’esposizione alle radiazioni ionizzanti che abbiamo visto nei giorni scorsi.
Vediamo i contenuti delle procedure aperte.

Acqua potabile
La Commissione europea contesta con parere motivato di aver disatteso gli obblighi imposti dal diritto dell’UE sulla qualità delle acque destinate al consumo umano (direttiva sull’acqua potabile, direttiva 98/83/CE del Consiglio) e per aver lasciato che i valori di parametro per l’arsenico e il fluoruro venissero superati in alcune zone.
Le norme dell’UE impongono che l’acqua potabile non contenga microrganismi e parassiti e sia esente da qualsiasi sostanza che costituisca un potenziale pericolo per la salute umana. Per un lungo periodo di tempo l’acqua potabile erogata in 16 zone di approvvigionamento idrico nella regione Lazio, provincia di Viterbo, ha superato i parametri stabiliti per l’arsenico e/o il fluoruro. Ciò può costituire un rischio per la salute umana, in particolare per i bambini di età inferiore ai 3 anni. Nel 2014 la Commissione aveva inviato una lettera di costituzione in mora, ma, secondo l’Europa, le autorità italiane non hanno ancora adottato gli opportuni provvedimenti e non hanno rispettato l’obbligo di informazione e di notifica ai consumatori in merito agli eventuali rischi per la salute. L’Italia dispone di due mesi per porre rimedio alla situazione. In caso contrario la Commissione potrà decidere di deferire l’Italia alla Corte di giustizia dell’UE.

Ambiente marino
La Commissione esorta Italia (ma anche Irlanda e Francia) a rispettare gli obblighi di comunicazione relativi allo stato ecologico delle acque marine nell’ambito della direttiva quadro sulla strategia per l’ambiente marino (direttiva 2008/56): entro il 15 ottobre 2018 gli Stati membri erano tenuti a riesaminare e aggiornare la valutazione dello stato ecologico delle acque interessate, l’impatto ambientale delle attività umane, la definizione di buono stato ecologico e gli obiettivi ambientali. Un termine disatteso, di conseguenza è scattata la costituzione in mora: due i mesi di tempo per rispondere, trascorsi i quali, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

Accesso alle risorse genetiche
La Commissione europea invita il nostro paese (e Austria e Lettonia) a intensificare gli sforzi per attuare il diritto dell’Unione volto a garantire che l’accesso alle risorse genetiche in altri paesi e il loro successivo utilizzo nell’UE nel rispetto delle disposizioni in materia di accesso e ripartizione dei benefici stabilite da tali paesi, in linea con il protocollo di Nagoya. In particolare l’Italia non ha notificato alcuna legislazione volta a designare tali autorità competenti responsabili dell’applicazione del regolamento ABS dell’UE (regolamento (UE) n. 511/2014) entrato in vigore nel giugno 2014, o a stabilire sanzioni.
Per risorse genetiche s’intende il materiale genetico di origine vegetale, animale o microbica, come quello delle piante medicinali, delle coltivazioni agricole e delle razze animali, che abbia un valore effettivo o potenziale. Se un paese ha fissato disposizioni in materia di accesso e ripartizione dei benefici (ABS), gli utilizzatori che desiderino ottenere tale materiale genetico a fini di ricerca, di conservazione e di applicazione commerciale o industriale devono conformarsi a tali disposizioni.

Le Infrazioni dell’Italia contro l’UE: 72 procedure aperte

Con riferimento all’Italia sono al momento aperte:
• sei costituzioni in mora ex art. 258 TFUE
• una messa in mora complementare
• tre pareri motivati
• tre archiviazioni di procedure di infrazione
• tre archiviazioni di casi di pre-infrazione

Il numero delle procedure a carico del nostro Paese sale a 72, di cui 62 per violazione del diritto dell’Unione e 10 per mancato recepimento di direttive.
Vedi l’elenco completo.

Ecco l’elenco aggiornato (gennaio 2019) delle procedure ambientali aperte contro il nostro Paese


Infrazione 2017_2181
Non conformità alla Direttiva 1991/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane
Messa in mora Art. 258 TFUE

Infrazione 2017_2172
Regolamento (UE) n. 511/2014 del 16 aprile 2014 sulle misure di conformità per gli utilizzatori risultanti dal protocollo di Nagoya relativo all’accesso alle risorse genetiche e alla giusta ed equa ripartizione dei benefici derivanti dalla loro utilizzazione nell’Unione.
Messa in mora Art. 258 TFUE

Infrazione n.2015_2163
Mancata designazione delle Zone Speciali di Conservazione (ZSC) e mancata adozione delle misure di conservazione. Violazione Direttiva Habitat. Direttiva 92/43/CEE relativa alla conservazione degli habitat naturali e seminaturali e della flora e della fauna selvatiche (c.d. direttiva Habitat)
Messa in mora Art. 258 TFUE

Infrazione n.2015_2043
Applicazione della direttiva 2008/50/CE sulla qualità dell’aria ambiente ed in particolare obbligo di rispettare i livelli di biossido di azoto(NO2)
Messa in mora Art. 258 TFUE

Infrazione n.2014_2147
Cattiva applicazione della direttiva 2008/50/CE relativa alla qualità dell’aria ambiente – Superamento dei valori limite di PM10 in Italia.
Messa in mora complementare Art. 258 TFUE

Infrazione n.2014_2059
Attuazione della direttiva 1991/271/CEE relativa al trattamento delle acque reflue urbane.
Parere motivato Art. 258 TFUE

Infrazione n.2013_2177
Stabilimento siderurgico ILVA di Taranto- Direttiva 2008/1/CE sulla prevenzione e la riduzione integrate dell’inquinamento (c.d. direttiva IPPC),fino al 7 gennaio 2014; Direttiva 2010/75/UE sulle emissioni industriali (c.d. direttiva IED),a partire dal 7 gennaio 2014
Parere motivato Art. 258 TFUE

Infrazione n.2013_2022
Non corretta attuazione della direttiva 2002/49/CE relativa alla determinazione e alla gestione del rumore ambientale. Mappe acustiche strategiche.
Messa in mora complementare Art. 258 TFUE

Infrazione n.2011_2215
Violazione dell’articolo 14 della direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti in Italia
Parere motivato complementare Art. 258 TFUE

Infrazione 2009_4426
Valutazione d’impatto ambientale di progetti pubblici e privati. Progetto di bonifica di un sito industriale nel Comune di Cengio (Savona) – Direttiva 1999/31/CE relativa alle discariche di rifiuti; Direttiva 2011/92/UE (VIA)
Parere motivato complementare Art. 258 TFUE

Infrazione n.2009_2034
Cattiva applicazione della Direttiva 1991/271/CE relativa al trattamento delle acque reflue urbane
Sentenza Art. 258 TFUE

Infrazione n.2007_2195
Emergenza rifiuti in Campania.
Sentenza Art. 260 TFUE

Infrazione n.2004_2034
Cattiva applicazione degli articoli 3 e 4 della direttiva 91/271/CEE sul trattamento delle acque reflue urbane.
Messa in mora Art. 260 TFUE

Infrazione n.2003_2077
Non corretta applicazione delle direttive 75/442/CE sui “rifiuti”, 91/689/CEE sui “rifiuti pericolosi” e 1999/31/CE sulle “discariche”.
Sentenza Art. 260 TFUE

Infrazione 2018/2356
Violazione degli artt. 17.2 e 17.3 della Direttiva 2008/56/CE che istituisce un quadro per l’azione comunitaria nel campo della politica per l’ambiente marino.

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Redazione InSic

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