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Amianto: 40.000 morti all’anno. Così cambia la regolamentazione USA

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Le agenzie scientifiche e di regolamentazione a livello internazionale e nei paesi di tutto il mondo, comprese le agenzie del governo degli Stati Uniti – NIOSH, OSHA ed EPA – hanno determinato che l’amianto è un agente cancerogeno per l’uomo, che nessuna forma di amianto è sicura, che nessun livello di esposizione all’amianto è sicuro e che non c’è modo di lavorare in sicurezza con esso. In conseguenza di questi riconoscimenti, circa 55 Paesi hanno vietato l’amianto, ma non gli Stati Uniti.
Ci sono stati, tuttavia, numerosi sforzi negli Stati Uniti per stabilire rigidi standard di esposizione, limitare l’uso dell’amianto e chiedere un risarcimento in tribunale per i lavoratori che hanno avuto conseguenze sanitarie a causa dell’esposizione a tale materiale.

1976: NIOSH raccomanda il divieto di amianto

L’Istituto Nazionale per la Sicurezza e la Salute sul Lavoro (NIOSH) ha guidato questi sforzi e nel 1976 è stata la prima agenzia federale degli Stati Uniti a raccomandare il divieto di amianto nei luoghi di lavoro. In conseguenza di queste iniziative, l’uso dell’amianto è diminuito drasticamente negli Stati Uniti, nonostante l’assenza di un bando di legge.

1989: EPA, cerca di vietare la produzione di prodotto contenenti amianto

Nel 1989, l’EPA ha adottato una delle misure più dinamiche per vietare l’amianto negli Stati Uniti, emanando una norma finale che vietava la maggior parte dei prodotti contenenti amianto. Si trattava di un divieto graduale volto a vietare la produzione, l’importazione, la lavorazione e la distribuzione future. Tuttavia, questo divieto fu di breve durata. L’industria ha fatto appello al divieto e, il 18 ottobre 1991, la norma è stata annullata.

1999 le richieste del Collegium Ramazzini di divieto universale per l’estrazione, la fabbricazione e tutti gli usi dell’amianto

Anche il Collegium Ramazzini si è espresso su tale argomento e nel 1999 ha fatto la prima delle sue numerose richieste di divieto universale per l’estrazione, la fabbricazione e tutti gli usi dell’amianto. Il Collegium Ramazzini ha aggiunto inoltre che se tutti gli usi dell’amianto dovessero cessare oggi, non ci sarebbe comunque una notevole riduzione di malattie o decessi per almeno 20 anni. Le malattie da amianto sono ancora con noi e continuano ad aumentare.

2016: il Toxic Substance Control Act

Il divieto all’uso di amianto negli Stati Uniti è stato riproposto nell’ambito della revisione del Toxic Substance Control Act (legge TSC) del 2016, voluta dal senatore Frank R. Lautenberg dove si dichiara: «In base alla nuova legge, una valutazione del rischio di amianto deve essere completata entro tre anni e, se si rileva che l’amianto è un “rischio irragionevole per l’uomo e l’ambiente”, l’EPA è tenuto a mitigare tale rischio, possibilmente attraverso un divieto, entro altri due anni». La responsabilità dell’applicazione di questa nuova legge spettava all’amministrazione Trump, che però ha deluso le aspettative.

Amianto: le posizioni delle Amministrazioni Obama e Trump

Donald Trump si è sempre detto contrario a queste misure, dicendosi convinto che un utilizzo minimo di questo materiale sia utile alla produttività nazionale. Lo scrisse nel suo libro Art of Comeback già nel 1997, quando affermava che il bando dell’amianto non era altro che una cospirazione della malavita legata al processo di smaltimento.
In linea con questa permissività, l’Agenzia di Protezione dell’Ambiente degli Stati Uniti (EPA), ha deciso di riconsiderare l’utilizzo dell’amianto nei materiali per l’edilizia ed ha fatto sapere che a partire da agosto non ci saranno più controlli nell’ambiente. Un cambio totale d’indirizzo, rispetto a quello dell’amministrazione Obama che al contrario aveva intensificato i controlli.

Negli Stati Uniti 40.000 le persone che muoiono per gli effetti dell’amianto

Secondo l’ Asbestos Disease Awareness Organization (ADAO) cioè l’Associazione per le malattie legate a questo materiale, solo negli Stati Uniti annualmente sono 40.000 le persone che muoiono per gli effetti dell’amianto. Una analisi delle cause intentate dalle vittime per ottenere un risarcimento ha dimostrato che nel 96% dei casi il datore di lavoro è assolto, perché dimostra di avere informato il lavoratore della presenza di amianto, o perché era egli stesso ignaro del rischio amianto; solo nel 4% dei casi è condannato, perché colpevole di avere consapevolmente nascosto al lavoratore la presenza di amianto e di non avergli pertanto fornito i dispositivi di protezione individuale.
È chiaro che, in una simile prospettiva, la notizia di un ulteriore allargamento delle maglie della prevenzione, prontamente festeggiata dai fornitori di amianto come la russa UralAsbest, non possa che scoraggiare i cultori della prevenzione.

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Amianto: un tema ancora caldo per i cultori della prevenzionea cura di A. Pompei, N. Magnavita
Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.09/2020

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