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Il mercato UE di scambio CO2: come funziona e perché ha un impatto sulle bollette

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Di seguito, riportiamo le principali informazioni sul Sistema di scambio emissioni, sugli impatti nel mercato dell’energia europeo. Inoltre, facciamo il punto sulla normativa di riferimento, in particolare sulla proposta di direttiva di riforma del Sistema e le ultime News che riguardano da vicino il rincaro dei prezzi energetici, ed i rapporti con i risultati del Sistema ETS Italia.

Come funziona il Mercato europeo ETS?

Il mercato Europeo ETS delle quote di gas inquinanti (principalmente CO2) è lo strumento per contrastare i cambiamenti climatici e ridurre le emissioni di gas serra. Il sistema opera secondo il principio della “limitazione” e dello “scambio” delle emissioni.

Gli impianti, tra cui quelli di generazione elettrica, acquistano o ricevono quote di emissione che, se necessario, possono scambiare.

L’assolvimento degli obblighi del mercato ETS è un elemento di costo nei mercati energetici, che influisce sui prezzi all’ingrosso e, quindi, su quelli finali.

Maggiori informazioni sul Sistema delle aste ETS in Italia, consultare la pagina del Ministero dello Sviluppo economico

Cos’è il Sistema ETS di scambio delle emissioni?

Il sistema ETS UE opera dunque secondo il principio della limitazione e dello scambio delle emissioni.

Viene fissato un tetto alla quantità totale di alcuni gas serra che possono essere emessi dagli impianti che rientrano nel sistema. Il tetto si riduce nel tempo di modo che le emissioni totali diminuiscono.

Entro questo limite, le imprese ricevono o acquistano quote di emissione che, se necessario, possono scambiare. Possono anche acquistare quantità limitate di crediti internazionali da progetti di riduzione delle emissioni di tutto il mondo. La limitazione del numero totale garantisce che le quote disponibili abbiano un valore.

Alla fine di ogni anno le società devono restituire un numero di quote sufficiente a coprire le loro emissioni se non vogliono subire pesanti multe. Se un’impresa riduce le proprie emissioni, può mantenere le quote inutilizzate per coprire il fabbisogno futuro, oppure venderle a un’altra impresa che ne sia a corto.

Lo scambio crea flessibilità e garantisce che le riduzioni delle emissioni avvengano quando sono più convenienti. Un solido prezzo della CO2 favorisce inoltre gli investimenti in tecnologie pulite e a basso rilascio di CO2.

Qual è l’impatto del Sistema ETS?

Il sistema ETS

  • limita le emissioni prodotte da circa 10 000 impianti nel settore dell’energia elettrica e nell’industria manifatturiera, nonché dalle compagnie aeree che operano tra questi paesi
  • interessa circa il 40% delle emissioni di gas a effetto serra dell’UE.

Quali sistemi riguarda l’ETS?

L’EU ETS riguarda i seguenti settori e gas e presta particolare attenzione alle emissioni delle quali è possibile effettuare misurazioni, relazioni e verifiche con un elevato grado di precisione:

  • anidride carbonica (CO2) derivante da
    • produzione di energia elettrica e di calore
    • settori industriali ad alta intensità energetica, comprese raffinerie di petrolio, acciaierie e produzione di ferro, metalli, alluminio, cemento, calce, vetro, ceramica, pasta di legno, carta, cartone, acidi e prodotti chimici organici su larga scala
    • aviazione commerciale all’interno dello Spazio economico europeo
  • ossido di azoto (N2O) derivante dalla produzione di acido nitrico, adipico e gliossilico e gliossale
  • perfluorocarburi (PFC) derivanti dalla produzione di alluminio.

Per quali impianti l’ETS è obbligatorio?

La partecipazione all’ETS UE è obbligatoria per le imprese che operano in questi settori, ma:

  • in alcuni settori sono inclusi soltanto gli impianti al di sopra di una certa dimensione
  • alcuni impianti di dimensioni ridotte possono essere esclusi qualora le amministrazioni mettano in atto misure fiscali o di altro genere che ne riducano le emissioni di un quantitativo equivalente
  • nel settore dell’aviazione, fino al 31 dicembre 2023 il sistema ETS UE si applica unicamente ai voli tra aeroporti situati nello Spazio economico europeo (SEE).

Quali Paesi aderiscono al Sistema ETS?

Istituito nel 2005, l’ETS UE è il primo sistema internazionale di scambio di quote di emissione al mondo.

Il sistema per lo scambio delle quote di emissione:

  • è attivo in tutti i paesi dell’UE, più l’Islanda, il Liechtenstein e la Norvegia
  • Nel 2017 l’UE e la Svizzera hanno firmato un accordo per collegare i rispettivi sistemi di scambio delle quote di emissione. L’accordo è entrato in vigore il 1º gennaio 2020 e il collegamento è diventato operativo nel settembre dello stesso anno.

Per approfondire sui risvolti ambientali del Sistema, suggeriamo la consultazione del Rapporto ISPRA-SNPA: “Il sistema EU-ETS in Italia e nei principali Paesi Europei“.

Sistema ETS Italia – ultime notizie

Il 1° luglio 2021 ARERA ha comunicato l’aumento dei costi di luce e gas in bolletta per il secondo trimestre del 2021,” di circa il 50% in più rispetto a quello utilizzato per l’aggiornamento del secondo trimestre 2021”.

Tale accelerazione, spiega ARERA, riflette, da una parte, la crescita del prezzo della CO2 (che sta incentivando la sostituzione del carbone con il gas nella produzione termoelettrica), dall’altra, la domanda attesa di gas per il riempimento degli stoccaggi, caratterizzati quest’anno da livelli storicamente bassi, in concorrenza con la domanda per la produzione elettrica nella stagione più calda.

Il Governo,

Sistema ETS: la normativa europea di riferimento e la revisione in corso

Ricostruiamo la normativa di riferimento grazie alle fonti normative messe a disposizione dall’Europa.

Il mercato europeo della CO2 è definito nella direttiva ETS 2003/87/CE ma il quadro di riferimento normativo è stato oggetto di varie revisioni per mantenere l’allineamento del sistema agli obiettivi generali della politica climatica dell’UE.

La revisione del Sistema ETS nel 2018

Il quadro legislativo dell’EU ETS per la fase 4 è stato rivisto nel 2018 per garantire riduzioni delle emissioni a sostegno dell’obiettivo di riduzione delle emissioni dell’UE per il 2030 (-40% rispetto ai livelli del 1990) e nell’ambito del contributo dell’UE all’accordo di Parigi.

La revisione si incentra sui seguenti aspetti:

  • rafforzare l’EU ETS come stimolo agli investimenti aumentando il ritmo delle riduzioni del tetto massimo annuo al 2,2% a partire dal 2021 e rafforzare la riserva stabilizzatrice del mercato (il meccanismo istituito dall’UE nel 2015 per ridurre l’eccedenza di quote di emissioni nel mercato della CO2 e migliorare la resilienza dell’EU ETS agli shock futuri)
  • proseguire con l’assegnazione gratuita di quote a garanzia della competitività internazionale dei settori industriali esposti al rischio di rilocalizzazione delle emissioni di CO2, garantendo al tempo stesso che le regole per determinare l’assegnazione gratuita siano mirate e riflettano il progresso tecnologico
  • aiutare l’industria e il settore energetico a rispondere alle sfide dell’innovazione e degli investimenti richiesti dalla transizione verso un’economia a basse emissioni di CO2 attraverso specifici meccanismi di finanziamento, il Fondo per l’innovazione e il Fondo per la modernizzazione.

ETS e revisione: verso una proposta di direttiva

Per garantire che l’UE abbia un impatto neutro sui cambiamenti climatici entro il 2050, la Commissione ha proposto di innalzare il suo obiettivo di riduzione delle emissioni di gas a effetto serra per il 2030 ad almeno il 55% rispetto ai livelli del 1990.

Ciò ha aperto ad una nuova riforma del Sistema ETS: l Commissione ha pubblicato la valutazione d’impatto iniziale e ha concluso una consultazione pubblica aperta.

Al momento è in piedi una proposta di direttiva e la Commissione ha stabilito un periodo per l’invio di commenti, aperto formalmente il 15 Luglio 2021 e da chiudere l’8 Novembre 2021.

FIT FOR 55: in cosa consiste il pacchetto verde sulle emissioni? (ottobre 2020)

Per realizzare un’Europa climaticamente neutra entro il 2050, la Commissione ha adottato il 19 ottobre 2020 il pacchetto di misure “FIT FOIR 55 %”per ridurre le emissioni di almeno il 55% entro il 2030. Ciò riguarderà settori strategici ad ampio raggio, dalle energie rinnovabili all’efficienza energetica in primo luogo, alla prestazione energetica nell’edilizia, nonché l’utilizzo del suolo, la tassazione energetica, la condivisione degli sforzi e lo scambio di quote di emissione.

Un meccanismo di adeguamento del carbonio alla frontiera contribuirà a ridurre il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio e a garantire condizioni di parità incoraggiando i partner dell’UE a puntare più in alto in materia di clima. Inoltre la Commissione proporrà misure per attuare il piano d’azione europeo per l’economia circolare, la strategia dell’UE sulla biodiversità e la strategia” dal produttore al consumatore”.

ETS e Green Deal: le proposte della Commissione (luglio 2021)

In materia di ETS, ricordiamo che la Commissione ha dato il via libera al pacchetto di proposte normative per rendere le politiche dell’UE in materia di clima, energia, uso del suolo, trasporti e fiscalità idonee a ridurre le emissioni nette di gas a effetto serra di almeno il 55 % entro il 2030 rispetto ai livelli del 1990.

Sull’ETS aveva proposto di

  • abbassare ulteriormente il limite massimo generale delle emissioni;
  • aumentarne il tasso annuo di riduzione;
  • eliminare gradualmente le quote di emissioni a titolo gratuito per il trasporto aereo;
  • allinearsi al sistema globale di compensazione e riduzione delle emissioni di carbonio per il trasporto aereo internazionale (CORSIA);
  • includere per la prima volta nell’ETS dell’UE le emissioni generate dal trasporto marittimo;
  • istituire un nuovo sistema separato di scambio delle quote di emissione per la distribuzione di carburante per il trasporto stradale e di combustibile per gli edifici;
  • aumentare l’entità dei fondi per l’innovazione e la modernizzazione.

Per approfondire leggi l’approfondimento InSic sulle misure del pacchetto Energia della Commissione

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Antonio Mazzuca

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