Nei giorni scorsi il Ministero dell’Ambiente ha resa nota la pubblicazione della Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI), accessibile sul sito www.depositonazionale.it che riporta anche il progetto preliminare e tutti i documenti correlati alla realizzazione del Deposito Nazionale dei rifiuti radioattivi e del Parco Tecnologico, che permetterà di sistemare in via definitiva i rifiuti radioattivi italiani di bassa e media attività.
Le aree interessate dalla Cnapi sono il risultato di un complesso processo di selezione su scala nazionale svolto da Sogin in conformità ai criteri di localizzazione stabiliti dall’Isin, che ha permesso di scartare le aree che non soddisfacevano determinati requisiti di sicurezza per la tutela dell’uomo e dell’ambiente. Ai criteri di esclusione sono seguiti quelli di approfondimento, attraverso indagini e valutazioni specifiche sulle aree risultate non escluse.
Facciamo luce su questo progetto e sui lavori di UNI che proprio in questo periodo sta chiudendo la fase diinchiesta pubblica finale(nella banca dati UNI) sul progetto di normaUNI 1604803 che definisce la terminologia relativa all’attività di disattivazione degli impianti nucleari (decommissioning) e alla gestione dei rifiuti da esse derivanti.
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Il progetto di Deposito nazionale sui rifiuti radioattivi: le fasi del progetto nazionale
Il progetto di un Deposito nazionale sui rifiuti radioattivi, spiega il Ministero Ambiente, dovrebbe rimediare ad una procedura di infrazione europea: attualmente i rifiuti radioattivi sono stoccati in una ventina di siti provvisori, che non sono idonei ai fini dello smaltimento definitivo.
Nella CNAPI compare dunque un elenco dei 67 luoghi potenzialmente idonei (che non sono tutti equivalenti tra di essi ma presentano differenti gradi di priorità a seconda delle caratteristiche). Si apre quindi ora una fase successiva di consultazione dei documenti (previsti due mesi di valoro) cui seguirà nei 4 mesi successivi, il seminario nazionale che aprirà un dibattito pubblico fra enti locali, associazioni di categoria, sindacati, università ed enti di ricerca, sui possibili benefici economici e di sviluppo territoriale connessi alla realizzazione delle opere.
Successivamente al Seminario, ogin aggiornerà la Cnapi, che verrà nuovamente sottoposta ai pareri del Ministero dello Sviluppo Economico, dell’ente di controllo Isin, del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare e del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti. In base a questi pareri, il Ministero dello Sviluppo Economico convaliderà la versione definitiva della Carta, ovvero la Cnai, la Carta Nazionale delle Aree Idonee. Il Ministero sottolinjea che la procedura che porterà dalla CNAIP alla CNAI SARà fortemente “partecipata e trasparente, condotta coinvolgendo gli amministratori e i cittadini tutti, e al termine della quale potranno pervenire le candidature dei comuni”.
Deposito nazionale rifiuti radioattivi e parco tecnologico: le caratteristiche del sito
Spiega il Ministero, che il deposito nazionale e il parco tecnologico saranno costruiti in un’area di circa 150 ettari, di cui 110 dedicati al deposito e 40 al Parco. Il deposito avrà una struttura a matrioska: Nel dettaglio, all’interno di 90 costruzioni in calcestruzzo armato, dette celle, verranno collocati grandi contenitori in calcestruzzo speciale, i moduli, che racchiuderanno a loro volta i contenitori metallici con all’interno i rifiuti radioattivi già condizionati.
In totale circa 78 mila metri cubi di rifiuti a bassa e media attività: si tratta dei rifiuti provenienti dal mondo civile e in special modo da quello medico e ospedaliero, dalle sostanze radioattive usate per la diagnosi clinica, per le terapie anti tumorali, ad esempio, da tutte quelle attività di medicina nucleare che costituiscono ormai il nostro quotidiano.
Sul sitowww.depositonazionale.itcurato da Sogin, tutte le informazioni circa la localizzazione del sito, le caratteristiche dell’opera e del tipo di rifiuti che dovrà contenere.
UNI: verso un Glossario sulla Gestione e smaltimento dei residui radioattivi
Proprio a margine della pubblicazione della CNAPI, l’UNI ha annunciato che si trova attualmente in fase diinchiesta pubblica finalevedasi la banca dati UNi) il progetto di normaUNI 1604803che definisce la terminologia relativa all’attività di disattivazione degli impianti nucleari (decommissioning) e alla gestione dei rifiuti da esse derivanti.
Il progetto “Disattivazione impianti ed installazioni nucleari – Gestione e smaltimento dei residui radioattivi – Glossario“è frutto del lavoro della Commissione “Tecnologie Nucleari e Radioprotezione” e rimarrà in inchiesta pubblica finale – ovvero la fase finalizzata a raccogliere i commenti degli operatori e a ottenere il consenso più allargato possibile prima che il progetto diventi norma – fino al15 febbraio 2021.
Cosa conterrà il Glossario UNI sulla Gestione e smaltimento dei residui radioattivi e quali le sue finalità?
Il documento si propone di mettere a disposizione degli addetti uno strumento di immediata consultazione che – basato sulle terminologie già disponibili, opportunamente verificate e integrate – fornisca un glossario coerente con un quadro complessivo aggiornato delle fasi di disattivazione delle installazioni nucleari e del ciclo di vita dei rifiuti radioattivi.
Si tratta di un progetto che ha tre anni di gestazione, spiega UNI, riportando i lavori della Commissione che hanno ruotato intorno a definizioni derivanti da norme UNI precedenti, da leggi, decreti e normativa nazionale, da standard internazionali dell’Agenzia Atomica AIEA, dell’ISO, della IEC e delle guide tecniche dell’Autorità di Sicurezza.
Secondo Massimo Sepielli, Presidente della Sottocommissione UNI “Terminologia nucleare” e Dirigente di Ricerca – Direzione Dipartimento Fusione e Sicurezza Nucleare dell’ENEA. “L’obiettivo è realizzare un corpo unico di definizioni, organico e comune per gli operatori, gli enti, le imprese e in generale tutti gli attori che parteciperanno al decommissioning delle centrali nucleari e impianti del ciclo del combustibile e alla localizzazione, progettazione e realizzazione del DNPT (Deposito Nazionale e Parco Tecnologico). Il glossario comprende più di 250 termini e verrà pubblicato proprio in concomitanza con la pubblicazione della CNAPI, la carta dei siti potenzialmente idonei a ospitare il deposito nazionale“.
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