In questo periodo sentiamo spesso parlare di Dark Web, di quello che si può trovare, di quanto può essere pericoloso. In questo articolo vediamo cos’è e come funzionano il Surface Web, il Deep Web e il Dark Web.
Nell'articolo
Surface Web: cosa significa
Il Surface Web (letteralmente rete di superficie o web di superficie), non è altro che l’Internet che abitualmente conosciamo e utilizziamo tutti i giorni, sia per lavoro sia per scopi privati.
Internet è più complesso di come lo immaginiamo, è composto da diversi livelli di rete a seconda dell’accessibilità o meno dei dati e delle informazioni contenute nelle varie pagine web.
Se dobbiamo immaginare graficamente la struttura di Internet possiamo rappresentarla come un iceberg. Questo perché un iceberg è spesso di grandi dimensioni, è imponente e appare come un’enorme nave galleggiante sull’oceano. A differenza di un’imbarcazione però un iceberg nasconde un volume molto grande (se non di maggiori dimensioni) anche sotto la superficie dell’acqua.
Surface Web: che cos’è
Come nella vita reale anche nel mondo virtuale esistono sfere pubbliche e sfere private, ci sono informazioni accessibili a tutti, pagine web facilmente rintracciabili e siti completamente navigabili, contenuti indicizzabili con priorità stabilite relative alle loro apparizioni dagli stessi browser web.
Tutta questa parte è il Surface Web , comprende tutto ciò che è visibile a chiunque.
I bot di ricerca si muovono tra i contenuti visibili e cercano di scovare proprio quell’elemento che l’utente in fase di ricerca gli ha chiesto.
Per tutte le persone che hanno una pagina web l’interesse principale è quello di essere visibili al maggior numero di persone possibile.
Cosa si nasconde nel Deep Web?
Ovviamente Internet è fatto anche di aree private, pensiamo alle aree riservate degli innumerevoli account che attiviamo tutti i giorno, o all’area riservata del nostro conto bancario. Tutte informazioni riservate e private che non vogliamo che l’intera community del web veda e raggiunga così facilmente.
I bot di ricerca non hanno il permesso di accedere a queste aree che quindi non sono raggiungibili e non sono visibili ai normali visitatori del web. Tutti questi dati sono parte del web profondo, il Deep Web. Come abbiamo visto non sempre, quando si parla di deep web, si tratta di attività illecite ma si fa riferimento a tutte quelle informazioni che non sono pubblicamente accessibili.
Che cos’è il Dark Web?
Passiamo adesso al DarkWeb. Quando parliamo di dark web dobbiamo citare le darknet, una vera e propria rete parallela a quella di Internet.
Prendiamo come esempio una città, fatta di luoghi pubblici e aperti a tutti, luoghi privati nei quali per entrare ci serve un’autorizzazione o un biglietto.
Ci sono poi quei luoghi in cui è meglio non andare perché bui e frequentati dalla malavita o perché sono piazze di pericolosi scambi illeciti.
Questi luoghi possono essere privati e segreti oppure conosciuti; i cittadini sanno che esistono e sanno dove sono ma semplicemente evitano di frequentarli per evitare guai.
Il Dark Web è la stessa cosa, molti sanno che esiste ma spesso non è così semplice entrarci e i più cercano di stargli alla larga per evitare guai e problemi di ogni tipo.
Quando è nato il DarkWeb?
Nel 1999 nasce un progetto da Ian Clarke, studente statunitense dell’università di Edimburgo. Clarke realizzò una piattaforma Internet libera, (Freenet) che aveva alla base due priorità importanti:
- L’anonimato
- La libera pubblicazione di ogni tipo di contenuto.
Cosa succede nel Dark Web
La rete del Dark Web è costituita da nodi invisibili che utilizzano protocolli criptati e non standard per trasferire i dati. Le pagine, come spiegato in precedenza, non sono accessibili ai bot delle ricerche tradizionali né tantomeno si riescono a raggiungere attraverso i classici link pubblici.
Le darknet sono il territorio preferito dai criminali, vengono utilizzate per la compravendita di droga e di armi, per attività di estorsioni e per la vendita di oggetti rubati ma anche per dissidenti politici o da attivisti, o anche da collaboratori di giornali che non vogliono essere scoperti.
Surface Web: funzionamento
Torniamo un attimo al mondo del surface web, quello conosciuto da tutti e che frequentiamo ogni giorno per lavoro o per scopi privati.
Quando avviamo un browser (come ad esempio Google Crome) ed effettuiamo una ricerca, tecnicamente stiamo componendo una query. Stiamo chiedendo al bot, che si occpupa delle riceche (detto anche Spider), di fare una ricerca tra le pagine indicizzate che contengono i termini o il termine che abbiamo scritto nell’apposito campo.
La searching engine analizza titoli e contenuti delle pagine, (testi, immagini, video) alla ricerca del termine o del valore che gli abbiamo indicato. In base alla corrispondenza su quanto gli abbiamo richiesto, il bot addetto ci restituisce una serie di risultati.
Il criterio utilizzato da Google o da qualunque altro motore di ricerca stabilisce l’ordine con cui far apparire i risultati grazie a degli algoritmi (segretissimi e che vengono aggiornati continuamente).
L’ intelligenza artificiale interviene e cerca di comprendere sempre di più quali siano le ricerche degli utenti per restituire loro risultati sempre più attinenti.
Il risultato della nostra ricerca cambierà ovviamente a seconda del motore di ricerca e della tecnologia utilizzata.
Il Surface Web è pericoloso?
Quando passeggiamo in un parco pubblico in pieno giorno, possiamo andare incontro a dei pericoli, anche nel web di superficie, che non è nato per scopi illeciti e che è accessibile a tutti possiamo trovare attività pericolose.
Se facciamo un paragone con la vita di tutti i giorni, quando attraversiamo una strada guardiamo a destra e poi a sinistra; se attraversiamo un campo facciamo attenzione a dove mettiamo i piedi; non diamo corda agli sconosciuti e cerchiamo di evitare le zone che ci sembrano malfrequentate.
La stessa attenzione dobbiamo applicarla durante la navigazione di tutti i giorni anche nel surface web.
Possiamo avvalerci di poche e semplici regole da seguire per mantenere l’attenzione quando navighiamo su Internet:
- Controlliamo l’affidabilità dei siti web che frequentiamo.
- Facciamo attenzione alle chat, se non conosciamo chi c’è dall’altra parte dello schermo o se non ne siamo sicuri, non riveliamo i nostri dati o informazioni sensibili.
- Attenzione a ciò che scarichiamo o a quello che condividiamo.
- Controlliamo cosa clicchiamo, non tutto è quello che sembra, prima di cliccare su quel pulsante tanto invitante, chiediamoci se la pagina che stiamo navigando è affidabile.
Cadere nella trappola di malware o phishing è un attimo, bisogna sempre tenere alta l’asticella dell’attenzione, ci sono siti che sembrano reali al 100% e invece sono fike.
Come si accede al Dark Web?
A differenza di quanto succede nel caso del Deep Web, al Dark Web si accede solo tramite specifici software che consentono agli utenti la navigazione anonima, cioè di proteggere tanto la propria identità quanto la privacy in termini di siti cronologia delle pagine visitate.
Se digitiamo un qualunque dominio .onion nella barra degli indirizzi di un normale browser (come ad esempio Google Chrome o Safari), il sito corrispondente non risulterà raggiungibile.
Il software più conosciuto e utilizzato per accedere al Dark Web è Tor, si presenta come un browser scaricabile gratuitamente, utilizzabile anche per la navigazione sui siti di tutti i giorni tutelando la nostra riservatezza.
La maggior parte degli utenti utilizzano Tor (si contano tre milioni di download); tra le persone che lo usano ci sono molti attivisti o giornalisti che vivono o lavorano in paesi sotto regimi autoritari. In questo modo è possibile aggirare filtri e censure. Tempo fa la Turchia aveva bloccato Youtube e Twitter, utilizzando però Tor era comunque possibile accedere ad entrambi.
Cosa possiamo trovare nel Dark Web?
Il dark web può essere immaginato ad un grande suk in cui si può trovare di tutto, persino la versione .onion dei siti di notizie e persino di Facebook, molte delle pagine sono gestite da amanti delle criptovalute.
In tutto questo mondo sono presenti anche i mercati illegali, somigliano a dei forum e funzionano a grandi linee come eBay con venditori che accumulano dei punteggi basati sui feedback degli utenti. Molti dei servizi e dei prodotti acquistabili nel Dark Web sono delle vere e proprie truffe.
I pericoli sono connessi alla presenza di malware che fortunatamente vengono riconosciuti dai moderni antivirus.
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Sono IT Manager di un gruppo italiano leader nella compravendita di preziosi – oro, argento, diamanti e orologi di prestigio –
presente in Italia e in Europa con oltre 350 punti vendita diretti e affiliati.
Sono una persona a cui piace mettersi in gioco e penso che non si finisce mai di imparare, adoro la tecnologia e tutta la parte sulla sicurezza informatica.
Mi diverto trovare vulnerabilità per poi scrivere articoli e dare delle soluzioni.