reazione al fuoco

Comportamento e reazione al fuoco dei materiali

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In tema di prevenzione incendi, la reazione al fuoco ha l’obiettivo di ridurre la combustione dei materiali e limitare la propagazione dell’incendio.

di Antonio Annecchini

Cosa vuol dire reazione al fuoco

La reazione al fuoco è una misura antincendio di protezione passiva ed in quanto tale manifesta i suoi effetti in caso di incendio e, nello specifico, sia nella fase di accensione e prima propagazione dell’incendio, con l’obiettivo di limitare l’accensione dei materiali, sia nella fase di crescita dell’incendio, con l’obiettivo questa volta di limitare la propagazione della combustione e la partecipazione dei materiali.

Reazione al fuoco dei materiali

La reazione al fuoco, pertanto, si riferisce al comportamento al fuoco dei materiali combustibili presenti all’interno di una attività e tipicamente presenti nelle opere di costruzione come prodotti (materiale o kit destinato ad essere stabilmente inglobato in opere di costruzione o in parti di esse e la cui prestazione incide sulla prestazione delle opere) o non qualificabili come prodotti da costruzione.

Classi di reazione al fuoco di un materiale

La reazione al fuoco di un materiale viene espressa attraverso una classe ed i parametri che la determinano fanno riferimento a prove di laboratorio eseguite in accordo a norme tecniche di riferimento che definiscono il modello di fuoco, l’apparecchiatura di prova, le procedure di esecuzione delle prove e gli elementi tesi a simulare gli scenari di riferimento per la valutazione della partecipazione al fuoco del prodotto o del materiale sottoposto a prova.

La reazione al fuoco, per apportare il suo contributo alla sicurezza antincendi, nella classificazione dei prodotti e dei materiali deve tenere conto da una parte del grado di partecipazione alla combustione, dall’altra delle effettive condizioni di installazione.

Quali sono gli elementi per i quali si deve tener conto della classe di reazione al fuoco

Le classi di reazione al fuoco sono riferibili al modello omologativo italiano, valido per specifici materiali non qualificabili come prodotti da costruzione secondo il D.M. 26/6/1984 e s.m.i., ed al sistema europeo, valido per i prodotti da costruzione come definiti nel regolamento (UE) CPR n. 305/2011. Pertanto, a tutti i materiali non riconducibili alla fattispecie di prodotti da costruzione si continuano ad applicare le disposizioni italiane in materia di omologazione. Anche per i prodotti di costruzione per i quali non esiste una norma armonizzata con requisito richiesto di reazione al fuoco rimane l’applicabilità del sistema italiano di classificazione.

Modello italianoSistema europeo
Mobili imbottiti (p. es. poltrone, guanciali, etc.) Bedding (p. es. coperte, coprimaterassi, etc.) Mobili fissati e non agli elementi strutturali (p. es. sedie e sedili non imbottiti) Tendoni per tensostrutture Strutture pressostatiche e tunnel mobili Materiale scenico (p. es. quinte, velari, tendaggi e simili)Applicabile ai materiali qualificabili come prodotti da costruzione, p. es. Rivestimenti Controsoffitti e lastre di copertura Pavimentazioni sopraelevate Partizioni interne, pareti e pareti sospese Materiali per l’isolamento Materiali per impianti Cavi elettrici o di segnalazione
Tabella comparativa -Materiali per i quali sono attribuibili le classi di reazione al fuoco

Quali sono i materiali ignifughi

I materiali non combustibili sono tutti quei materiali o prodotti da costruzione che non partecipano alla combustione e, a seguito del superamento delle relative prove, sono classificati in classe 0 (modello italiano) ed in classe A1 (sistema europeo).

Si osservi come la regolamentazione italiana non prevede omologazione per i materiali in classe 0, i quali sono indicati esplicitamente nel D.M. 14/01/1985.

Il sistema di classificazione europeo

L’introduzione del sistema di classificazione europeo, quando riguarda materiali da installare nelle attività ricomprese nel campo di applicazione delle regole tecniche di prevenzione incendi, ha comportato la necessità della definizione di una associazione di corrispondenza fra classe italiana e sistema di classificazione europeo.

Le classi di reazione al fuoco: l’associazione con il sistema europeo

Il D.M. 15/3/2005, integrato con il D.M. 16/2/2009, consente di associare ad ogni classe del modello italiano di classificazione le classi del sistema europeo: le classi 0, 1, 2, 3, 4 e 5 hanno, quindi, una corrispondenza con il sistema europeo A1, A2, B, C, D, E ed F.

Cosa indica la reazione al fuoco

Mentre la reazione al fuoco fornisce una misura del grado di partecipazione alla combustione di un materiale, la resistenza al fuoco classifica gli elementi strutturali secondo una serie di requisiti funzionali ed il Decreto 16/2/2007 rappresenta il riferimento per la definizione completa di tale sistema di classificazione basato sui requisiti funzionali.

Cosa vuol dire la sigla REI

Per fare un esempio, la sigla REI significa che l’elemento al quale si riferisce, per un tempo predeterminato espresso in minuti, è capace di garantire: R – la capacità di sopportare carichi durante l’esposizione agli effetti termici di un incendio (curva nominale ISO 834), E – la capacità di mantenere la sua integrità durante l’esposizione agli effetti termici di un incendio e I – la capacità di mantenere l’isolamento termico durante l’esposizione agli effetti termici (tempo necessario perché si produca un aumento di temperatura limitato sul lato non esposto).

La normativa applicabile

Il panorama normativo in tema di reazione e resistenza al fuoco è particolarmente articolato in quanto risulta costituito dalla coesistenza di normativa nazionale e di origine europea.

I principali riferimenti che, oltre a definire nei suoi aspetti generali la materia, traspongono nell’ordinamento italiano le norme e le direttive europee sono il codice di prevenzione incendi D.M. 3/8/2015 e il D.M. 10/3/2005 per il regime omologativo.

Il regolamento UE n. 305/2011, invece, rappresenta il riferimento per il regime della classificazione europea. L’assetto legislativo, poi, è completato dalle norme tecniche emesse da UNI e dal CEN per la specificazione tecnica dello stato dell’arte.

Per approfondire l’argomento sulla reazione al fuoco puoi consultare l’articolo su:

Antincendio n.2/2021 – “Il Codice di Prevenzione Incendi: applicazione delle Sezioni a casi studio reali – Capitolo S.1 – Reazione al fuoco“
Giuseppe Gaspare Amaro, Elena Vultaggio

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