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Opere pubbliche: al via le Linee Guida di Sostenibilità: a cosa servono e cosa cambia nelle gare pubbliche

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Dal Ministero delle Infrastrutture arriva il Decreto con le Linee guida per garantire il rispetto di principi e criteri di sostenibilità lungo tutto il processo di realizzazione degli investimenti pubblici, frutto delle buone pratiche di sostenibilità messe in atto dai Provveditorati nell’ultimo anno, come riporta il Ministro Giovannini.

“Abbiamo raccolto e reso sistemiche le esperienze maturate per fornire nuovi standard per la programmazione, la progettazione e l’esecuzione di opere pubbliche, nel rispetto degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, del Green Deal europeo e dei criteri del Next Generation Eu”.

Opere Pubbliche: il Decreto sulle Linee Guida. Gli obblighi per i provveditorati

In tutte le fasi di programmazione, progettazione ed esecuzione delle opere pubbliche, i Provveditorati dovranno perseguire gli Obiettivi di sviluppo sostenibile e utilizzare le buone pratiche per la sostenibilità delle infrastrutture definite a livello internazionale ed europeo, vigilando sul loro rispetto da parte degli operatori economici che svolgono i lavori.

Quando si applicano le Linee Guida per le opere pubbliche

Le Linee Guida si applicano alla realizzazione delle opere la cui attività di programmazione sia avviata a partire dal primo gennaio 2023.

Cosa contengono le Linee Guida per la sostenibilità nelle Opere Pubbliche

Le Linee guida prevedono standard più elevati per la programmazione, la progettazione e l’esecuzione degli interventi, tenendo conto degli Obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu, del Green Deal europeo e dei criteri del Next Generation Eu.

Tra le principali novità l’introduzione di un sistema premiale per le aziende che adottano modelli innovativi, di alta qualità costruttiva e per garantire la sostenibilità economica, sociale e ambientale degli interventi.

Programmazione di opere pubbliche: le indicazioni delle Linee Guida Sostenibilità

Per quanto riguarda la fase di programmazione, i Provveditorati orienteranno le proprie iniziative e attività nel rispetto del principio “Do no significant harm” (DNSH) introdotto dal regolamento europeo (2020/852), in relazione a tutti gli interventi e non solo a quelli finanziati dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr) o dal Piano Nazionale Complementare (Pnc), adottando la modalità che più di altre evitino danni ambientali. A tal fine, i Provveditorati dovranno effettuare un’accurata analisi di contesto per identificare i vincoli urbanistici, territoriali, ambientali e socioeconomici, e determinare tutte le condizioni per una corretta progettazione, esecuzione e gestione dell’opera.

Progettazione di opere pubbliche: le indicazioni delle Linee Guida Sostenibilità

In fase di progettazione, i Provveditorati dovranno fornire indicazioni tecniche e specifiche per il rispetto dei principi di sostenibilità, prevedendo anche sanzioni che comportano la sospensione dei pagamenti agli appaltatori in caso di mancato rispetto del DNSH. Inoltre, potranno introdurre requisiti più stringenti per rafforzare la tutela ambientale in relazione alle diverse tipologie di interventi.

Bandi: quali clausole inserire?

I Provveditorati dovranno poi inserire nei bandi di gara, tenuto conto della tipologia di appalto e della natura delle prestazioni, le clausole e i criteri di sostenibilità, predisporre schede tecniche per le procedure da adottare nel rispetto dei vincoli ambientali imposti dalle norme nazionali e sovranazionali, inserire nei bandi di gara clausole premiali in favore degli operatori economici che: adottino standard elevati di innovazione e di qualità costruttiva; siano in possesso di certificazione professionale ulteriore rispetto a quelle di gestione ambientale conformi al sistema EMAS (Eco-Management and Audit Scheme); attuino politiche per le pari opportunità, generazionali e di genere e per promuovere l’inclusione lavorativa delle persone disabili; garantiscano il rispetto del principio di azzeramento del consumo di suolo.

Clausole energetiche nei bandi

Sempre nella fase di progettazione, i Provveditorati dovranno perseguire l’obiettivo di rendere a “energia quasi zero” gli edifici, secondo i principi di progettazione bioclimatica, come previsto dal regolamento europeo e dal pacchetto “Fit for 55”.  A tal fine, per i nuovi edifici e per gli interventi che contemplano una demolizione e una successiva ricostruzione, si deve prevedere:

  • l’uso di tecnologie e tecniche avanzate a basso impatto;
  • l’uso di materiali da costruzione riciclati e rinnovabili;
  • l’approvvigionamento di materiali a basso impatto, dando priorità all’utilizzo di materiali innovativi attivi con proprietà antismog, autopulenti, antibatteriche e anti-odori; forme di progettazione modulari e flessibili;
  • l’ottimizzazione gestionale, minimizzando costi e tempi di manutenzione dell’opera.

Per la riqualificazione di edifici esistenti, i Provveditorati dovranno puntare su progetti in grado di migliorare le prestazioni energetiche dell’immobile stesso, ridurre l’inquinamento atmosferico, contenere i costi di manutenzione, assicurare idonei livelli di salubrità ambientale interna ed esterna.

Il Protocollo di Sostenibilità: cos’è e a cosa serve?

Il “Protocollo di sostenibilità”, è uno strumento a disposizione dei provveditorati per la progettazione e per la valutazione ex post.

Il Protocollo prende in considerazione una pluralità di parametri tra cui: l’efficienza energetica e idrica e la salubrità ambientale interna, l’impatto generato dalle attività di costruzione sull’ambiente naturale, i processi di economia circolare, compresi il riutilizzo e il riciclaggio dei materiali, un adeguato smaltimento e l’avvio al riuso dei materiali, la connessione con le infrastrutture di mobilità collettiva e leggera.

Esecuzione di opere pubbliche: le indicazioni delle Linee Guida Sostenibilità

Nella fase di esecuzione delle opere, i Provveditorati dovranno impegnarsi ad adottare un sistema di verifica del rispetto delle clausole di sostenibilità previste nella progettazione effettuando un attento monitoraggio mediante piattaforme digitali dedicate e aggiornando per ciascun intervento le “Checklist di verifica e controllo” indicate dal Ministero dell’Economia e delle Finanze per il rispetto del principio DNSH.

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Antonio Mazzuca

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