Rifiuti e codici a specchio: dopo la sentenza della CGUE problema risolto?

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La corretta classificazione dei rifiuti, con particolare riferimento ai c.d. codici a specchio, è un argomento controverso, delicato e problematico sul quale si è sinora discusso sia a livello dottrinale sia a livello giurisprudenziale, con orientamenti altalenanti da parte della giurisprudenza di legittimità e la necessità di una definizione univoca della questione in sede interpretativa comunitaria.
La vicenda è culminata con una recentissima sentenza della Corte di Giustizia europea, la quale ha finalmente fatto luce sulle modalità che il produttore o detentore del rifiuto deve porre in essere per non incorrere in una irregolare gestione dei rifiuti.
L’articolo di Alessandro Zuco (Avvocato specializzato in diritto ambientale e sicurezza sul lavoro) su Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.5/2019 torna sul controverso tema relativo alla corretta classificazione dei rifiuti, in particolare per quanto concerne i codici speculari e sulle conclusioni della sentenza della Corte di Giustizia europea.


L’articolo è disponibile per abbonati alla rivista Ambiente&Sciurezza sul Lavoro (*).

Nell’articolo viene illustrata la disciplina normativa sulla classificazione dei rifiuti a partire dalla Decisione 200/532/CE, istitutiva dell’Elenco europeo dei rifiuti e dalla Decisione 94/904/CE, istitutiva di un elenco di rifiuti pericolosi.
Si passa poi all’analisi della evoluzione dottrinale e giurisprudenziale sul tema della corretta classificazione dei rifiuti aventi codici a specchio, in particolare, i due orientamenti contrapposti: la tesi della “certezza” o della “pericolosità presunta”, ispirata al principio di precauzione, e la tesi della “probabilità”.

Riferimenti bibliografici:
Rifiuti e codici a specchio
Dopo la sentenza della CGUE problema risolto o questione ancora aperta?
Alessandro ZucoAmbiente&Sicurezza sul Lavoro n.5/2019<

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Redazione InSic

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