“Il Piano della Regione Lazio è un progetto pilota – ha sostenuto infatti Galletti – mi piace perchè guarda al futuro. Prova a immaginarsi come sarà la nuova economia dopo questa crisi. Sarà un’economia molto ambientale: vincerà la sfida della nuova economia chi riuscirà ad ‘ambientalizzare’ le proprie produzioni, a consumare meno risorse e a produrre meno rifiuti. Nel contempo, vinceranno i Paesi che avranno di più efficientato e avranno più puntato sulle energie rinnovabili”.
Anche per Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, “efficienza e risparmio significano opportunità di sviluppo e crescita e il Lazio sta a testa alta dentro una sfida globale”.
Galletti ha pertanto partecipato alla presentazione delle linee guida del Piano energetico della Regione Lazio. Si tratta di un Documento strategico in sette capitoli e quattro allegati per sviluppare il nuovo Piano Energetico Regionale (Per) 2015-2020.
Si punterà soprattutto su risparmio ed efficienza aprendo un confronto con soggetti pubblici e privati, al fine di definire il Piano entro quest’anno. Ciò sarà possibile grazie ad un lavoro condiviso e trasparente, di concertazione con enti locali, gestori di servizi, università ed enti di ricerca, associazioni di categoria, ordini e collegi professionali, ecc..
Nicola Zingaretti, presidente della Regione Lazio, spiega che così “parte l’alleanza del Lazio per risparmio ed efficienza energetica. Dopo 14 anni di assenza di programmazione si parte con il nuovo Piano energetico della Regione”. Si intende dare “più efficienza energetica per la riduzione dei consumi e di Co2”, offrendo uno sviluppo sostenibile e quindi la modernizzazione del sistema di governance, “innovando e semplificando le regole”.
“Le parole del ministro Galletti ci incoraggiano perchè è possibile puntare a una nuova economia dove si risparmia energia attraverso l’efficientamento di tutto, gli edifici pubblici, di chi ci vive, di chi produce – sottolinea Zingaretti – il modello di sviluppo che l’Italia ha avuto in questi anni magari ha prodotto lavoro ma ha distrutto la natura, soprattutto ha distrutto il pianeta nel quale viviamo ed è ovvio che dobbiamo pensare a un modello di sviluppo che – e’ dimostrato – crea lavoro e reddito che non solo non distrugge ma valorizza grazie alle nuove tecnologie l’ambiente. Dobbiamo cambiare tutto”.
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