Terremoti e rischio incendio: la vulnerabilità degli stabilimenti RiR

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Sulla rivista Antincendio, l’articolo di Fabrizio Di Tirro cerca di spiegare cosa potrebbe accadere in caso incendi ed esplosioni a seguito di un terremoto, con una particolare attenzione per gli scenari incidentali peggiori come quello di un’esplosione avvenuta in Giappone che ebbe meno risonanza di quella di Fukushima, pur avendo una notevole gravità.

Da sempre i danni generati da terremoti vengono associati ai crolli, alla perdita di vite umane, alla distruzione del patrimonio storico-architettonico, alle modificazioni della geomorfologia del territorio ed all’isolamento delle popolazioni delle aree colpite.
Questi sono gli effetti di maggior presa emotiva e di maggior impatto, perlomeno lo sono nel nostro territorio italiano.
Tuttavia la moltitudine dei danni che si sommano a seguito dei terremoti può comprendere tante ed ulteriori tipologie di gravi conseguenze che passano in secondo ordine nella diffusione delle notizie, solo perché i media danno risalto agli effetti i più catastrofici.

È proprio questo il caso di una incredibile esplosione che nel 2011 distrusse totalmente una raffineria in Giappone generando una serie di BLEVE (fenomeni di scenari incidentali ben conosciuti a chi lavora in raffinerie così come a chi opera con gli impianti a “rischio di incidenti rilevanti”) il più grave dei quali, sollevò nel cielo a 600 metri di altezza, un’impressionante palla di fuoco di 500 mt di diametro, formata dai vapori di idrocarburi che, ancor oggi, sconvolge chi guarda i filmati della ripresa in diretta, uno per tutti il Live CNN [1].
E nonostante tutto, questa esplosione sconvolse meno di quanto avveniva allo stesso tempo nella centrale nucleare di Fukushima.

Questo spaventoso scenario di incendio/esplosione all’interno di una grande raffineria è poco conosciuto perché, in quegli istanti, l’attenzione di tutto il mondo era concentrata sul melt-down della centrale di Fukushima, la conseguenza più catastrofica del devastante terremoto di Tohoku del 2011.
Sembra difficile da credere, eppure nell’ultimo secolo ci sono stati terremoti nei quali i danni derivati dai conseguenti incendi, sono stati superiori quelli causati direttamente dal sisma.
L’articolo di Fabrizio Di Tirro, HDI Country Manager Risk Consulting su Antincendio n.7/2018 è una sorta di introduzione che esamina più in dettaglio quello che può accadere in caso incendi ed esplosioni a seguito di un terremoto, con una particolare attenzione per gli scenari incidentali peggiori (potenziali incidenti alle industrie di processo per cedimenti di reattori, perdite da serbatoi o da pipelines, ecc.), concentrandoci quindi sugli impianti petrolchimici e più in generale sugli stabilimenti a Rischio di Incidente Rilevante (Dir 105/2015) e domandarci quanto frequentemente e con quali scenari incidentali potenziali questi eventi possono accadere e cosa si può fare per evitarli o contenerli negli effetti.

Riferimenti bibliografici:
Terremoti: rischi di incendio-esplosione e vulnerabilità degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
Fabrizio Di Tirro, HDI Country Manager Risk Consulting

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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