La Prova del Fuoco: Chemolli, si torna a parlare di chiusure resistenti al fuoco: seconda puntata

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Torna per un secondo episodio, “La prova del Fuoco”, l’appuntamento periodico organizzato da Chemolli Fire, in cui vengono analizzate le tematiche di maggiore attualità nel settore delle chiusure resistenti al fuoco.

La prova del Fuoco: come cambia la figura del manutentore? rispondono Eros Chemolli e Matteo Negretti

In questo secondo episodio scopriamo come cambierà, a breve, la figura del manutentore di porte tagliafuoco. Ce lo illustra Eros Chemolli, titolare di Chemolli Fire, con l’aiuto di Matteo Negretti di Associazione MAIA.

L’associazione sta collaborando ai tavoli tecnici Ministeriali sui quali ha preso forma e sarà approvato a breve il cosiddetto “Decreto controlli” (sul quale si è già espressa l’Associazione M.A.I.A. n.d.r.).

Il Decreto rivoluzionerà, a quanto pare, soprattutto il percorso formativo di questa importante figura (vedi tutte le novità del Decreto Controlli e degli ulteriori due decreti che sostituiranno il DM 10 marzo 1998 nel nostro approfondimento).

Ad oggi, il riferimento per la manutenzione di porte tagliafuoco è fissato alla norma UNI 11473.Questa prevede tre possibilità:

  1. Comprare e studiare la norma;
  2. seguire un corso di formazione;
  3. affrontare un percorso formativo con esame finale accreditato.

Con il Decreto Controlli, viene introdotto il tecnico manutentore come figura professionale, ad oggi non ancora riconosciuto ufficialmente come tale.

Il tecnico manutentore dovrà, per ogni categoria di presidio antincendio, avere una formazione specifica ed esperienza pregressa per poter così sostenere un esame finale di fronte a una commissione composta da funzionari dei Vigili del fuoco.

La prova del Fuoco: chiusure resistenti al fuoco e principali criticità: intervista a Andrea Botta di Sebino Chiusure

Come hanno fronteggiato, i migliori, le sfide che si ponevano loro di fronte?
Nella prima puntata de La Prova del Fuoco, una intervista ad Andrea Bottà di Sebino Chiusure Srl, che ha marcato CE le proprie porte in legno resistenti al fuoco secondo EN16034 ed EN14351-1.

Chiusure marcate CE:
come commercializzarle in Italia?

Per commercializzare in Italia chiusure marcate CE secondo queste norme è necessario, oltre alle prove al fuoco e di tenuta ai fumi, testare la permeabilità all’aria, all’acqua ed al vento.

Vanno inoltre verificate la capacità di sblocco e trasmittanza termica.

Il tutto, certificato da un ente notificato che verifica la presenza e la validità di un sistema di controllo di produzione FPC. Tale sistema deve assicurare la consistenza e la rispondenza della produzione ai campioni inviati al laboratorio di prova nei test iniziali di tipo (ITT).

Forniture di porte marcate CE: quale documentazione?

Nelle forniture di porte marcate CE, sarà necessario che il produttore fornisca un set di documentazione diverso rispetto alle porte omologate:

  • la Dichiarazione di Prestazione (DoP),
  • il Certificato di Costanza,
  • il libretto di installazione, uso e manutenzione.
    Caso tutto italiano, le porte a doppio uso: omologate e marcate, saranno dotate di un doppio set di documenti.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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