Depositi filobus e progettazione antincendio: un caso di studio su Antincendio

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Sulla rivista Antincendio di ottobre è stato pubblicato un interessante articolo di F. Battistini e G. Galeotti, fondatori della FSE Progetti sulla progettazione antincendio di un deposito di filobus. Si tratta di un’attività i cui vincoli normativi impedivano di applicare la UNI 9494. Ecco allora come ingegneria antincendio ha permesso di risolvere il problema del controllo di fumo e calore…

L’attività di deposito di filobus si inquadra come attività di autorimessa all’interno del D.P.R. 151/2011: le forti prescrizioni del D.M. 1 febbraio 86 incontrano l’impossibilità di applicare la UNI-9494 per il dimensionamento del sistema di controllo fumo e calore. È qui che, secondo gli autori, entra in gioco l’ingegneria antincendio, da un lato svincolando le strategie antincendio, e dall’altro ampliando il campo di applicazione delle norme, ottenendo come fine ultimo, la possibilità di supportare la progettazione non più con elementi qualitativi, ma con risultati prettamente quantitativi.

Il Caso di studio
Il progetto è relativo a deposito, sito al pianto terra di un edificio multipiano, di mezzi di locomozione ad uso pubblico ad alimentazione elettrica (filobus), con una superfice in pianta del compartimento di 9.390 m2.
L’edificio risulta essere vincolato architettonicamente sulle facciate esterne che danno sulle vie pubbliche, presenta altezza di trave inferiore a 6,2 m e altezza media intradosso solaio a 7 metri; per la movimentazione interna dei mezzi elettrici è prevista una linea elettrica T.E. ad una altezza di circa 5,6 metri.
Per esigenze operative non è stato possibile in alcun modo interrompere la continuità elettrica delle linee T.E. con tende o cortine, pertanto, il progetto in oggetto è caratterizzato da un unico volume a soffitto superiore alle indicazioni massime della norma di riferimento e pari a 1.600 m2.
Si evince quindi che non è direttamente riconducibile al campo di applicazione della UNI 9494-2, dunque non può essere approcciato secondo metodologie standard.

Nella progettazione verranno utilizzati modelli di incendio presenti nelle maggiori normative tecniche mondiali e dei principi base delle UNI 9494, che consentirà di risolvere situazioni non direttamente approcciabili con le norme italiane attualmente in vigore.

Le soluzioni prospettate

In questo caso specifico la modellazione avanzata di incendio ha permesso di ottenere tre vantaggi sostanziali rispetto ad un approccio tradizionale. Il primo, quello di svincolarsi dai limiti di applicabilità della UNI 9494-2 per il dimensionamento dell’impianto SEFFC; il secondo, quello di aver ottimizzato al massimo la quantità e disposizione delle macchine previste; e l’ultimo, quello ingegneristicamente più importante, l’aver reso possibile quantificare numericamente l’efficienza dell’impianto in caso di incendio.

Gli impianti SEFFC con jet fan offrono sicuramente il vantaggio della semplicità d’installazione perché eliminano i costosi, complessi ed ingombranti sistemi di condotti e griglie, sono infatti facili e veloci da installare e da manutenere.
Nel caso specifico inoltre sono risultati particolarmente favorevoli perché vi è stata possibilità di integrarli facilmente con gli altri sistemi impiantistici esistenti ( es. linea elettrica T.E.) garantendo il funzionamento in caso d’incendio secondo gli obbiettivi di sicurezza prefissati in fase progettuale.

L’articolo completo è disponibile sulla rivista Antincendio, anche in formato online, per gli abbonati alla rivista.

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Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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