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Lavoro e privacy: stop all’uso delle impronte digitali per il controllo delle presenze

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L’uso delle impronte digitali per controllare le presenze a lavoro finisce nel mirino del Garante per la privacy. Un istituto scolastico calabrese è stato sanzionato per aver adottato un sistema di rilevazione biometrica ritenuto non conforme alla normativa. Anche con il consenso dei lavoratori, il trattamento dei dati sensibili deve rispettare regole precise e garantire un equilibrio tra esigenze organizzative e tutela dei diritti.

Impronte digitali e rilevazione presenze

Il Garante per la protezione dei dati personali ha ribadito il divieto di utilizzare dati biometrici per finalità di rilevazione delle presenze sul lavoro in assenza di una normativa specifica. Al centro della vicenda, un istituto di istruzione superiore di Tropea che aveva adottato un sistema di riconoscimento basato sulle impronte digitali del personale amministrativo. L’obiettivo dichiarato era duplice: registrare la presenza del personale e prevenire episodi di danneggiamento o vandalismo.

Impronte digitali e dati biometrici: il trattamento non è lecito

L’Autorità è intervenuta in seguito a un reclamo, accertando che il trattamento dei dati biometrici non rispettava i requisiti di liceità previsti dalla normativa italiana ed europea. In particolare, ha sottolineato che il consenso espresso dai lavoratori coinvolti — che avevano scelto volontariamente questo metodo in alternativa a quello tradizionale — non può costituire una valida base giuridica in ambito lavorativo. La sproporzione tra datore di lavoro e lavoratore rende il consenso, infatti, non pienamente libero.

I chiarimenti del Garante e la sanzione

Il Garante ha richiamato il proprio parere del 2019, in cui già evidenziava l’elevata invasività dei sistemi biometrici e la delicatezza dei dati trattati. L’uso sistematico e generalizzato di questi strumenti nelle pubbliche amministrazioni è ritenuto non proporzionato e privo di un adeguato fondamento normativo. In questo caso, all’istituto scolastico è stata inflitta una sanzione di 4.000 euro. L’importo è stato modulato tenendo conto della collaborazione dimostrata dall’amministrazione scolastica durante l’istruttoria e dell’assenza di precedenti violazioni.

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Lavoro: no alle impronte digitali per la rilevazione presenze 
Il Garante sanziona un istituto scolastico 

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