Accordo Stato-Regioni 2025: analisi Confindustria sulla formazione in materia di sicurezza sul lavoro

Nuovo Accordo sulla formazione in materia di sicurezza sul lavoro: l’analisi di Confindustria

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Mentre si attende la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale dell’Accordo in materia di formazione sulla sicurezza nei luoghi di lavoro, approvato il 17 aprile scorso in Conferenza Stato-Regioni, Confindustria ha realizzato una nota che ne analizza i principali elementi di novità.

Le principali novità individuate da Confindustria

L’organizzazione delle imprese italiane, attraverso la propria analisi, non intende offrire un resoconto esaustivo dell’intero Accordo, ma concentra l’attenzione sugli aspetti essenziali e maggiormente innovativi, ritenuti di particolare rilievo per le imprese e gli operatori del settore.

Segnala quindi che, pur mantenendo un impianto simile a quello dei precedenti accordi dal punto di vista strutturale, il nuovo documento approvato in Conferenza Stato-Regioni, introduce alcune rilevanti innovazioni, tra cui:

  • La formazione specifica e aggiornata del datore di lavoro;
  • L’ampliamento dei contenuti formativi destinati al preposto;
  • L’inclusione di nuove attrezzature tra quelle disciplinate dall’art. 73 del D.Lgs. 81/2008;
  • La definizione di obblighi formativi per gli operatori in ambienti confinati.

Focus sull’organizzazione della sicurezza

Confindustria rileva inoltre una rinnovata attenzione all’organizzazione della sicurezza, con un’enfasi particolare sul ruolo del datore di lavoro e sulle sue responsabilità. Degni di nota anche gli approcci formativi innovativi, orientati a superare la tradizionale impostazione teorico-nozionistica in favore di una formazione più esperienziale, centrata sulla consapevolezza e sull’adozione di comportamenti corretti.

I dubbi sollevati sull’Accordo Stato-Regioni del 17 aprile

L’associazione delle imprese solleva poi alcune perplessità sul nuovo Accordo Stato-Regioni in materia di formazione alla sicurezza sul lavoro. I principali nodi critici sono articolati su più livelli:

Ambiguità nel riferimento a Regioni e Province autonome

L’espressione “Regioni e Province autonome” appare ambigua: secondo l’associazione, dovrebbe riferirsi esclusivamente alle Regioni autonome e Province autonome. Se invece si intendesse includere tutte le Regioni e Province, anche quelle ordinarie, si rischierebbe di legittimare ogni ente territoriale a introdurre proprie deroghe. Questo potrebbe compromettere l’uniformità dell’Accordo a livello nazionale, creando disparità normative e responsabilità penali differenti da una Regione all’altra.

Incertezze sui destinatari della differente disciplina

Non è chiaro poi a quali soggetti si dovrebbero applicare le eventuali regole regionali/provinciali diverse: I lavoratori formati nella Regione in questione, i lavoratori che operano in quella Regione, i dipendenti delle aziende con sede legale in quella Regione?

Criticità sul piano oggettivo: rischio di frammentazione

L’Accordo potrebbe perdere coerenza, poiché ogni Regione potrebbe modificare a propria discrezione le sue disposizioni, purché rispetti i “contenuti minimi”. Questo potrebbe condurre a scenari in cui un lavoratore formato in una Regione non potrebbe operare in un’altra, se non adeguandosi alle specifiche regole locali.

Incertezze sul concetto di “disposizioni più favorevoli”

Il termine “disposizioni più favorevoli” non è definito chiaramente: Il ricorso maggiore alla videoconferenza sincrona o all’e-learning è considerato una semplificazione accettabile?

Difficoltà operative per le imprese plurilocalizzate

Non è definito cosa potrebbe succedere ai lavoratori dipendenti di imprese attive in più Regioni, qualora alcune Regioni autonome o province autonome adottino modifiche unilaterali all’Accordo.

Incertezze nel regime applicabile ad appalti e mobilità del personale

In caso di appalti, somministrazioni, distacchi o trasferte, non è chiaro quale normativa si debba applicare ai lavoratori solo temporaneamente operativi in Regioni che hanno modificato l’Accordo.

Mancanza di chiarezza sull’organo giudicante

Non è poi specificato chi abbia la competenza per valutare se una regolamentazione regionale sia o meno in contrasto con il principio espresso nella clausola di salvaguardia prevista dall’Accordo.

Alla luce di queste incertezze, Confindustria intende richiedere chiarimenti formali al Ministero del Lavoro.

Nota Confindustria pdf

Per un maggiore approfondimento si rinvia alla lettura della versione integrale della nota, disponibile di seguito in pdf

Confindustria – Nota di Aggiornamento – Accordo Stato-Regioni sulla formazione in materia di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro – Analisi delle principali novità – Maggio2025.

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