Operatore sanitario mentre lavora in un ambiente a rischio di esposizione a sostanze cancerogene

Rischio cancerogeno nel settore sanitario e assistenziale: i dati della ricerca Eu-Osha

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I risultati dell’indagine europea Occupational cancer risk factors in Europe – Findings of the Workers’ Exposure Survey (WES) for health and social care (HeSCare) workers, pubblicata dall’EuOsha, mostrano come il comparto della sanità e dei servizi sociali rappresenti uno degli ambiti più esposti a rischi cancerogeni. La ricerca, condotta su oltre 3.000 lavoratori, in sei Stati membri dell’Ue, ha evidenziato che quasi un terzo degli operatori è stato esposto ad almeno un agente cancerogeno durante la settimana lavorativa analizzata.

Le principali fonti di esposizione professionale nel contesto sanitario

I dati raccolti nella survey dell’Eu-Osha mostrano che le esposizioni professionali più frequentemente rilevate nel settore sanitario sono quelle relative a:

  • radiazioni ionizzanti,
  • formaldeide,
  • ossido di etilene,
  • radiazioni ultraviolette artificiali (UV).

L’indagine ha inoltre rilevato ulteriori fattori di rischio, non strettamente settoriali, come ad esempio l’esposizione a emissioni di gas di scarico dei motori diesel, a radiazioni UV solari e al benzene.

Particolarmente preoccupante è la diffusione di esposizioni multiple, che riguarda circa l’8% dei lavoratori: una condizione che aumenta sensibilmente i rischi per la salute.

Attività professionali e esposizione al rischio cancerogeno

Tra le attività professionali più soggette ad esposizioni a rischio figurano la sterilizzazione di apparecchiature e l’uso di macchinari radiologici.

Alcuni agenti come la formaldeide e l’ossido di etilene sono risultati associati a esposizioni di livello elevato, soprattutto nei reparti di laboratorio e nelle aree di sterilizzazione.

Misure di Protezione: criticità e lacune

Uno degli aspetti più delicati emersi dall’indagine riguarda la discontinuità nell’applicazione delle misure di protezione. Se da un lato molti operatori dichiarano l’uso di dispositivi di protezione individuale (DPI) per il rischio di esposizione a radiazioni, dall’altro, aspetti come l’adozione di sistemi di ventilazione adeguata o la corretta manipolazione delle sostanze pericolose, restano disomogenei.

Nel caso dell’esposizione alla formaldeide, ad esempio, solo una minoranza degli intervistati ha dichiarato di lavorare con adeguati sistemi di aspirazione localizzata.

Preoccupa anche la disparità di genere rilevata nel corso dell’indagine: gli uomini risultano più frequentemente esposti rispetto alle donne, in particolare alle sostanze volatili. Tale divario è spesso legato alla tipologia di mansioni svolte e alle differenti modalità di assegnazione dei compiti.

Salute e sicurezza sul lavoro nel settore sanitario e dell’assistenza sociale

A livello più generale, l’EU-OSHA ricorda inoltre il focus sul progetto di ricerca europeo «Il settore dell’assistenza sociosanitaria e la sicurezza e la salute sul lavoro (SSL)» che interessa gli anni 2022-2026.

L’obiettivo di questo progetto è fornire conoscenze basate su dati concreti sulle diverse sfide che il settore si trova ad affrontare per quanto riguarda la sicurezza e la salute dei suoi lavoratori, al fine di aumentare la consapevolezza e orientare il processo di elaborazione delle politiche.

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Redazione InSic

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