Malattia professionale: quando si considera tale?

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Il Testo Unico di sicurezza considera malattie professionali quelle causate o concausate dall’esposizione lavorativa a fattori di rischio specifici, presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro. Questi, agendo in maniera lenta e prolungata nel tempo, possono determinare effetti cronici. L’INAIL (Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro) indennizza i danni provocati dalle malattie professionali, prevedendo prestazioni di carattere economico, sanitario e riabilitativo

Cosa si intende per malattia professionale
Quando una malattia si considera professionale
Il fenomeno tecnopatico: a che punto siamo?

Cosa si intende per malattia professionale

Quasi tutte le malattie rappresentano il risultato della interazione tra fattori individuali e fattori ambientali; fattori intesi come:
– fattori propri dell’ambiente fisico (aria, acqua, alimenti), 
– fattori “psicosociali” (socio-economici, lavorativi, extralavorativi, comportamentali, ecc.).
Si considerano malattie professionali quelle causate o concausate dall’esposizione lavorativa a fattori di rischio specifici (ovvero presenti esclusivamente nell’ambiente di lavoro) che, agendo in maniera lenta e prolungata nel tempo, possono determinare effetti cronici.

Il danno e l’indennizzo

Dalla malattia professionale discende di solito un danno permanente alla pre-esistente integrità psicofisica del lavoratore (il cosiddetto danno biologico); se l’entità del danno supera la percentuale (“franchigia”) prevista dalla normativa vigente (il D.lgs. 38/2000), esso,a richiesta del lavoratore, è suscettibile di indennizzo da parte dell’Istituto Nazionale contro gli infortuni sul Lavoro e le Malattie Professionali (INAIL); in particolare, il danno viene ristorato con un indennizzo “una tantum” se il danno biologico è pari o superiore al 6%, con una rendita se supera il grado del 15%. Si consideri al proposito che il vecchio regime assicurativo pubblico (quello di cui al DPR 1124/1965) prevedeva l’indennizzabilità soltanto per riduzioni dell’attitudine al lavoro uguali o superiori al 11%.

Quando una malattia si considera professionale

L’INAIL è l’ente assicuratore di diritto pubblico competente per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali.
L’attuale sistema assicurativo riconosce (nell’industria e nel settore agricolo), nelle lavorazioni soggette ad assicurazione, sia le malattie professionali tassativamente elencate dalla legge, le cosiddette malattie professionali “tabellate” (o tecnopatie), sia quelle non espressamente elencate, ma di dimostrata origine professionale (cosiddette malattie professionale “non tabellate”, o malattie correlate al lavoro).

Malattie professionali tabellate

Per le malattie professionali tabellate vale la presunzione d’origine professionale purché la malattia e la lavorazione che ne è la causa siano presenti nella tabella allegata al Decreto Ministeriale del 9 aprile 2008 e purché la malattia sia insorta nei tempi previsti dalla tabella stessa.

Malattie professionali non tabellate

Nel caso di malattia professionale non tabellata, il lavoratore deve provare l’origine professionale della malattia, documentando in particolare le mansioni svolte e l’esposizione al rischio, anche in termini di durata e intensità dell’esposizione stessa.
In entrambi i casi, l’esistenza della malattia deve essere supportata da dettagliata documentazione sanitaria, accompagnata da certificazione medica redatta su specifico modello informatizzato messo a disposizione dall’Istituto assicuratore attestante la presunta origine professionale della malattia.

Il fenomeno tecnopatico: a che punto siamo?

Dopo molti anni in cui i dati delle malattie professionali diminuivano, il fenomeno tecnopatico ha ripreso nell’ultimo ventennio un trend in salita.
Si è anche registrata una progressiva e marcata riduzione delle segnalazioni delle malattie professionali tabellate e un notevole incremento delle malattie non tabellate. Tra queste, deve essere segnalato il notevole incremento delle segnalazioni delle malattie muscoloscheletriche che oggi rappresentano oltre i 2/3 di tutte le malattie professionali.
Si è assistito e si assiste a una marcata differenza tra il numero delle malattie denunciate e di quelle riconosciute dall’Inail per le oggettive difficoltà nella ricostruzione dell’esposizione e nella definizione del nesso causale di malattie, quelle non tabellate, che per definizione hanno una eziologia multifattoriale.

Collaborazione tra i medici 

La collaborazione tra i medici di medicina generale, i medici competenti e gli specialisti, potrà consentire una ulteriore emersione delle malattie professionali con l’obiettivo di:

  • dovuto ristoro del lavoratore tecnopatico,
  • ulteriore comprensione del fenomeno 
  • conseguente aggiornamento delle citate tabelle della malattie professionali di cui al Decreto ministeriale del 9 aprile 2008 e dell’elenco delle malattie per le quali è obbligatoria la denuncia ai sensi e per gli effetti dell’articolo 139 del TU 1124 (D.M. 14 gennaio 2008 e D.M. 11 dicembre 2009) 
  • necessari interventi di bonifica dei rischi occupazionali che le hanno causate.

Collaborazione a livello territoriale

Così come è necessario creare le condizioni per una collaborazione continua, a livello territoriale, tra soggetti diversi:
– I centri di prevenzione delle Asl,
– l’Inail,
– i medici (di medicina generale e medici competenti),
– gli Istituti di ricerca anche universitari, per la ricerca, la diagnosi e l’individuazione delle malattie professionali, con la definizione di percorsi diagnostici.


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