Bonifiche_sostenibilita

Bonifiche e Sostenibilità. Un connubio possibile?

159 0

Un sito contaminato è quella parte di territorio nella quale i valori delle Concentrazioni Soglia di Rischio (CSR) vengono superati. La persistenza dei metalli pesanti nell’ambiente è praticamente perenne e qualsiasi bonifica deve considerare un costo ambientale dovuto, per esempio, all’installazione di barriere o allo smaltimento delle matrici nelle quali sono accumulati i metalli. La spinta all’innovazione determinata dalla ricerca scientifica e spesso raccolta dal settore privato sollecitata dagli stimoli della concorrenza e del mercato, deve utilmente trasferirsi alla Pubblica Amministrazione che ha necessità di efficientarsi e di agevolare e sostenere la multi-transizione.
Le attività di bonifica di aree degradate possono rivelarsi anche opportunità di rigenerazione urbana e industriale e necessitano, in ogni caso, di essere valutate anche in termini di sostenibilità.

Per avere chiarezza abbiamo raggiunto la Struttura del Commissario Unico alle Bonifiche che afferisce al Generale Giuseppe Vadalà che ha interessato per noi il Magg. CC RT Alessio Tommaso Fusco (Subcommissario Divisione Logistica, Coordinamento e Comunicazione Struttura di Supporto al Commissario Unico alle bonifiche delle discariche abusive di cui alle cause europee c-193 e c-498-17) e la dott.ssa Silvia Paparella, Project Manager di RemTech Ferrara Expo, hub tecnico, tecnologico e scientifico, pubblico e privato, dedicato alla tutela e allo sviluppo sostenibile dei territori.

Misurare la sostenibilità degli interventi di bonifica

Da cosa dipende la sostenibilità di una bonifica?

La sostenibilità di un’opera, quale la bonifica di un sito contaminato, deve garantire oltre al coinvolgimento sin da subito, nel processo decisionale, di tutti gli stakeholder, anche il rispetto di vari aspetti che concorrono alla buona riuscita delle opere in termini di salvaguardia ambientale e inserimento nel contesto sociale.

Per quanto sopra gli obiettivi da conseguire sono:

  • la protezione della salute umana e dell’ambiente;
  • la sicurezza per i lavoratori e le comunità locali, ottimizzando l’impiego di risorse ambientali, sociali ed economiche anche a lungo termine;
  • la rimozione dei contaminanti dalle acque di falda e dai terreni, con particolare attenzione al loro recupero e riutilizzo in un’ottica di economia circolare;
  • l’utilizzo di tecnologie innovative e sostenibili in termini di impatto ambientale, sociale ed economico;
  • la previsione, sin alla fase di progettazione degli interventi, della rifunzionalizzazione e della valorizzazione dell’area bonificata, nell’ottica di riduzione di consumo del suolo.

I passi per giungere all’obiettivo

Quali sono i fattori che concorrono a identificare la soluzione più sostenibile

Fra i fattori che concorrono a identificare la soluzione più sostenibile gli aspetti tecnologici rivestono certamente un ruolo chiave. Tra le possibili “migliori” soluzioni tecnologiche ci sono le cosiddette Nature Based Solutions, e cioè quelle tecnologie di trattamento basate sull’utilizzo di processi naturali, economicamente sostenibili ed ecocompatibili, più facilmente accettabili dall’opinione pubblica. Tuttavia la soluzione tecnologica non basta, come evidenzia il Prof. Pierangelo Papini Professore Ordinario (ING-IND/25) presso il Dipartimento di Chimica dell’Università di Roma “La Sapienza” dove svolge la propria attività didattica e di ricerca dal 1995

“Infatti se non è accompagnata da una robusta caratterizzazione, non consentirebbe il raggiungimento degli obiettivi di bonifica. Altrettanto importante ai fini della sostenibilità, è anche la definizione di obiettivi di bonifica realmente raggiungibili, in tempi e costi ragionevoli”.

Parola d’ordine: risanamento e biorisanamento

Cosa si intende per biorisanamento?

Il biorisanamento o bioremediation è una tecnologia di bonifica ambientale basata sul metabolismo microbico di determinati batteri in grado di biodegradare o detossificare sostanze inquinanti.

In genere, il biorisanamento viene utilizzato per bonificare ambienti che sono stati contaminati da idrocarburi (come petrolio), pesticidi, metalli pesanti, rifiuti di varie fonti e altro ancora.

Ad esempio, la presenza di metalli pesanti nell’acqua e nel suolo provoca gravi ripercussioni sulla salute. Le piante sono in grado di estrarre i metalli pesanti dai substrati assorbendoli. Come esempio di specie di piante usato per bonifica di ambienti contaminati da metalli pesanti possiamo menzionare Thlaspi caerulescens che assorbe cadmio e Chrysopogon zizanioides che assorbe zinco e piombo. Da parte sua, il fungo Pycnoporus sanguineus presenta inoltre un’elevata efficienza nell’adsorbimento di metalli pesanti in soluzione acquosa, in particolare piombo, cadmio e rame. Questa specifica specie fungina potrebbe essere utilizzata per il biorisanamento del suolo, in particolare per quei terreni contaminati da fuoriuscite di petrolio poiché è in grado di crescere su questo composto e tollerare le alte temperature.

Continuando con gli esempi di microrganismi utilizzati nel biorisanamento, cianobatteri e alghe verdi caratteristiche presenti che favoriscono l’uso come biodegradatori di idrocarburi. Gli studi hanno dimostrato la capacità dei cianobatteri appartenenti al genere Spirulina di degradare specifici composti nell’olio.

Bonifiche e circolarità ed esempi concreti di riutilizzo

Come di applicano i principi di economia circolare in una bonifica?

Come è noto l’economia circolare è un modello di produzione e consumo che implica condivisione, prestito, riutilizzo, riparazione, ricondizionamento e riciclo dei materiali e prodotti esistenti il più a lungo possibile, con l’obiettivo di minimizzare la produzione di rifiuti e aumentare la vita dei prodotti/servizi.

In tale ottica, la promozione della rifunzionalizzazione per il riutilizzo di aree bonificate deve avere l’obiettivo di restituire i territori risanati alla collettività.

I principali riutilizzi di un sito bonificato sono i seguenti:

  • parchi naturalistici e tematici come avvenuto ad Andretta (AV) che è sede di un osservatorio astronomico vista la localizzazione in altura del sito o del sito di Lesina, dove è in corso la realizzazione di un circuito di mountain bike;
  • impianti di produzione di energie rinnovabili, come peraltro previsto dall’attuale quadro normativo che favorisce la localizzazione su area di cava o di discarica dismessa;
  • infrastrutture di vario tipo a servizio della collettività, anche a servizio del ciclo integrato dei rifiuti.

Ad esempio il Commissario Unico per le bonifiche ha rifunzionalizzato, visto che le condizioni lo consentivano, alcuni siti a valle della bonifica, restituendoli alla collettività. Andretta è diventato un parco astronomico, ma anche il sito di Oriolo (CS) che oggi è utilizzato come isola ecologica o ancora il sito di Lesina in Puglia che è diventato una pista per le mountain bike.

La sfida nella bonifica dei siti contaminati è legata alla valutazione del rischio tossicologico di composti inquinanti sulle comunità naturali

La moderna tossicologia ambientale ha gradualmente introdotto nelle indagini di biomonitoring, cosa si intende?

Il biomonitoraggio è il monitoraggio degli effetti dell’inquinamento mediante organismi viventi e parametri biologici; è basato sullo studio di variazioni ecologiche dovute all’effetto di una o più sostanze inquinanti presenti nei vari comparti della biosfera.

Esistono ad esempio, pesci estremamente sensibili alle condizioni dell’acqua come la trota iridea. Animali che esigono acque fresche, pulite, ossigenate, limpide e non inquinate. La loro presenza è un indicatore di acque ottime. Ci sono invece pesci molto meno esigenti, come il pesce gatto, che riesce a vivere in acque sporche, torbide, non ossigenate. Analoghi esempi possono essere fatti con delle piante.

La tutela dei lavoratori impegnati nelle bonifiche di siti contaminati

I lavori di bonifica implicano anche importanti interventi per la messa in sicurezza delle aree ma anche delle persone quali sono le principali novità a tutela dei lavoratori impegnati nelle bonifiche di siti contaminati?

Come per tutte le attività di lavoro, anche per le bonifiche i lavoratori sono sottoposti alle disposizioni normative di cui al D. lgs. 81/2008 e ss. mm. ii. (c.d. Testo Unico in materia di tutela della salute e della sicurezza nei luoghi lavoro). In particolare l’INAIL attraverso il Dipartimento Innovazioni Tecnologiche e Sicurezza degli Impianti Prodotti e Insediamenti Antropici da più di 15 anni svolge attività di ricerca e consulenza finalizzata alla tutela della salute e della sicurezza dei lavoratori presenti su di un sito contaminato, anche partecipando all’iter istruttorio per i Siti di Interesse Nazionale (SIN).

Le tematiche affrontate, sempre in stretta collaborazione con le altre istituzioni pubbliche e private e coinvolte sia a livello centrale che territoriale, riguardano essenzialmente:

  • La procedura di analisi di rischio sanitario di cui al Titolo V Parte quarta del D.Lgs. 152/2006;
  • La gestione del rischio chimico per i lavoratori nei siti contaminati;
  • La gestione del rischio biologico per i lavoratori nel settore della bonifica dei siti contaminati;
  • Attività inerenti all’accordo di collaborazione RECONnet (Rete Nazionale sulla gestione e la Bonifica dei Siti Contaminati).

Mondo Bonifiche:
gli interventi, la ricerca, gli eventi

Su proposta del Presidente del Consiglio dei Ministri e del Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare il Governo ha previsto il coinvolgimento dell’Arma dei Carabinieri con l’individuazione di un Generale di Brigata quale Commissario straordinario per la realizzazione degli interventi necessari all’adeguamento alla normativa vigente delle discariche abusive presenti sul territorio nazionale con i compiti di impulso e di coordinamento per le attività di bonifica e di messa in sicurezza delle discariche abusive oggetto di sanzione UE comminata all’Italia a seguito della Sentenza della Corte di Giustizia Europea.

Commissario Unico per la Bonifica delle Discariche – (governo.it)

Reconnet, Rete Nazionale sulla gestione e la Bonifica dei Siti Contaminati, ideata e costruita dal Dipartimento di Ingegneria Civile dell’Università di Roma “Tor Vergata”, nasce da un accordo tra Università, Istituti di Ricerca ed Agenzie Ambientali, con l’obiettivo di fornire un contributo alla soluzione alle principali criticità di carattere tecnico e normativo alla gestione e bonifica dei siti contaminati, incoraggiando la collaborazione e promuovendo i contatti e gli scambi di informazioni tra enti di ricerca, enti di controllo ed imprese.

RECONnet – Rete Nazionale sulla gestione e la Bonifica dei Siti Contaminati.

Remtech Expo di Ferrara EXPO è l’unico Hub Tecnologico Ambientale, internazionale e permanente, specializzato sui temi del risanamento, rigenerazione e sviluppo sostenibile dei territori. La manifestazione è in programma a Ferrara dal 25 al 27 settembre. L’evento si caratterizza per una community qualificata e ampia, composta da realtà governative, enti pubblici, organi di controllo, società private, start up innovative, università, centri di ricerca, associazioni di categoria, professionisti. https://remtechexpo.com

Roberta Lazzarini

Storica, specialista in gestione della conoscenza e  comunicazione  e formazione. Parte sempre dalla catalogazione di fonti autorevoli per ottenere dati e informazioni attuali che poi rielabora per offrire articoli e saggi a prevalente valenza tecnica e ambientale.  Conta su un ampio raggio di relazioni maturate in ambito tecnico, scientifico, aziendale e istituzionale che avallano i suoi contenuti e forniscono spunti per ulteriori approfondimenti. Mette a disposizione la sua esperienza per sviluppo progetti di disseminazione e docenze in comunicazione aziendale, relazioni esterne e knowledge management