Green Deal: sostegno con osservazioni dall’Europarlamento

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Il dibattito sul Green Deal annunciato a dicembre 2019 si sposta al Parlamento europeo, che mercoledì ha votato una propria posizione, adottata con 482 voti a favore, 136 contrari e 95 astensioni, sul Piano della Commissione: sostegno “schiacciante” ma non senza evidenziare le sfide da intraprendere per garantire una transizione equa e inclusiva e la necessità di individuare obiettivi intermedi elevati.
Vediamo alcuni dei punti principali della Risoluzione:

politica riduzione emissioni
investimenti verdi pubblici e privati
politiche e ruolo della BEI

Significato del Giorno: il CARBON LINKAGE

Gas serra: accelerare la riduzione delle emissioni

Il Parlamento vuole che la prossima legge sul clima sia ancora più ambiziosa del Green Deal e miri a ridurre le emissioni nel 2030, del 55% nel 2030 rispetto al 1990, anziché almeno il 50% verso il 55%, come proposto dalla Commissione e con largo anticipo rispetto alla prossima Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si terrà a novembre a Glasgow.
I deputati europei chiedono anche l’individuazione di un obiettivo intermedio per il 2040 per garantire che l’UE sia sulla buona strada per raggiungere la neutralità climatica nel 2050.
Per prevenire la rilocalizzazione delle emissioni di carbonio (CARBON LINKAGE) a causa delle differenze nelle ambizioni climatiche in tutto il mondo, il Parlamento chiede un meccanismo di adeguamento delle frontiere del carbonio conforme all’OMC. Secondo il parlamento UE entro giugno 2021 sono necessari obiettivi più elevati per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili, compresi obiettivi nazionali vincolanti per ciascuno Stato membro e una revisione di altri atti legislativi dell’UE in materia di clima ed energia.

Maggiore spazio ad investimenti pubblici e privati

Il parlamento nella Risoluzione aggiunge anche alcune considerazioni sui Finanziamenti verdi in vista: ritiene che la Commissione dovrebbe presentare un piano di finanziamento globale basato su una serie coerente di proposte che dovrebbero mirare a incentivare gli investimenti pubblici e privati a tutti i livelli e che tale piano sia necessario per soddisfare le considerevoli esigenze di finanziamento.
Tali investimenti aggiuntivi necessari per l’attuazione degli obiettivi del Green Deal europeo, superano di gran lunga la cifra prudente di 260 miliardi di EUR dichiarata dalla Commissione, che, spiega il Parlamento, non considera ad esempio le esigenze di investimento per l’adattamento al clima e per altre sfide ambientali come la biodiversità o gli investimenti pubblici necessari per far fronte ai costi sociali.
Infine, sottolinea che i costi della profonda decarbonizzazione sono ora molto inferiori ai costi sostenuti dagli effetti dei cambiamenti climatici

Politica di prestiti energetici e ruolo della BEI

Il Parlamento accoglie con favore la nuova politica di prestiti energetici e la nuova strategia per l’azione per il clima e la sostenibilità ambientale adottate dalla BEI il 14 novembre 2019 come contributo positivo alla realizzazione del Green Deal europeo ed è fondamentalmente d’accordo con la trasformazione della BEI nella nuova Banca climatica dell’UE, con il 50% delle sue operazioni dedicate all’azione per il clima e alla sostenibilità ambientale entro il 2025, e la fine del sostegno ai progetti di combustibili fossili entro il 2021, e con tutte le sue attività di finanziamento in linea con i principi e gli obiettivi dell’accordo di Parigi entro il 2020. Incoraggia quindi la BEI a svolgere un ruolo attivo nel sostenere progetti a sostegno di una transizione equa, come la ricerca, l’innovazione e la digitalizzazione, l’accesso delle PMI ai finanziamenti e gli investimenti e le competenze sociali; chiede che la politica di investimento della BEI fornisca finanziamenti mirati per le iniziative del Green Deal europeo in via prioritaria, tenendo conto nel contempo dell’addizionalità che il finanziamento della BEI può fornire in combinazione con altre fonti.
Ricorda però che è fondamentale il coordinamento con altri strumenti di finanziamento, dato che la BEI da sola non può finanziare tutte le iniziative del Green Deal europeo.

Il significato del Giorno:
CARBON LINKAGE

Nell’ambito del sistema di scambio di quote di emissioni dell’UE (EU ETS), gli impianti industriali considerati esposti a un rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio ricevono un trattamento speciale a sostegno della loro competitività.
La rilocalizzazione delle emissioni di carbonio o CARBON LINKAGE, si riferisce alla situazione che potrebbe verificarsi se, per motivi di costi legati alle politiche climatiche, le imprese trasferissero la produzione ad altri paesi con vincoli di emissione lassisti. Ciò potrebbe comportare un aumento delle loro emissioni totali. Il rischio di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio può essere maggiore in alcune industrie ad alta intensità energetica.Per salvaguardare la competitività delle industrie coperte dall’EU ETS, la produzione da settori e sottosettori ritenuti esposti a un rischio significativo di rilocalizzazione delle emissioni di carbonio sta ricevendo una quota maggiore di quote gratuite nella fase 3 dell’EU ETS (2013-2020), rispetto alle altre installazioni industriali.

Redazione InSic

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