Stato delle bonifiche dei siti contaminati: i dati dalle Regioni

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Il 4 marzo scorso è stato presentato da ISPRA in un workshop dedicato (qui tutte le presentazioni), il primo rapporto su: Stato delle bonifiche dei siti contaminati: i dati regionali frutto dell’attività del SNPA e delle Regioni e Province Autonome. Il rapporto illustra i dati del 2020, riferiti a tutti i procedimenti di bonifica censiti dalle regioni/province autonome al 31.12.2019, che oltre ad essere quelli più recenti, costituiscono il set di maggiore completezza ed affidabilità.

In base ai dati diffusi: il numero totale di procedimenti di bonifica è pari a 34.479 di cui 16.265 in corso e 17.862 conclusi. La superficie interessata dai procedimenti di bonifica è nota solo per una parte di essi (67%), è pari a 75.277 ettari (753 kmq) e rappresenta lo 0,25 % della superficie del territorio italiano; di questi 46.532 ettari sono relativi a procedimenti in corso e 28.745 ettari sono relativi a procedimenti conclusi.

Vediamo di seguito mi dati relativi ai diversi livelli di contaminazione riscontrati nel Rapporto e le azioni di bonifica intraprese.

Contaminazioni: i dati del Report ISPRA 2021

Al punto 4 del Rapporto ISPRA riporta i dati della contaminazione dei siti analizzati.

Lo stato della contaminazione è noto per una significativa percentuale dei siti con procedimento in corso (15.733, pari al 97%). Il dato nazionale mostra un sostanziale equilibrio tra i siti in attesa di accertamenti (35%), quelli potenzialmente contaminati (33%) e quelli contaminati (29%).

Tale eterogeneità nella distribuzione degli stati di contaminazione, è riconducibile principalmente ai diversi approcci tenuti dalle Regioni/PA nella modalità di alimentazione delle anagrafi/banche dati: Bolzano registra solo siti contaminati; Marche, Piemonte, Sardegna, Toscana e Trento registrano solo siti potenzialmente contaminati e contaminati, spiega ISPRA.

Siti in attesa di accertamenti in Italia al 2020

Il dato sui siti senza alcuna attribuzione di stato di contaminazione, in ragione degli accertamenti ancora da effettuarsi, rappresenta uno stato di “incertezza” dovuto perlopiù alla fase iniziale del procedimento. In Piemonte, Toscana, Marche, Puglia, Sardegna, Trento, Bolzano e Valle d’Aosta, la numerosità di questa classe è pari o prossima allo zero. La spiegazione va ricercata nel fatto che alcune regioni non censiscono siti privi di riscontri analitici ma registrano un procedimento nella banca dati solo a seguito di un superamento di CSC, pertanto all’apertura del procedimento lo stato di contaminazione attribuito è quello di “potenzialmente contaminato”. La classe di siti in attesa di accertamenti risulta, invece, particolarmente ricorrente in Sicilia e Campania sia dal punto di vista della percentuale rispetto ai siti con procedimento in corso (95% e 82%) che come numero assoluto di siti (1.005 e 2.682 rispettivamente). Anche in Lombardia il numero di siti in attesa di accertamenti analitici risulta essere ragguardevole in valore assoluto (854), ma in questo caso la percentuale è del 30% dei procedimenti in corso.

Siti potenzialmente contaminati

I siti potenzialmente contaminati ammontano a 5.379 e rappresentano il 33% dei procedimenti in corso. I siti potenzialmente contaminati possono essere identificati in fase di notifica, oppure a seguito di caratterizzazione. Le Regioni nelle quali si riscontrano il maggior numero di siti potenzialmente contaminati sono la Lombardia (1.012) per valore assoluto ma con percentuale prossima alla media nazionale (36%), e la Toscana (820) (43% dei siti con procedimento in corso). Percentuali elevate di siti potenzialmente contaminati rispetto al totale dei procedimenti in corso si riscontrano sia nelle Marche (82%) che in Sardegna (83%). Nel caso di Abruzzo e Lazio si rilevano valori elevati sia in valore assoluto (rispettivamente 463 e 528 siti) che in termini di percentuale rispetto ai procedimenti in corso (54% e 52%).

Siti contaminati

I siti contaminati sono quei siti per i quali vi è un impatto conclamato sulle matrici ambientali, che presentano livelli di contaminazione superiore ai “livelli di accettabilità” che, a seconda dei casi, possono essere fissati pari alle Concentrazioni Soglia di Contaminazione, oppure alle Concentrazioni Soglia di Rischio derivanti da una analisi di rischio sanitario/ambientale sito-specifica. È quindi necessario e cogente un intervento di bonifica/messa in sicurezza che riduca la contaminazione nelle matrici ambientali oppure che riconduca ad accettabilità il rischio associato a tale contaminazione.

A livello nazionale risultano contaminati 4.690 siti pari al 29% dei procedimenti in corso: 1.082 in Toscana, 961 in Lombardia, 495 in Piemonte, 370 in Veneto, 363 in Emilia-Romagna, per citare i numeri maggiori.

Interventi di bonifica: a che punto siamo?

A livello nazionale, a fronte di 4.690 siti contaminati, risultano

  • 2.506 interventi di bonifica e/o messa in sicurezza approvati (pari al 53% dei siti contaminati)
  • 667 interventi di bonifica e/o messa in sicurezza conclusi in attesa di certificazione (pari al 14% dei siti contaminati)
  • 1.517 siti (pari al 33% dei siti contaminati) per i quali ancora non è stata avviata la “fase” di intervento. Di questi ultimi, 533 (pari all’11% dei siti contaminati) sono siti con analisi di rischio approvata con certificazione di sito contaminato, i rimanenti 984 siti (pari al 21% dei siti contaminati) sono in una fase dell’iter precedente a quella dell’approvazione dell’analisi di rischio.

Inoltre, gli autori ISPRA sottolineano che:

  • la bonifica/messa in sicurezza è approvata o conclusa in attesa di certificazione in quasi la metà delle superfici (20.676 ettari, pari al 44% dei siti per i quali sono note le aree);
  • si trovano in fase di notifica, quindi nel primo step dell’iter procedurale, 12.927 ettari (28% dei siti per i quali sono note le aree).
  • Tra le aree restituite agli usi a seguito della chiusura dei procedimenti, quasi quattro ettari su cinque sono restituiti senza necessità di alcun intervento di bonifica.
  • Quanto ai Siti di Interesse Nazionale (SIN), la cui superficie complessiva a terra è pari a 1.721 kmq e rappresenta lo 0,57% della superficie del territorio italiano.

Bonifiche: quali azioni intraprendere?

Le priorità che emergono dall’analisi effettuata da ISPRA vengono ben indicate nelle Conclusioni, in cui gli autori rimarcano la necessità di:

  • definire lo stato di contaminazione dei 5.664 procedimenti “in attesa di accertamenti” (35% dei procedimenti in corso) attraverso l’esecuzione di indagini preliminari o studi e valutazioni da parte degli Enti territoriali competenti al fine di portare a conclusione quelli senza necessità di approfondimenti, soprattutto in alcune regioni particolarmente gravate da questa condizione;
  • definire l’iter procedurale dei 984 siti contaminati (21 % dei siti contaminati) per i quali non è noto lo stato di avanzamento procedurale;
  • implementare i dati di superficie per le Regioni che non li hanno forniti o che li hanno forniti in misura ridotta.

Report ISPRA Stato delle bonifiche dei siti contaminati: fonte dei dati raccolti

La raccolta è stata effettuata con cadenza annuale dal 2017 al 2020. I dati raccolti sono riferiti all’intero territorio nazionale con livello di dettaglio crescente: da regionale (2017) a comunale (2019 e 2020) e sono relativi ai procedimenti di bonifica regionali la cui competenza è in capo alle Regioni o a enti territoriali da esse delegate.

Sono esclusi i procedimenti relativi ai Siti di Interesse Nazionale (SIN) di competenza del MATTM (ora MiTE).

I dati sono disponibili per tutte le regioni /province autonome d’Italia con livello di dettaglio fino al singolo comune e consentono di descrivere l’iter del procedimento e lo stato della contaminazione per i procedimenti in corso e per quelli conclusi.

Redazione InSic

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