Sistemi di Gestione integrati: la parola ai relatori del Safety Expo

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Su Ambiente&Sicurezza sul Lavoro (*) n.11/2018 le relazioni del convegno “Sistemi di Gestione: come integrare Sicurezza, Qualità e Ambiente alla luce della nuova UNI ISO 45001:2018” che ha visto coinvolti il Prof. Alberto Andreani (Professore a.c. di Diritto dei Sistemi di Gestione della Sicurezza sul Lavoro, Università di Urbino – Componente della Commissione Interpelli), il Prof. Mario Casellato (Avvocato penalista, esperto in modelli di gestione del rischio e responsabilità amministrativa – Docente universitario) ed il Dott. Antonio Terracina (CONTARP – Direzione Generale INAIL) e la D.ssa Irene Uccello (Funzionario tecnico Salute e Sicurezza e Ispettore del Dipartimento Certificazione e Ispezione Accredia)

Partendo dalle principali caratteristiche del nuovo standard, sono stati analizzati gli step necessari per certificare un SGSL, i gap da colmare per adeguare un sistema già certificato secondo la BS OHSAS 18001:2007 e gli elementi principali per integrare gli aspetti SSL in quelle aziende che già adottano un altro sistema (ISO 9000 o ISO 14001).
Un approfondimento specifico ha riguardato gli aspetti relativi all’art. 30 del D.Lgs. 81/08 ed ai suoi contatti con la nuova norma.
Infine, un’analisi ragionata di esperienze e orientamenti giurisprudenziali connessa alla responsabilità amministrativa degli enti.

Parola agli esperti
Ecco una selezione di alcuni passaggi significativi in materia di UNI ISO 14001:2008 (Terracina,INAIL e Uccello Accredia) e sulla Responsabilità amministrativa degli enti (Andreani, UniUrb; Casellato, Avvocato)

“La norma ha vissuto una gestazione particolarmente complessa, ma finalmente nel marzo 2018 è stata pubblicata – sia in lingua inglese che in lingua italiana – ed è stata recepita come “UNI ISO”, e non “UNI EN ISO”, a testimonianza ancora una volta del fatto che il dibattito è ancora aperto: manca il riconoscimento a livello europeo, con l’ILO, l’International Labour Organization, ci sono ancora delle divergenze di opinioni. Però indipendentemente dalle ragioni politiche o di opportunità, io lo considero un grandissimo risultato, un immenso passo avanti nel dare alle imprese dei riferimenti credibili”
(A.Terracina, INAIL).

“Con la ISO 45001, attraverso il risk-based thinking, il Top Management non solo ha la possibilità di implementare una metodologia robusta per la ricerca delle priorità di business dell’impresa, ma si impegna per promuovere la consultazione e la partecipazione dei lavoratori, dimostrando la sua leadership, aspetti imprescindibili per l’attuazione di un sistema di gestione per la salute e la sicurezza dei lavoratori.
Il Top Management, infatti, per poter analizzare le minacce e le opportunità, dovrebbe detenere le informazioni provenienti da tutti i livelli dell’organizzazione aziendale e sulla base di questi definire le strategie dell’impresa. Strategie da mettere in atto per garantire successo nei mercati in termini di business, ma anche per intercettare, comprendere e soddisfare le aspettative e le esigenze delle parti interessate, tenendo conto degli aspetti specifici di ciascun sistema di gestione ISO (9001, 14001 e 45001)”

(I. Uccello, Accredia).

“Nell’intervento di che ha riguardato da vicino i collegamenti fra la Responsabilità amministrativa degli Enti e il testo Unico di Sicurezza si puntualizza: “Ritengo si possa sostenere che il D.Lgs. n. 81/2008 -ovviamente purché ben applicato- in quanto norma sistemica, costituisca un’eccellente base di partenza per poter costituire la struttura portante di un idoneo ed esaustivo sistema di gestione di salute e sicurezza sul lavoro, ma abbia bisogno, per divenire davvero tale, di una serie di integrazioni che riguardano, come già sottolineato, soprattutto le attività relative alle fasi di “Check” e di “Act” della ruota di Deming”
(A. Andreani, UniUrb)

“Gli ultimi due temi relativi alla 231 riguardano i reati commessi all’estero e i gruppi di impresa, che sono i temi che in questo momento sono sul tappeto come di maggiore attualità.
Molte aziende italiane hanno la sede principale in Italia, ma filiale all’estero o sedi all’estero. La possibilità di avere un sistema di gestione – con la possibilità eventualmente di certificarlo ai sensi dell’OHSAS 18001 e in futuro della 45001 – ci consente anche di avere una linea di difesa internazionale, ovunque il reato ipotetico fosse commesso.
Stesso discorso vale per i gruppi di società: ormai la Cassazione, in materia di 231, è arrivata a dire che risponde anche la holding, cioè la controllante, di eventuali reati commessi dalla società controllata quando ci siano due condizioni che si verificano. La prima è quella dell’interesse anche per la holding: è abbastanza scontato che l’eventuale interesse o vantaggio di una controllata porti anche un vantaggio e un interesse per la controllante. Il secondo elemento è che ci sia un’immedesimazione soggettiva, cioè che un soggetto che lavora nella holding sia anche il soggetto che lavora nella controllata.
In entrambi questi casi, avere un sistema di gestione della sicurezza sul lavoro serve a cercare di proteggere l’intero gruppo”
.
(M. Casellato, Avvocato)

(*) La Rivista è disponibile per gli abbonati in formato PDF (per singolo articolo) su:https://www.epc.it/Prodotto/Editoria/Riviste/Ambiente-e-Sicurezza-sul-Lavoro/1380

Redazione InSic

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