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Documentazione sindacale su salute e sicurezza: il recupero dell’archivio CRD

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INAIL ha diffuso gratuitamente sul proprio sito un documento dal titolo: “Repository della documentazione sindacale sulla prevenzione dei rischi e la salute e sicurezza sul lavoro“: si tratta di un fact sheet che descrive in breve il progetto di recupero, catalogazione e digitalizzazione del materiale documentale del Centro ricerche e documentazione rischi e danni da lavoro (CRD).

Il materiale consente di approfondire il tema della rappresentanza sindacale nella prevenzione dei rischi per la salute dei lavoratori in azienda.
La pubblicazione si rivolge a coloro che a vario titolo hanno un ruolo attivo nel sistema prevenzionale italiano e desiderano ricontestualizzare i modelli di partecipazione attuali in una dimensione storica.

Le informazioni bibliografiche del Repository sono state integrate, dove possibile, dai full-text dei documenti in pdf. Per il reperimento semantico, sono stati utilizzati i descrittori tratti dai thesauri ILO/CIS e Eu-Osha, dalla classificazione ATECO-NACE e dal soggettario originario del CRD.
L’accesso al Repository Rls è libero, previa la registrazione al portale Inail e l’invio di una email all’apposita casella di posta crd@inail.it, con cui integrare alcuni dati per fini statistici relativi all’utenza.

Cos’è il Centro ricerche e documentazione rischi e danni da lavoro (CRD).
Il Centro ricerche e documentazione rischi e danni da lavoro (CRD) fu costituito nel 1974 dai patronati delle tre Confederazioni, sulle conclusioni della Conferenza nazionale delegati Cgil Cisl Uil del marzo del 1972 a Rimini, dedicata a “La tutela della salute nell’ambiente di lavoro”. Il Centro si avvalse di esperienze già maturate nel movimento sindacale a partire dagli anni ’60 e divenne nel 1980 parte integrante della Federazione unitaria Cgil-Cisl-Uil.
Raccoglieva raccogliere su base nazionale ed internazionale la documentazione delle iniziative e delle testimonianze delle lotte delle lavoratrici e dei lavoratori.
Contava su un archivio che negli anni raggiunse circa 6.700 documenti di origine operaia e sindacale (in codice DO) e circa 14.000 documenti tecnici acquisiti dalla letteratura nazionale ed internazionale (in codice D), oltre ad una biblioteca ed una emeroteca.
Nel 1985 venne meno la sua attività con lo sciogliersi della Federazione, ma il modello metodologico, esperienziale e propositivo per il controllo dell’ambiente di lavoro continuò ad essere assunto come paradigma culturale fino alla metà degli anni ’90. L’archivio, a rischio macero, fu poi salvato su iniziativa di G. Marri, C. Stanzani e D. Alhaique e donato all’Ispesl; dal 2011 è stato finanziato un progetto di recupero, catalogazione e digitalizzazione assegnato ad un partenariato composto dall’Ires (Cgil), da Sindnova (Cisl) e da Ancs (Uil).

Redazione InSic

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