Notre Dame ed il collasso: una testimonianza tratta dal New York Times

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Un allarme incomprensibile. Una corsa verso l’edificio sbagliato. Notre Dame è ancora in piedi solo perché i Vigili del Fuoco hanno deciso di rischiare tutto, come ha scoperto una ricostruzione del New York Times ( a firma di Elian Peltier, James, Glanz, Mika Gröndahl, Weiyi Cai, Adam Nossiter and Liz Alderman).
Ecco la testimonianza di uno dei Vigili del Fuoco parigini, tratta dall’articolo del New York Times del 29/11/2019 tradotto dietro autorizzazione da Paola De Nictolis (Direzione Centrale prevenzione e Sicurezza tecnica presso il Corpo Nazionale VV.F.) per la rivista Antincendio.

La Testimonianza del Caporale Myriam Chudzinski
Quando il Caporale Myriam Chudzinski arrivò, pochi minuti prima delle 7 p.m., Notre – Dame era circondata da centinaia di spettatori inorriditi. Il fuoco già brillava attraverso il tetto. Il Caporale Chudzinski, 27 anni, aveva desiderato essere un Vigili del fuoco sin da bambina. Ora stava fissando senza parole un tipo di incendio che non aveva mai visto.
Il suo automezzo si fermò a Rue du Cloitre Notre Dame, una stretta strada che corre lungo un fianco della cattedrale. L’edificio era così gigantesco, che non poteva più vedere dove il fuoco si stava diffondendo.

“Eravamo così’ piccoli che era difficile farsi una idea appropriata dalla base della cattedrale” – disse – “Ma in quel modo poteva essere meglio”. Meglio non conoscere il pericolo verso cui stava andando.
La squadra del caporale Chudzinski fu una delle prime ad arrivare e si diresse verso l’attico. I Vigili del fuoco immediatamente collegarono le loro manichette nelle colonne montanti della cattedrale, tubi verticali vuoti che avrebbero consentito loro di pompare su acqua fino alle fiamme.
Sostenendo 55 libbre di autorespiratore sulle spalle, il Caporale Chudzinski salì la buia scala nel transetto, nella parte nord della cattedrale.
Lei conosceva bene la struttura, essendosi esercitata a Notre Dame nell’ultimo autunno. Mentre saliva, ricordò che l’attico non aveva muri antincendio per prevenire la diffusione di un incendio – erano stati rifiutati per preservare il sito di travi in legno storiche. Con fiamme così intense, si rese conto, l’attico sarebbe stato una polveriera.
A parte l’esercitazione, il Caporale aveva visitato la cattedrale una volta alcuni anni prima, meravigliandosi della sua vastità. “Era così piena di pace, quieta” -disse – “Ma quella notte, somigliava più all’inferno.”

Una volta in cima, il Caporale Chudzinski e la sua squadra si fermarono su una cornice fuori dall’attico, mentre lei prendeva il comando per spegnere le fiamme, a circa 15 piedi di distanza.
I suoi colleghi che tenevano la manichetta dietro di lei potevano vedere che le fiamme venivano spinte da un vento veloce verso la torre Nord della cattedrale. Il fuoco stava iniziando a circondarli, minacciando di intrappolarli all’esterno, nel mezzo dell’inferno. Si ritirarono all’interno, verso l’attico.
Lì non c’era vento. Ma l’aria era così calda, così difficilmente respirabile, che per la prima volta quella notte il Caporale Chudzinski attivò il suo autorespiratore. La sete era terribile.
Nell’attico, le fiamme avanzavano come un muro inarrestabile. Avevano già coperto un numero elevato di travi e rosicchiato il pavimento. Pezzi di legno si consumavano e cadevano dai tronchi.

Alle 7,50 circa, quasi un’ora nel fuoco, uno scoppio assordante la travolse. Era -disse – come un bulldozer gigante che faceva cadere dozzine di pietre in una discarica.
La guglia del peso di 75 tonnellate della cattedrale, di pesante quercia e piombo, era collassata. Lo scoppio era così potente che fece sbattere, chiudendole, tutte le porte della cattedrale. La pioggia di frammenti ruppe diverse volte in pietra della navata.
Il caporale Chudzinski e altri Vigili del fuoco si trovavano dietro un muro quando una sfera di fuoco precipitò attraverso l’attico. Ciò probabilmente li ha salvati. “Mi sentivo inutile, ridicolmente piccola” disse “Ero semplicemente impotente”.
I generali che stavano sovrintendendo le operazioni richiamarono tutti indietro.
A circa 50 Vigili del fuoco, incluso il Caporale Chudzinski e alla sua squadra, fu ordinato di scendere giù. Combatterono il fuoco dal pianterreno, aspirando acqua dalla Senna. Ma non funzionava.
Prima dell’esplosione, il Caporale Chudzinski e i suoi colleghi avevano fatto una osservazione critica: le fiamme stavano minacciando la torre Nord. Questa osservazione avrebbe cambiato il corso dell’intervento.
All’interno della torre, 8 campane giganti pendevano precariamente da travi in legno che minacciavano di bruciare. Se le travi fossero collassate, temevano i Vigili del fuoco, le campane cadendo avrebbero agito come sfere di demolizione e avrebbero distrutto la torre.
Se fosse caduta la torre Nord – ipotizzavano i Vigili del fuoco – avrebbe potuto portare giù la torre Sud, e con essa la cattedrale.

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Redazione InSic

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