Impianti a naspi e idranti: la manutenzione

9214 0

La manutenzione di impianti a naspi e idranti e più in generale dei presidi antincendio, è storicamente legata al concetto della verifica semestrale. In questo articolo vediamo la normativa applicabile alla manutenzione dei presidi antincendio ed in particolare dei sistemi naspi ed idranti, le verifiche ed i controlli.

Cos’è un impianto idrico antincendio? Di cosa si compone?

Un impianto idrico antincendio si compone di sistema di alimentazione idrica, rete di tubazioni fisse, (preferibilmente chiuse ad anello, permanentemente in pressione e ad uso esclusivo antincendio oppure, ove ve ne siano i presupposti, a secco), valvole di intercettazione, attacco per autopompa VV.F., dispositivi idranti e/o naspi.
Un impianto antincendio deve ovviamente essere progettato, installato e manutenuto a regola d’arte, in conformità alle regole tecniche e alle norme di buona tecnica vigenti.

Manutenzione antincendio: la normativa

Già dal 01/01/1956 il D.P.R. 547/1955 prescriveva all’art. 34 che “Nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli specifici di incendio … devono essere predisposti mezzi di estinzione idonei … detti mezzi devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una volta ogni sei mesi da personale manutentore esperto“.
Nel 1994 il D. Lgs. 626 all’art. 32 stabiliva che “Il datore di lavoro provvede affinché: … i luoghi di lavoro, gli impianti e i dispositivi vengano sottoposti a regolare manutenzione tecnica e vengano eliminati, quanto più rapidamente possibile, i difetti rilevati che possano pregiudicare la sicurezza e la salute dei lavoratori; … gli impianti e i dispositivi di sicurezza, destinati alla prevenzione o all’eliminazione dei pericoli, vengano sottoposti a regolare manutenzione antincendio e al controllo del loro funzionamento.”

Manutenzione dei presidi antincendio: la normativa applicabile

  • Nel 1998 il D.P.R. 37 del 12/01/1998 (Regolamento recante disciplina dei procedimenti relativi alla prevenzione incendi) all’art. 5 prescriveva che “Gli enti e i privati responsabili di attività soggette ai controlli di prevenzione incendi hanno l’obbligo di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate e di effettuare verifiche di controllo ed interventi di manutenzione …”.
  • Oggi il vigente D.P.R. 151/2011 all’art. 6, per le attività soggette ai controlli VV.F. non costituenti luogo di lavoro ai sensi del D. Lgs. 81/2008, segnala che “Gli enti e i privati … hanno l’obbligo di mantenere in stato di efficienza i sistemi, i dispositivi, le attrezzature e le altre misure di sicurezza antincendio adottate e di effettuare verifiche di controllo ed interventi di manutenzione … I controlli, le verifiche, gli interventi di manutenzione … devono essere annotati in un apposito registro a cura dei responsabili dell’attività. Tale registro deve essere mantenuto aggiornato e reso disponibile ai fini dei controlli di competenza del Comando”.
  • Il D. Lgs. 81/2008 all’art. 63, co. 1, prescrive che i luoghi di lavoro debbano essere conformi alle disposizioni dell’allegato IV. L’allegato IV, punto 4.1.3, specifica che “Nelle aziende o lavorazioni in cui esistono pericoli specifici di incendio: …. devono essere predisposti mezzi ed impianti di estinzione idonei in rapporto alle particolari condizioni in cui possono essere usati … detti mezzi ed impianti devono essere mantenuti in efficienza e controllati almeno una volta ogni sei mesi da personale esperto”.

La manutenzione dei sistemi naspi/idranti a servizio degli impianti idrici antincendio

Ci occupiamo in questa sede delle operazioni di manutenzione dei sistemi naspi/idranti installati a servizio degli impianti idrici antincendio. Tale attività è regolamentata dalla norma UNI EN 671-3 del maggio 2009 e dalla norma UNI 10779 del novembre 2014.

Chi è responsabile della manutenzione di sistemi naspi e idranti?

Il datore di lavoro è evidentemente responsabile dell’attività di sorveglianza, controllo e manutenzione dei presidi antincendio come evidenziato dai precedenti richiami normativi. Tale responsabilità (che può essere penalmente rilevante in caso d’inottemperanza) permane anche in presenza dell’affidamento a ditta di manutenzione del servizio di controllo e verifica degli impianti.
Per le operazioni di controllo e manutenzione il datore di lavoro o la figura da lui eventualmente delegata devono necessariamente avvalersi di personale competente, dotata di conoscenze, esperienza e addestramento necessari a effettuare correttamente le operazioni previste.

In cosa consiste la verifica dei naspi e idranti a muro?

L’attività di verifica dei naspi e idranti a muro consiste in diverse fasi di sorveglianza e controllo; a queste si aggiunge, ove necessaria, la verifica periodica (fasi evidenziate dal disposto del D.M. 10/03/1998, allegato VI) .
Per controlli e manutenzioni deve essere disponibile una planimetria riportante l’esatta ubicazione delle attrezzature e i principali dati tecnici dell’impianto. Ogni naspo o idrante deve essere perfettamente identificabile tramite idonea numerazione, riportata sia sulla planimetria che sul presidio stesso.

Quando svolgere la fase di sorveglianza sui presidi antincendio?

Il tradizionale controllo semestrale dei presidi antincendio è oggi implementato dal concetto di sorveglianza, attività che consiste nella verifica delle apparecchiature quanto ad integrità, accessibilità e completezza dell’equipaggiamento, da svolgersi nei periodi che intercorrono fra due controlli periodici.
La sorveglianza può essere espletata dal datore di lavoro o da personale dallo stesso espressamente delegato, sempre sotto la responsabilità del titolare dell’attività, previa adeguata informazione formazione.
Con la sorveglianza i presidi pertanto devono esse oggetto di osservazione, utile a evidenziare

  • macroscopici difetti o carenze.
  • Per i sistemi naspi/idranti a muro si dovrà accertare che ogni naspo o idrante sia segnalato e collocato nella posizione prevista, perfettamente visibile e accessibile senza problemi particolari (quindi ad esempio non intercluso o nascosto da depositi di materiali o pannelli di esposizione)
  • non siano presenti segni di deterioramento, corrosione o perdite.

Quando svolgere la fase di controllo su naspi e idranti?

Il controllo di naspi e idranti deve essere svolto almeno due volte all’anno, in conformità alle norme UNI EN 671-3 e alle istruzioni contenute nel manuale d’uso e manutenzione che deve essere predisposto dall’installatore dell’impianto (norma UNI 10779:2014, punto 10.4.1).
Nell’ambito dell’attività di controllo occorre che la tubazione del naspo/idrante sia srotolata e verificata per tutta la sua lunghezza per riscontrare l’eventuale presenza di screpolature, deformazioni, logoramenti o danneggiamenti (in caso di riscontrati difetti occorrerà sottoporre la tubazione alla massima pressione di esercizio per verificarne la tenuta; in alternativa la tubazione dovrà essere sostituita).

Cosa verificare nella fase di controllo di naspi e idranti?

Nella fase di controllo occorrerà inoltre verificare che:

  • i naspi/idranti siano accessibili senza difficoltà e che non siano in alcun modo danneggiati e privi di punti di corrosione e/o perdite.
  • sia presente idonea e efficace segnaletica di sicurezza in conformità al disposto del D. Lgs. 81/2008, che renda immediatamente visibile i presidi alla distanza di osservazione;
  • i fissaggi alla parete dei dispositivi e delle tubazioni siano efficienti;
  • gli indicatori di pressione, ove presenti, funzionino correttamente;
  • la bobina, per i naspi, ruoti correttamente in entrambi i sensi di rotazione;
  • le valvole di intercettazione siano funzionanti e di facile manovrabilità;
  • le tubazioni di alimentazione idrica non presentino criticità;
  • le cassette non siano danneggiate e che i portelli delle cassette si aprano agevolmente;
  • le lance erogatrici funzionino e siano agevolmente manovrabili.

Cosa verificare nella fase di controllo degli attacchi antincendio per autopompa?

Il controllo degli attacchi antincendio per autopompa VV.F. deve prevedere la verifica della manovrabilità delle valvole, con completa chiusura e apertura delle stesse e l’accertamento della tenuta della valvola di ritegno. Al termine delle operazioni sarà necessario assicurarsi che la valvola principale d’intercettazione sia in posizione aperta.
Per gli idranti soprasuolo e sottosuolo le operazioni di manutenzione devono includere:

  • verifica della completa apertura e chiusura della valvola principale;
  • verifica della facilità di apertura dei tappi;
  • verifica del sistema di drenaggio antigelo, ove previsto;
  • verifica e eventuale ripristino della segnalazione degli idranti sottosuolo;
  • verifica del corredo di ciascun idrante.


Controllo annuale di naspi e idranti: in cosa consiste?

Il controllo annuale prevede le medesime operazioni da effettuarsi per il controllo semestrale, con l’ulteriore verifica della tenuta delle tubazioni flessibili naspi/idranti che dovranno essere sottoposte alla pressione di rete. Le tubazioni dovranno essere provviste di raccordi conformi al disposto della norma UNI 804. Si sottolinea che per impianti serviti da gruppo di pompaggio la pressione di rete non è quella dell’acquedotto bensì quella indotta sulla rete antincendio e sulle manichette e naspi dalle pompe antincendio.
Il controllo e la manutenzione devono essere sempre effettuati da personale esperto e competente, provvisto di conoscenza e esperienza adeguate.
Si ricorda che con periodicità quinquennale tutte le tubazioni devono essere sottoposte alla massima pressione di esercizio in conformità al disposto della norma UNI EN 671-1 e 671-2.

Quando svolgere la Verifica periodica dell’impianto? cosa occorre verificare?

In caso di modifiche all’attività, modifiche sostanziali all’impianto o di eventi particolari, qualora necessario, il titolare dell’attività deve verificare l’impianto, con l’ausilio di una figura tecnica competente, per accertarne la funzionalità e la conformità. Tale verifica deve comprendere il riscontro della documentazione di progetto e le seguenti operazioni:

  • esame generale dell’impianto comprese le alimentazioni, le caratteristiche delle pompe (ove presenti), i diametri delle tubazioni, la spaziatura degli apparecchi erogatori, i sostegni delle tubazioni;
  • collaudo delle alimentazioni;
  • verifica del regolare flusso nei collettori di alimentazione, aprendo completamente un apparecchio erogatore terminale per ogni ramo principale della rete a servizio di due o più apparecchi erogatori;
  • verifica delle prestazioni di portate e pressioni minime da garantire e durata delle alimentazioni (per la verifica della durata delle alimentazioni è ammesso il ricorso a calcolo idraulico).

In caso di modifiche e ampliamenti si effettuerà anche prova idrostatica delle tubazioni ad una pressione di almeno 1,5 volte la pressione di esercizio dell’impianto con un minimo di 1,5 MPa per la durata di due ore.

Come applicare il sigillo di sicurezza su naspo o idrante?

Alla fine di ogni attività di controllo e manutenzione occorrerà applicare per ogni presidio naspo o idrante un sigillo di sicurezza; dovrà essere posizionata a ridosso del presidio apposita etichetta riportante:

  • dati del fabbricante,
  • la ragione sociale del fornitore dell’idrante/naspo
  • gli estremi atti ad identificare la persona che ha effettuato la manutenzione,
  • la data della manutenzione
  • ben evidente la scritta “REVISONATO”.

Come si verificano le prestazioni idrauliche dell’impianto idrico antincendio?

La norma UNI EN 671-3, in fase di controllo e manutenzione richiede, tra le altre operazioni, il controllo che il getto d’acqua sia “costante e sufficiente”.
Riscontrare che un getto sia costante e sufficiente, per un impianto caratterizzato da definite prestazioni normativamente richieste, significa verificare che il getto idraulico sia almeno visivamente compatibile con le prestazioni richieste progettualmente.
La norma non richiede espressamente una verifica delle portate e della prevalenza degli idranti più sfavoriti in contemporaneo funzionamento, ma è pur vero che il getto dovrà avere una sua consistenza e non potranno essere accettabili prestazioni evidentemente insufficienti anche a un semplice esame visivo.
La prassi talvolta utilizzata da alcuni manutentori di controllare il mero allestimento della cassetta naspo o idrante, prescindendo da qualsiasi altra valutazione, rappresenta una prassi non conforme al disposto della vigente norma UNI EN 671-3.
Chi scrive ha più volte osservato cartellini di manutenzione perfettamente compilati posti sulle cassette di idranti privi di alimentazione idrica. In questi casi il manutentore dovrà formalmente comunicare (per iscritto) al titolare dell’attività la criticità riscontrata, segnalando la necessità di verifiche e provvedimenti.

Che cos’è e a cosa serve il Registro dei controlli?

Le operazioni di sorveglianza e manutenzione effettuate dovranno essere riportate su idoneo registro; dovrà essere annotata:

  • la situazione riscontrata,
  • le operazioni e modifiche effettuate e la relativa data,
  • le parti oggetto di sostituzione
  • le prove eseguite
  • i guasti
  • se possibile, le relative cause,
  • l’esito delle verifiche periodiche dell’impianto
  • eventuali ulteriori azioni da porre in essere
  • la data del successivo controllo e/o manutenzione.

Redazione InSic

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell'ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore