Intelligenza artificiale

Approvata la Legge Italiana sull’Intelligenza Artificiale 

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Il 23 settembre 2025 è stata finalmente pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale la Legge 23 settembre 2025, n. 132 “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”. Un passo decisivo che allinea l’Italia all’AI Act europeo, ampliandone i principi e introducendo misure concrete per regolare l’uso dell’IA in ambiti cruciali come sanità, lavoro, giustizia e cybersicurezza.

Intelligenza artificiale: una legge pionieristica nel panorama europeo 

LaLegge 23 settembre 2025, n. 132 “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale è la prima all’interno dell’Unione a delineare il ruolo dell’Intelligenza Artificiale.  Oltre a riprendere quanto previsto dall’AI Act, tocca molti ambiti di utilizzo, dal lavoro alla sanità, fino alla cybersecurity a difesa dell’integrità nazionale e alla governance.

La definizione di intelligenza artificiale

La legge apre con una definizione, ripresa dall’AI Act, dei sistemi di intelligenza artificiale che, in un ambito tecnico quale il nostro, crediamo sia utile condividere: “una macchina progettata per operare con diversi livelli di autonomia, capace di adattarsi anche dopo la sua messa in opera. Il suo funzionamento consiste nel ricavare, dalle informazioni ricevute, le informazioni necessarie per produrre output quali previsioni, contenuti, raccomandazioni o decisioni, in grado di influenzare ambienti sia fisici sia virtuali”.

Principi fondamentali e tutela dei diritti

La legge richiama l’AI Act anche in materia di difesa dei diritti principali dell’uomo, stabilendo che l’impiego di sistemi di IA deve sempre rispondere a “principi di trasparenza, proporzionalità, sicurezza, protezione dei dati personali, riservatezza, accuratezza, non discriminazione, parità dei sessi e sostenibilità” (art. 3, comma 1). In questo senso rispecchia l’impianto dell’AI Act, con particolare focus sul rispetto dei diritti fondamentali ed aggiunge un aspetto rilevante. Lo svolgimento delle attività della vita democratica, il dibattito politico e l’esercizio delle funzioni istituzionali non devono essere in alcun modo pregiudicati dall’utilizzo dell’IA.

Inclusione e accessibilità per le persone con disabilità

Particolare attenzione è rivolta alle persone con disabilità, alle quali viene garantito “il pieno accesso ai sistemi di intelligenza artificiale e alle relative funzionalità o estensioni, su base di uguaglianza e senza alcuna forma di discriminazione e di pregiudizio” (art. 3, comma 7), in conformità alla Convenzione di New York del 13 dicembre 2006.

Applicazioni pratiche nei principali settori

La legge pone inoltre attenzione all’applicazione pratica dell’IA in diversi campi: quello medico-sanitario, il mondo del lavoro e l’attività giudiziaria.

Settore medico-sanitario

In campo medico-sanitario, da un lato viene sancito il rispetto dei diritti degli individui, quali ad esempio la non discriminazione e la corretta informazione nel caso di utilizzo di applicativi di IA. Dall’altro viene evidenziata la promulgazione e diffusione di sistemi che permettano, per esempio, una maggiore inclusione delle persone con disabilità e il supporto nei processi di prevenzione, diagnosi e cura.

Mondo del lavoro

Nel mondo del lavoro, al fine di massimizzare i benefici e contenere i rischi, viene istituito presso il Ministero del Lavoro un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di intelligenza artificiale, “con il compito di definire una strategia sull’utilizzo dell’intelligenza artificiale in ambito lavorativo, monitorare l’impatto sul mercato del lavoro e identificare i settori lavorativi maggiormente interessati dall’avvento dell’intelligenza artificiale” (articolo 12, punto 1).

Ambito giudiziario

In campo giudiziario viene data la possibilità di sperimentare l’adozione di sistemi di intelligenza artificiale secondo le regole dell’AI Act, lasciando comunque al magistrato “ogni decisione sull’interpretazione e sull’applicazione della legge, sulla valutazione dei fatti e delle prove e sull’adozione dei provvedimenti” (art. 15, punto 1).

IA e cybersicurezza nazionale 

Infine, l’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale viene inserito nelle competenze dell’Agenzia per la Cybersicurezza Nazionale attraverso “[…] ogni iniziativa, anche attraverso la conclusione di accordi di collaborazione con i privati, comunque denominati, nonché di partenariato pubblico-privato, volta a valorizzare l’intelligenza artificiale come risorsa per il rafforzamento della cybersicurezza nazionale” (art. 18, punto 1).

 Legge sull’Intelligenza Artificiale: punto di partenza per lo sviluppo futuro

Con questa legge il Governo italiano ha voluto, da un lato, fissare punti fermi sulla definizione e sull’utilizzo dei sistemi di intelligenza artificiale, facendo chiarezza. Dall’altro, ha posto le basi per un’integrazione in ambiti critici quali ad esempio quello medico e giudiziario, e al tempo stesso per un suo sviluppo.

Bisognerà comunque attendere la promulgazione dei decreti legislativi, in capo al Governo. Una nuova strada è stata però segnata e adesso starà anche a noi, privati e aziende, intraprendere la strada dello sviluppo.

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Laureato in Ingegneria Aerospaziale e titolare di un MBA in Gestione d’Impresa, vanta un’esperienza ventennale in aziende multinazionali ricoprendo ruoli di responsabilità nelle aree di vendita e sviluppo business. La sua competenza è ulteriormente arricchita dalla partecipazione a un corso sull’Intelligenza Artificiale presso il MIT di Boston e all’applicazione dell’IA in ambito aziendale.

Fabrizio Bolognesi

Laureato in Ingegneria Aerospaziale e titolare di un MBA in Gestione d’Impresa, vanta un’esperienza ventennale in aziende multinazionali ricoprendo ruoli di responsabilità nelle aree di vendita e sviluppo business. La sua competenza è ulteriormente arricchita dalla partecipazione a un corso sull’Intelligenza Artificiale presso il MIT di Boston e all’applicazione dell’IA in ambito aziendale.