Impianto di trattamento rifiuti

Autorizzazione non ancora efficace: è gestione illecita di rifiuti

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Se un gestore – nel caso di specie un impianto di trattamento – riceve rifiuti da terzi sulla base di un’autorizzazione valida, ma non efficace, incorre nel reato di gestione non autorizzata di rifiuti di cui all’art. 256 d.lgs. n. 152/2006.

Analizziamo un caso specifico nel dettaglio, con il supporto della Corte di Cassazione.

Le tempistiche dell’AUA

In particolare, nella vicenda affrontata nella sentenza n. 22082 del 12/06/2025, Cass. pen., Sez. III, era emerso che l’Autorizzazione Unica Ambientale ai sensi del D.P.R. n. 59/2013 non fosse ancora efficace, in quanto non erano stati eseguiti i lavori previsti negli elaborati progettuali.

La responsabilità 231 della società di capitali unipersonale

Sebbene il reato contestato alla persona fisica sia stato dichiarato estinto per intervenuta prescrizione, la società è stata condannata ai sensi del d.lgs. n. 231/2001, ritenuto che fosse stato accertato il reato presupposto.

L’applicazione della disciplina del D.Lgs. 231/2001 alle società di capitali unipersonali è tema delicato in quanto, in caso di ridotte dimensione dell’azienda, qualora sussista una piena identificazione tra gli interessi personali della persona fisica e l’ente, vi è il concreto rischio di duplicazione della sanzione nei confronti del medesimo soggetto.

Responsabilità 231: i criteri della Cassazione

La giurisprudenza di legittimità ammette l’inclusione tra i destinatari della disciplina dettata dal D.Lgs. 9 giugno 2001, n. 231 delle società unipersonali, “a condizione che sia individuabile un interesse sociale distinto da quello dell’unico socio, tenendo conto dell’organizzazione della società, dell’attività svolta e delle dimensioni dell’impresa, nonché dei rapporti tra socio unico e società“.

Nella vicenda, in ragione del numero dei dipendenti e dell’organizzazione aziendale, avuto riguardo ai beni che compongono il patrimonio sociale, si è ritenuto – correttamente per la Suprema Corte di Cassazione – che la società imputata fosse “un soggetto economico e giuridico differente dalla persona fisica che lo amministra e che detiene il capitale sociale” (cfr. sentenza n. 22082 del 12/06/2025).

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Salvatore Casarrubia

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