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Sostenibilità per le micro, piccole e medie imprese: la prassi di riferimento UNI

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UNI annuncia la conclusione della prassi di riferimento “Rating di sostenibilità per imprese di minori dimensioni – Modello di autovalutazione” (liberamente scaricabile)che definisce un metodo di autovalutazione della sostenibilità per le micro, piccole e medie imprese. Al via la consultazione pubblica, che terminerà il 15 luglio 2022 per ottenere i commenti degli esperti e dei soggetti interessati.

Vediamo di seguito cosa contiene la Prassi, i suoi obiettivi e quali sono i dati dell’impegno per la responsabilità sociale e sulla sostenibilità in Italia.

Quali sono i fondamenti della sostenibilità?

i fondamenti della sostenibilità sono tre, sintetizzati nell’acronimo ESG.

  1. compatibilità ambientale
  2. inclusione sociale
  3. responsabilità d’impresa

Per renderli misurabili e definire la sostenibilità di un’impresa la Prassi UNI ha predisposto un set di domande attraverso il quale, oltre ad effettuare una prima valutazione di sostenibilità della propria impresa, possono essere individuate le azioni future da perseguire per migliorare la propria performance nei tre campi di riferimento degli ESG.

Prassi UNI per la sostenibilità di micro, piccole e medie imprese (MPMI): contenuto

La prassi sviluppata da UNI fornisce dunque uno strumento di self-assessment (autovalutazione) per supportare le MPMI (micro, piccole e medie imprese) a rilevare il proprio livello di sostenibilità, grazie alla compilazione del Questionario.

Si tratta di una autovalutazione che contribuisce alla diffusione degli obiettivi dell’Agenda 2030, in particolare dell’obiettivo 17 “Rafforzare i mezzi di attuazione e rinnovare il partenariato mondiale per lo sviluppo sostenibile”.

Questionario Prassi UNI

Il Questionario contiene 55 domande, ed è suddiviso in 4 aree tematiche principali:

  • Aspetti generali;
  • Sostenibilità ambientale (approfondisce i temi ambientali sull’uso consapevole ed efficiente di risorse che sono beni comuni);
  • Sostenibilità sociale (approfondisce le tematiche sociali, legate sia alla capacità di valorizzare le risorse umane – ad esempio con attività di formazione e aggiornamento professionale, la qualità del lavoro e delle relazioni con i dipendenti);
  • Sostenibilità della governance (approfondisce le modalità con cui si realizza il monitoraggio della coerenza dei comportamenti interni, la disponibilità a integrare o ad attivare procedure di trasparenza, rendicontazione).

Sostenibilità micro e PMI: obiettivo della prassi UNI

La prassi ed il suo questionario hanno lo scopo di creare consapevolezza e sensibilizzare le singole realtà imprenditoriali di qualsiasi settore ad apprezzare i profili di resilienza delle realtà aziendali.

Quali sono i vantaggi della misurazione della sostenibilità?

La misurazione della sostenibilità porta diversi benefici alle MPMI ampiamente dettagliati e che qui riportiamo:

  • mitigazione dei rischi (finanziari e non finanziari);
  • semplificazione dei rapporti con la Pubblica Amministrazione;
  • accesso facilitato al credito e alle risorse finanziarie:
  • migliore capacità di attrazione di nuovi talenti e competenze qualificate;
  • creazione di valore all’interno delle catene di fornitura e creazione di valore;
  • legittimazione nei confronti del territorio e della comunità in cui si opera;
  • conoscenza e consapevolezza dei 17 obiettivi e dei 169 target contenuti nell’Agenda 2030 delle Nazioni Unite al fine di indirizzare e allineare le performance di impresa con gli obiettivi internazionali in materia
  • riduzione dei costi di gestione legati al consumo di risorse, tenendo sotto controllo gli sprechi e l’efficienza degli acquisti e dei consumi;
  • sostegno e supporto ai processi di accesso ai mercati di sbocco internazionali, che richiedono un approccio alla sostenibilità più maturo e sostenuto da adeguati riferimenti

I risultati sono stati suddivisi in 5 fasce (insufficiente, sufficiente, buono, ottimo ed eccellente), che rappresentano il grado di attenzione e attivazione dell’impresa, nei confronti del tema della sostenibilità.

Sostenibilità sociale: la diffusione in Italia

Dati ISTAT sulla sostenibilità (“Sostenibilità nelle imprese: aspetti ambientali e sociali“), diffusi nel 2020 riportano che nel 2018 erano:

  • 712 mila le imprese (68,9% delle imprese con 3 e più addetti) che hanno dichiarato di essere impegnate in azioni volte a migliorare il benessere lavorativo del proprio personale;
  • 688 mila (66,6%) svolgono azioni per ridurre l’impatto ambientale delle proprie attività;
  • 670 mila (64,8%) si sono attivate per migliorare il livello di sicurezza all’interno della propria impresa o nel territorio in cui operano.
  • Un terzo (31,3%, ossia 323 mila imprese in valore assoluto) sostiene o realizza iniziative di interesse collettivo esterne all’impresa; una quota analoga di imprese supporta o realizza iniziative a beneficio del tessuto produttivo del territorio in cui opera (303 mila imprese, pari al 29,4%).

Nel complesso, l’84,3% delle imprese aveva portato a termine almeno una azione di sostenibilità sociale e il 75,8% ha realizzato almeno una azione di sostenibilità ambientale.

Quante imprese sostengono la Sostenibilità ambientale?

Il Rapporto 2018 rileva che l’attenzione alla sostenibilità ambientale risulta in crescita: il 10,3% del campione ISTAT ha realizzato più di 10 azioni di sostenibilità ambientale, il 2,7% ne ha compiute più di 10 e il 50,4% solo una. Secondo l’Istituto però, i comportamenti sostenibili crescono all’aumentare della dimensione dell’impresa: le unità produttive di grandi dimensioni (250 addetti e oltre) presentano valori di oltre 10-20 punti percentuali superiori alla media nazionale in tutte le macro attività.

Le micro imprese (3-9 addetti) secondo ISTAT sarebbero più orientate al miglioramento del benessere lavorativo mentre le imprese con 500 e più addetti risultano più attente alla sicurezza e alla riduzione dell’impatto ambientale.

Sostenibilità e responsabilità sociale: i dati ISTAT 2021

Nel Rapporto sulle Imprese 2021, ISTAT ha ulteriormente aggiornato i dati rilevando una crescita di interesse sui della responsabilità sociale e sulla sostenibilità: la maggiore attenzione verso l’ambiente è legata soprattutto al miglioramento della reputazione verso clienti e fornitori, mentre la strategia e la mission d’impresa prevalgono nel caso del benessere lavorativo e della sicurezza, e i legami col territorio per le azioni a favore della collettività.

Rileva ISTAT come quasi un quarto delle imprese con almeno 3 addetti ha dichiara di avere effettuato investimenti nell’ambito della responsabilità sociale e ambientale tra il 2016 e il 2018, e poco meno del 30% ne prevedeva per il periodo 2019-2021. La pandemica da COVID-19 non ha frenato: a novembre 2020, infatti, considerando le imprese interessate a investimenti nell’area della responsabilità sociale e ambientale:

  • la quota che ne prevedeva un aumento rispetto al 2019 (13,7%) supera quelle che individuavano una diminuzione (10,0%).
  • il saldo delle risposte tra imprese che ipotizzavano un aumento e una diminuzione è positivo in tutti i settori di attività economica a eccezione del comparto delle Attività professionali, scientifiche e tecniche (-7,2 punti percentuali) e, con una minore intensità, nell’ambito dei servizi di Alloggio e ristorazione (-1,1).

Per approfondire sulla Responsabilità sociale di impresa

InSic suggerisce

  • i seguenti articoli di approfondimento di InSic
  • Articoli di approfodnimento dalla rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoro (EPC Editore)
rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoroMag/Giu2022Il Sustainability Manager e il Sustainability Practitioner: dalla UNI/PdR:2021 compiti e requisitiLucina Mercadante
rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoroMarzo2021Responsabilità sociale: strumento basilare nel percorso verso lo sviluppo sostenibileFrancesca Mariani intervista Lucina Mercadante
rivista Ambiente&Sicurezza sul lavoroAgosto2016Organizzazioni responsabili: pubblicata la Prassi UNI di riferimentoLucina Mercadante

Antonio Mazzuca

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