implicazioni dell'AI e della gestione algoritmica sulla sicurezza e salute dei lavoratori

Gestione algoritmica del lavoro e sistemi basati sull’IA: fattori psicosociali e implicazioni per la SSL

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PEROSH ha pubblicato il report sulle implicazioni per la SSL dell’utilizzo di tecnologie digitali complesse per la gestione dei lavoratori, approfondendo il modo in cui l’intelligenza artificiale e la gestione algoritmica stanno cambiando il nostro modo di lavorare e cosa questo comporta per la nostra sicurezza, autonomia e salute mentale.

Il rapporto scientifico PEROSH 2025

Nell’ambito del Partenariato europeo per la ricerca in materia di sicurezza e salute sul lavoro (PEROSH), di cui INAIL è membro effettivo insieme ad altri 14 stati UE, è stato presentato a giugno 2025 il rapporto sui risultati del progetto Algorithmic Management and AI-based systems (ALMA-AI).

Uno sforzo collaborativo che ha coinvolto 18 ricercatori provenienti da otto istituti nazionali OSH, insieme a quattro esperti delle istituzioni dell’UE in qualità di consulenti del progetto, che si sono focalizzati sulle implicazioni per la SSL dell’utilizzo di tecnologie digitali complesse per la gestione dei lavoratori, approfondendo il modo in cui l’intelligenza artificiale (IA) e la gestione algoritmica (ALMA) stanno cambiando il nostro modo di lavorare e quanto impattano la nostra sicurezza, autonomia e salute mentale.

  1. Cos’è PEROSH?

    PEROSH “Partnership for European Research in Occupational Safety and Health” è una rete di 15 istituti di ricerca europei attivi nel campo della salute e sicurezza sul lavoro.
    L’obiettivo di PEROSH è condividere conoscenze, condurre ricerche e organizzare conferenze su argomenti di interesse per la salute e la sicurezza sul lavoro.

Sintesi dei contenuti e delle evidenze del report Perosh

Nel rapporto vengono illustrate diverse ipotesi e definizioni tratte da noti modelli teorici sui rischi psicosociali (domanda-controllo-supporto, sforzo-ricompensa-squilibrio e, in particolare, esigenze lavorative-risorse) approfondendo le implicazioni in materia di SSL, concentrandosi in particolare sulle conseguenze negative dello stress o del burnout, nonché sui suoi potenziali esiti positivi, quali l’impegno o il benessere.

Inoltre vengono illustrati i risultati rilevanti ottenuti in precedenza da istituzioni all’avanguardia sul tema (EU-OSHA, JRC, ILO, OCSE), evidenziando la crescente diffusione dell’ALMA, ma anche delineando le principali fonti di rischio individuate in letteratura, quali quelle psicosociali per definizione (intensificazione del lavoro, limitazione dell’autonomia dei lavoratori o isolamento sociale) e altre correlate all’uso di grandi quantità di dati (disumanizzazione, malfunzionamenti tecnici o discriminazione e privacy come questioni relative ai diritti fondamentali).

Conclude il report una disamina dei risultati ed una discussione sulle evidenze scientifiche prodotte dal 2022 al 2024 riguardanti le implicazioni dell’ALMA in materia di SSL.

Organizzazione del lavoro e pressioni psicosociali

In particolare, viene sottolineato che le pressioni psicosociali (carico di lavoro eccessivo e sforzi con scadenze rigide) sono alimentate da questa nuova forma di organizzazione del lavoro, poiché oggi per la gestione dei lavoratori vengono applicati algoritmi o IA, ma si sottolineano anche i limiti delle risorse dei lavoratori (controllo e diminuzione delle interazioni sociali). Questo deterioramento della SSL, in cui le esigenze lavorative superano le risorse dei lavoratori, intensifica i rischi psicosociali (stress, burnout, violenza o molestie) e i problemi di salute (ansia, depressione, affaticamento o incidenti).

Rischi correlati all’IA ed alla gestione algoritmica

Sebbene nella letteratura scientifica vi sia un crescente interesse nell’identificare i potenziali effetti positivi dell’ALMA (come la motivazione, l’impegno o il benessere), le analisi statistiche condotte su campioni rappresentativi rivelano una realtà diversa.

  • In primo luogo, la ricerca dimostra costantemente che le pressioni psicosociali associate all’attuale applicazione dell’ALMA contribuiscono a creare condizioni di lavoro che aumentano la probabilità di incorrere in rischi per la SSL. Questa conclusione generale è supportata dalla convergenza dei risultati ottenuti con metodi di ricerca sia quantitativi che qualitativi, sia nel lavoro su piattaforma che nei lavori regolari.
  • Nelle analisi quantitative del lavoro su piattaforma, numerosi studi confermano che l’ALMA porta a pressioni psicosociali che aumentano il livello di stress legato al lavoro. La pressione temporale come esigenza lavorativa è stata ampiamente documentata anche nella ricerca qualitativa che approfondisce le esperienze dei lavoratori delle piattaforme attraverso interviste o studi etnografici. Questi studi identificano spesso un carico di lavoro eccessivo come un modello di ALMA, indipendentemente dal settore specifico del lavoro su piattaforma. I risultati qualitativi si riferiscono a questo elevato livello di esigenze lavorative, che vengono descritte dai lavoratori come “sovraccarico”, “grande quantità di lavoro” o addirittura una sensazione di “essere sfruttati”.
  • Inoltre, i casi di studio condotti da EU-OSHA, JRC e ILO illustrano come l’ALMA possa influenzare i luoghi di lavoro tradizionali, evidenziando la necessità critica di qualificazione, che diventa problematica quando aumenta il carico di lavoro esistente.

Le funzioni algoritmiche limitano i fattori psicosociali

Nuove prove raccolte dal progetto suggeriscono anche che l’associazione osservata tra ALMA e i suoi esiti negativi in materia di SSL potrebbe essere ulteriormente rafforzata dalla limitazione delle risorse dei lavoratori, in particolare quando ALMA viene utilizzato come meccanismo di controllo. Sia nel lavoro su piattaforma che nei lavori regolari, varie funzioni algoritmiche limitano fattori psicosociali ben noti, come il controllo o il sostegno sociale (elementi chiave nel modello domanda-controllo-supporto). Ad esempio, studi sul lavoro su piattaforma dimostrano che specifiche funzioni dell’ALMA, come:

  • il monitoraggio,
  • la programmazione
  • e la definizione degli obiettivi,

stabiliscono flussi di lavoro rigidi e riducono le opportunità di discrezionalità dei lavoratori. Ciò influisce in modo particolare sulla loro autonomia, soprattutto quando percepiscono gli algoritmi come opachi.

Nei luoghi di lavoro tradizionali, contesti specifici, come le fabbriche automobilistiche, utilizzano l’ALMA per compiti rigorosamente temporizzati e monitorati, portando gli operatori a sperimentare poca o nessuna autonomia.

Inoltre, le analisi di altri casi di studio in diversi settori, quali sanità e logistica, rivelano la frustrazione dei lavoratori per la mancanza di voce in capitolo nel processo decisionale, che limita contemporaneamente il loro tempo per l’interazione sociale.

Secondo il team del Joint Research Centre (JRC), i risultati evidenziati suggeriscono che gli effetti negativi sulla SSL sono probabilmente associati all’uso intensivo dell’ALMA o a quegli ambienti di lavoro “fortemente platformizzati”. Ad esempio:

  • l’applicazione simultanea di algoritmi o IA per la distribuzione degli orari di lavoro,
  • l’assegnazione delle attività
  • il monitoraggio del completamento dei compiti

sia nel lavoro su piattaforma che nei lavori regolari, può contribuire a effetti indesiderati per la SSL.

I dati pionieristici ESENER del 2019

È significativo che le prove più solide dell’associazione tra l’intensità dell’ALMA e le implicazioni negative per la SSL derivino da analisi statistiche condotte su campioni europei più ampi e rappresentativi, che dimostrano inequivocabilmente che un uso più esteso dell’ALMA aumenta la probabilità di rischi psicosociali.

In particolare, le indagini condotte dall’EU-OSHA hanno raccolto dati essenziali, che sono stati utilizzati per corroborare questa associazione. Già nel 2019, in occasione della terza analisi statistica multivariata ESENER, basata sulle risposte di datori di lavoro, dirigenti o personale responsabile della SSL di oltre 45000 imprese in 33 paesi europei, veniva confermato in modo pionieristico che l’uso di tecnologie per la gestione (ad esempio, il monitoraggio e la determinazione del ritmo o del contenuto del lavoro) aumenta la probabilità di rischi psicosociali, misurata da un indice che includeva le eccessive esigenze lavorative (pressione temporale e lunghi orari di lavoro) e anche le scarse risorse dei lavoratori (scarsa comunicazione o paura di perdere il lavoro).

L’attuale ricerca EU-OSHA sui rischi psicosociali e la salute mentale

Sulla base delle precedenti attività sui rischi psicosociali, l’EU-OSHA sta conducendo un progetto di ricerca (2022-2025) per fornire informazioni affidabili e approfondite sui rischi psicosociali lavoro-correlati e sulla salute mentale sul luogo di lavoro per la politica, la prevenzione, la sensibilizzazione e la pratica professionale.

Il direttore esecutivo dell’EU-OSHA, William Cockburn, ha dichiarato: «Il 25 % delle organizzazioni non è ancora in grado di riconoscere la presenza di rischi psicosociali, il che evidenzia una carenza significativa nell’affrontare questi importanti problemi. Ciò sottolinea l’importanza della nostra prossima campagna “Ambienti di lavoro sani e sicuri”, che sarà varata nel 2026 e si focalizzerà su come affrontare l’impatto dei rischi psicosociali sul lavoro e sulla salute mentale dei lavoratori.»

In questa ottica, la prossima campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2026-2028 “Insieme per la salute mentale sul lavoro” affronterà la questione di come i fattori di rischio psicosociali influenzino la salute mentale dei lavoratori, includendo gruppi, settori e aree professionali nuovi e finora trascurati.

Campagna Ambienti di lavoro sani e sicuri 2026-2028: le aree prioritarie

La campagna 2026-2028 intende sensibilizzare l’opinione pubblica sull’importanza e sui costi dei rischi psicosociali, promuovendo procedure di valutazione e gestione dei rischi adeguate. Mira inoltre ad evidenziare gli impatti positivi di una buona salute mentale sui lavoratori, sulle aziende e sulla società, incoraggiando al contempo la cooperazione tra tutte le parti interessate, concentrandosi su cinque aree prioritarie:

  • Valutazione e gestione dei rischi psicosociali;
  • Lavorare con problemi di salute mentale;
  • Rischi fisici e salute mentale;
  • Rischi psicosociali nel settore dell’assistenza sanitaria e sociale;
  • Molestie, violenza e molestie sessuali.

I compiti della ricerca comprenderanno rassegne della letteratura, raccolta e analisi di dati, individuazione delle migliori pratiche, studi di casi, strumenti pratici e materiali per la sensibilizzazione.

Tutelare i lavoratori con pratiche evidence based

Questa è la strada da percorrere – in ogni attività o settore produttivo – e abbiamo bisogno di informazioni sulla prevalenza e sui costi dei rischi psicosociali lavoro-correlati in Italia e in tutta Europa, affinché i responsabili politici a livello nazionale ed europeo possano indirizzare meglio i loro strumenti e le loro azioni.

Le evidenze sinora prodotte sottolineano che, in alcuni settori, i rischi psicosociali lavoro-correlati sono particolarmente preoccupanti, e ancora oggi, per alcuni gruppi professionali che potrebbero trovarsi di fronte a problemi specifici, l’attenzione è ridotta o nulla.

La ricerca in questo ambito produrrà ulteriori evidenze – oltre a quanto già disponibile in letteratura – riguardo l’impatto dei rischi psicosociali su determinati settori e occupazioni, con l’auspicio che vengano applicate efficaci pratiche di prevenzione riguardanti ad esempio i “gruppi vulnerabili”, come i lavoratori dei settori dell’edilizia e dell’agricoltura, e quelli a basso status socioeconomico.

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Responsabile Comunicazione per UNPISI – https://unpisi.it/

Maurizio Martinelli

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