Sicurezza di ponti e viadotti: al via il Consorzio FABRE!

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Torniamo a parlare di viadotti e ponti: dopo la previsione del DL Semplificazioni che introduce l’omogeneità della classificazione e gestione del rischio, della valutazione della sicurezza e del monitoraggio dei viadotti e delle gallerie esistenti, nasce ora una “alleanza” tecnico-scientifica tra ENEA ed i Politecnici di Torino e Milano e le Università di Pisa, Padova, Perugia, Camerino, Messina e della Campania, riuniti nel Consorzio FABRE che metterà in campo gli esperti più qualificati e le tecnologie più avanzate per monitorare e valutare lo stato di salute delle infrastrutture stradali del nostro paese e per promuovere e coordinare le attività che riguardano la classificazione del rischio strutturale e ambientale.
ENEA si avvarrà anche delle competenze e delle tecnologie ingegneristiche e informatiche di EISAC.it, il primo centro in Italia e in Europa per la protezione delle infrastrutture strategiche, nato dalla collaborazione dell’Agenzia con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV).

Qual è l’obiettivo del Consorzio FABRE?

“Come le persone, anche le infrastrutture hanno bisogno di check-up programmati, specie se si tiene conto che gran parte del patrimonio stradale italiano ha oltre 50 anni. Il consorzio Fabre potrà coordinare e valorizzare al massimo le competenze presenti nelle università e nei centri di ricerca italiani e trasferire i risultati della ricerca scientifica e tecnologica agli enti pubblici e privati che gestiscono queste infrastrutture e alle comunità professionali, con l’obiettivo primario della prevenzione”, riporta Paolo Clemente, dirigente di ricerca ENEA, che ha rappresentato l’Agenzia alla cerimonia di firma di costituzione del consorzio presso l’Università di Pisa.

Di cosa si occuperà il Consorzio FABRE?

In particolare, i consorziati valuteranno i vari rischi (statico, fondazionale, sismico e idrogeologico) e promuoveranno la verifica, il controllo e il monitoraggio delle infrastrutture, oltre allo sviluppo e all’utilizzo di tecniche innovative negli interventi di riparazione e miglioramento di ponti, viadotti e altre strutture esistenti.
“Il nome ‘Fabre’ sta a indicare che la questione sicurezza va affrontata ‘ingegnosamente’, sia in fase progettuale delle nuove strutture, per la quale abbiamo tutte le conoscenze e gli strumenti per operare bene, sia nella valutazione e nel monitoraggio di quelle esistenti con sistemi tecnologici avanzati. In questo modo saremo in grado di individuare lo stato di salute delle opere stradali e, laddove possibile, intervenire prima che un eventuale danneggiamento raggiunga un grado di gravità tale da rendere molto costoso o addirittura impossibile il ripristino”, spiega Paolo Clemente.

Consorzio FABRE: quale ruolo per EISAC.it

EISAC.it fornirà strumenti tecnologici all’avanguardia (reti di sensori, analisi del rischio multi-hazard e sistemi di previsione meteo-climatica) e servizi avanzati (banche dati territoriali, analisi di dati satellitari, simulazioni di eventi naturali e dei loro impatti sui servizi e stress test delle infrastrutture) per monitorare le infrastrutture critiche stradali, come ponti e viadotti, e migliorare la loro resilienza, vale a dire la capacità di resistere a carichi ed eventi estremi e di ritornare rapidamente alle normali condizioni di funzionamento. Ma non solo. “ENEA, che ha aderito al consorzio Fabre grazie al forte impegno del presidente Federico Testa, metterà a disposizione anche un’infrastruttura di ricerca unica in Italia, come le tavole vibranti, indispensabili per sperimentare nuove tecnologie nel campo dell’ingegneria strutturale”, continua Clemente.

Redazione InSic

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