Dal Superbonus alle tecnologie a Idrogeno: Patuanelli illustra le prossime novità

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Il 29 settembre scorso il Ministro dello Sviluppo economico Patuanelli ha partecipato all’Assemblea pubblica di Confindustria all’Auditorium Parco della Musica ed ha espresso alcune considerazioni circa il rilancio del settore degli investimenti pubblici con immancabili riferimenti al Superbonus e ai temi della Sostenibilità, transizione energetica e tecnologie a idrogeno.
Quanto al Superbonus (sul quale abbiamo prodotto un ricco dossier di commento) – strumento di cui il Ministro non nasconde una orgogliosa paternità – si spiega che verrà prolungato oltre la sua attuale data di scadenza prevista a fine 2021, confermando la cedibilità dei crediti e scrivendo finalmente un testo organico, così da entrare stabilmente nel nostro ordinamento.
Sulla sostenibilità, Patuanelli ha accennato a strategie di lungo periodo e piani esecutivi basati su ricerca, efficienza e sostegno alla transizione dal fossile all’energia pulita. Non meno di 3 miliardi sulla tecnologia IPCEI Idrogeno, ha affermato poi il Ministro.

Abbiamo estratto dal discorso del Ministro pubblicato in integrale sul sito del MISE, alcune parti relative al mondo dell’edilizia costruttiva e dell’energia.

Superbonus: tre gli obiettivi

Secondo il Ministro il Superbonus ha tre principali finalità:
1. il rilancio produttivo di un settore e di una filiera centrale del nostro Paese, che nel corso degli anni ha pagato tutte le crisi economiche a caro prezzo e che coinvolge a cascata molti altri settori industriali collegati all’edilizia in modo indissolubile;
2. le riqualificazioni energetiche e antisismiche del nostro patrimonio residenziale privato, dando al contempo garanzia ai cittadini di poter accedere a quegli interventi senza esborso di denaro. Questo ne fa anche una misura sociale, che garantisce a tutti, a prescindere dalle fasce di reddito, di poter vivere in case efficienti e sicure;
3. il risparmio energetico dove il settore dell’edilizia partecipa in modo massiccio al raggiungimento di questi obiettivi di target di riduzione delle emissioni di CO2.

Sostenibilità, transizione energetica e idrogeno

Spiega il Ministro che: “la maggiore disponibilità di risorse ci offre oggi l’opportunità di elaborare soluzioni più sostenibili a fronte dell’innegabile cambiamento climatico e del grave inquinamento atmosferico. Abbiamo obiettivi sfidanti in termini di decarbonizzazione, anche grazie al PNIEC.
Ed ha poi elencato le situazioni di paradosso che vive il settore energetico:
“Le previsioni al 2040 ci parlano di un aumento della domanda di energia a livello mondiale pari al 27%, ma il nostro carbon budget per rimanere sotto i 2 gradi di aumento della temperatura globale, ossia la soglia di non ritorno, è di soli 16- 17 anni. Insomma nei prossimi anni occorre fornire molta più energia e contemporaneamente occorre inquinare molto meno.
Stiamo elaborando strategie di lungo periodo e piani esecutivi basati su ricerca, efficienza e sostegno alla transizione dal fossile all’energia pulita”
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Pautanelli: “Occorre una strategia diversificata a favore dell’efficienza energetica”.

Dobbiamo insistere sulle rinnovabili; investire su progetti sperimentali per ridurre le emissioni di carbonio in tutti i settori industriali, sia attraverso l’adozione di nuovi materiali e di nuovi processi produttivi sia attraverso nuovi prodotti a basso impatto ambientale. Bisogna investire in nuove fonti di energia come l’idrogeno, soprattutto verde, su cui registriamo un ritardo rispetto ai nostri competitor europei.
Non c’è più possibilità di scelta tra farlo e non farlo. Troppo spesso in passato abbiamo scelto di non scegliere, e la colpa è stata principalmente della politica. In questo momento siamo a un incrocio con il semaforo giallo, sull’idrogeno non possiamo non decidere.
Per questo il Governo ha scelto di essere in questa partita avendo tutte le prerogative e le intenzioni per giocare un ruolo centrale a livello mondiale.

Pautanelli: non meno di 3 miliardi sull’IPCEI Idrogeno

L’Italia è stato il primo Paese a credere nella sfida dell’idrogeno: oggi non dobbiamo perdere quella capacità di leadership maturata dai nostri ricercatori e da voi imprenditori. Uno studio presentato recentemente a Cernobbio ha mostrato che l’idrogeno è un acceleratore di ricchezza: si prevede che entro il 2050 il suo sviluppo potrebbe portare tra i 22 e i 37 miliardi di Euro di contributo al Pil e 540 mila nuovi posti di lavoro.
“Le sperimentazioni condotte mostrano che questo obiettivo è possibile. Ecco perché il Governo crede fortemente in questo percorso sul quale investiremo, tra la manovra di bilancio e il Recovery Plan, non meno di 3 miliardi sull’IPCEI Idrogeno”.
Per questo settore, possiamo fare dell’Italia l’hub del Mediterraneo. Credo che la scelta referendaria di uscire dai programmi nucleari abbia condotto il nostro Paese a fare degli investimenti importantissimi sul trasporto del gas. Abbiamo una infrastruttura che non può rimanere vuota se in futuro vogliamo abbandonare gli idrocarburi.
La creazione di ricchezza da parte dell’idrogeno è una ricchezza democratica. “Consentirà anche ai Paesi del Nord Africa una grande produzione di idrogeno e per questo motivo l’Italia può diventare il primo punto di approdo e quindi l’hub europeo della nuova fornitura di energia. Questo ci metterà in una condizione contraria a quella in cui siamo oggi, dove paghiamo un costo energetico superiore proprio per la nostra collocazione geografica. Credo che questo sia un canale che non possiamo perdere e non possiamo permetterci di perdere”.

Redazione InSic

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