Cantieri nel Lazio: i risultati di una indagine su appalti e infortuni

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In Italia a distanza di oltre 10 anni dalla emanazione del cd. Testo Unico di Salute e Sicurezza, il livello di controllo delle aziende è cresciuto progressivamente e si attesta oggi in media sul 5,8% di tutte le imprese.
Il Lazio non fa eccezione, con un livello recentemente fissato dalla Regione ad oltre il 5,8% Si deve ricordare – a tale proposito – che un livello di ispezioni del 5% è ritenuto il minimo per determinare la percezione del controllo da parte dell’utenza e quindi dei comportamenti corretti. Per i cantieri edili, il livello è però lievemente inferiore al 5% anche se si tratta del settore più esaminato perché più a rischio.
Nel 2018 è stata effettuata una verifica in due fasi, che sarà oggetto di approfondimento di seguito. La prima parte delle verifiche ha interessato la fase di predisposizione degli appalti; la seconda l’analisi degli infortuni nel settore.

In questo articolo:
La verifica in fase di conferimento dell’appalto
Il fenomeno infortunistico
Le violazioni alla normativa
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La verifica in fase di conferimento dell’appalto

Nella prima verifica, su 50 casi di controlli della documentazione pre-lavori, sono state evidenziate criticità che iniziavano nella fase precedente all’opera, con la predisposizione degli appalti.
Ad esempio, nel caso di appalto di sola esecuzione dei lavori da aggiudicarsi al prezzo più basso, si è rilevato esaminando i PSC, che gli oneri della sicurezza sono spesso erroneamente assoggettati a ribasso. Nell’esaminare altri appalti si è potuto osservare che nei computi metrici estimativi molte volte non sono distinti i costi dell’opera da quelli della sicurezza.
Molti controlli, effettuati su aziende che per lo più avevano indetto appalti pubblici, erano orientati a valutare situazioni di eventuale inadeguatezza. In diversi casi è stata evidenziata la non congruità tra quanto dichiarato e quanto riscontrato in fase di verifica; nella fase esecutiva del contratto si è infine notata una mancata verifica sulla corretta applicazione dei contratti, ovvero sugli oneri della sicurezza.
In definitiva si è visto quindi come siano importanti le questioni organizzative e di progettazione della sicurezza.
Una serie di fattori è stata analizzata anche mediante la somministrazione di una lista di controllo basata prevalentemente sull’analisi dei rischi. Gli argomenti affrontati nella check list erano orientati ad auna disamina approfondita delle condizioni di programmazione delle attività di prevenzione poste in essere da datore di lavoro ed appaltatore, incluso il DUVRI, la promozione del coordinamento, l’attuazione concreta degli interventi basilari di protezione, la responsabilità dell’imprenditore e/o appaltatore.

Il fenomeno infortunistico

In edilizia – per quanto concerne la sicurezza – l’attuale situazione infortunistica è caratterizzata da un trend in discesa degli infortuni, ma anche da un trend in salita degli infortuni mortali.
Nel caso in esame, è stata inserita nella valutazione di comparto anche una indagine sulla formazione, sviluppata in parallelo ad una analisi sulle cadute dall’alto nelle aziende edili dello stesso territorio, dal momento che gli incidenti sul lavoro rappresentano uno dei fenomeni più frequenti e più gravi in edilizia. È del resto convinzione diffusa, comune e corretta che in molti casi gli incidenti possano facilmente essere prevenuti con formazione, interventi di protezione ed attraverso una attenta e capillare progettazione in sicurezza durante l’approntamento dell’opera.
Gli infortuni, nella maggioranza dei casi, indicano una perdita di tenuta del sistema prevenzione e sono ritenuti un importante indicatore da considerare, allorché si valutino le condizioni generali di prevenzione, protezione e sicurezza nel settore.

Le violazioni alla normativa

L metodologia di lavoro ha incluso l’aspetto della vigilanza e la valutazione del verbale di contravvenzione e prescrizione, la visione dei Piani di Sicurezza, la redazione di una scheda e l’uso di una check list INAIL, per tutti i 72 cantieri controllati dalla ASL che aveva competenza sul territorio sud-est del comune di Roma.
Nello studio si è tenuto conto del fatto che l’adozione di misure collettive di prevenzione dovrebbe essere prioritaria, per quanto possibile, rispetto all’uso di DPI, proprio per il maggiore grado e per la più generalizzata tutela che contraddistingue gli interventi di protezione. Tuttavia, la non infrequente carenza anche nei DPI adottati fa ipotizzare, non solo una inadeguata «graduazione» degli interventi da adottare, ma anche generalizzate violazioni delle basilari norme di tutela.
In proposito, l’analisi dei dati ha permesso l’emersione delle criticità più ricorrenti nella progettazione della sicurezza e nella gestione dei rischi per i lavori in quota, soprattutto nel momento della scelta delle opere provvisionali, che spesso vengono erroneamente sostituite da misure di protezione individuali. Ha evidenziato, dunque, gli errori commessi più di frequente da figure come coordinatori, datori di lavoro, imprese affidatarie, preposti.
Nella fase di scelta dei mezzi di protezione è emerso che seppur vengano adoperati sistemi di protezione collettiva, essi nel 78% dei casi risultano inadeguati o incompleti.
L’esame dei cantieri ha evidenziato che nel 22% degli stessi erano presenti solo misure di sicurezza individuali per la caduta dall’alto. Risulta inoltre che i lavoratori siano stati sottoposti a formazione e addestramento (ove necessario) nel 90% dei casi.
È possibile notare come oltre la metà delle contestazioni riguardino: l’adeguatezza delle opere provvisionali e dei ponteggi, il trasporto di materiali, la viabilità, gli intavolati, i parapetti e generalmente l’inadeguatezza dei presidi elencati nell’allegato XVIII e XIX del D.Lgs. 81/2008.
È di particolare interesse il fatto che il controllo dei ponteggi metallici – svolto in modo attento secondo le rigide e schematiche fasi stabilite nell’allegato XIX per telai, correnti e diagonali, impalcati, prefabbricati, basette fisse e regolabili, montanti, traversi, tubi, giunti e scale – appare in taluni piccoli contesti edili, particolarmente scrupoloso, rispetto ai controlli generalisti ai quali gli imprenditori erano abituati in epoca pre-decreto. Tuttavia, l’indicazione normativa del 2008 è ormai patrimonio fondamentale per la corretta esecuzione di una efficace vigilanza.

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A.Messineo, M. Bauco, F. Canini, M. Massa, P. Mosca, B. Nichitut, C. Prestigiacomo
Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.3/2020

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