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Gli scarichi idrici: normativa e autorizzazioni per la tutela ambientale

Scarichi acque reflue

Scarichi acque reflue - Inquinamento

In questo articolo facciamo il punto sulla normativa in materia di scarichi idrici: i riferimenti al Testo unico Ambiente e alla disciplina UE delle acque, la definizione dello scarico idrico, le diverse tipologie e le autorizzazioni per tipologia.

Il testo è tratto dal volume di S.Sassone “Vademecum dell’Ambiente” (EPC Editore 2020)

Tutela delle acque: la normativa nazionale e europea

La disciplina degli scarichi idrici si inserisce in un complesso articolato di norme contenute nella parte III del D.lgs. n. 152/06 Norme in materia difesa del suolo e lotta alla desertificazione, di tutela delle acque dall’inquinamento e di gestione delle risorse idriche”, che racchiude un approccio integrato del legislatore alla tutela e gestione del patrimonio idrico in generale, compreso l’assetto idrogeologico.

Normativa sugli scarichi idrici

Per gli scarichi idrici la normativa di riferimento è quella del Testo unico Ambiente, “Autorizzazione agli scarichi di acque reflue” agli Artt. 124-127, nel capo II del titolo IV della sezione II della Parte terza del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (TUA).

Agli scarichi viene applicata la disciplina di cui alla parte III del TUA, escludendo da essa, ovvero dalla nozione sotto riportata, taluni rilasci di acque,

Scarichi idrici (le norme del d.lgs. 152/06)

La Parte terza del D.Lgs. 3 aprile 2006, n. 152 (TUA)

Cosa sono gli scarichi idrici?

Premesso che con il termine “rete fognaria” deve essere inteso, sostanzialmente, un sistema di canalizzazioni, generalmente sotterranee, per la raccolta e il convogliamento delle acque reflue domestiche, industriali ed urbane fino al recapito finale, le “acque di scarico” rappresentano l’insieme delle acque reflue provenienti da uno scarico.

Scarico idrico definizione

Lo “scarico” rappresenta una “qualsiasi immissione effettuata esclusivamente tramite un sistema stabile di collettamento che collega, senza soluzione di continuità, il ciclo di  produzione del refluo con il corpo ricettore acque superficiali, sul suolo, nel sottosuolo e in  rete fognaria, indipendentemente dalla loro natura inquinante, anche sottoposte a preventivo  trattamento di depurazione”.

Come si distinguono gli scarichi?

Si distinguono le seguenti tipologie di scarico:

Autorizzazioni scarichi idrici

L’effettuazione degli scarichi viene subordinata a:

Quali scarichi devono essere autorizzati?

Gli scarichi per essere effettuati, ovvero ottenere l’autorizzazione, devono rispettare gli obiettivi di qualità dei corpi idrici e non superare taluni “valori limite”, fissati in relazione alla quantità di sostanza inquinante massima accettabile presente al loro interno (riportati nell’allegato 5, parte III, TUA), ovvero:

Autorizzazioni in deroga per gli scarichi

Limiti differenti possono essere stabiliti mediante l’autorizzazione in deroga a quelli citati, con la quale possono altresì essere fissate idonee prescrizioni per i periodi di avviamento e di arresto e per l’eventualità di guasti nonché per gli ulteriori periodi transitori necessari per il ritorno alle condizioni di regime; ciò può essere svolto per uno scarico specifico:

Procedura autorizzazione scarichi

Salvo diversa disciplina regionale, la domanda di autorizzazione agli scarichi deve essere presentata ad una “Autorità competente”, che può consistere alternativamente in:

Il rilascio deve essere ultimato dall’Autorità competente entro 90 giorni dalla ricezione della richiesta, ed in merito alla durata, rimane opportuno precisare che:

La normativa regionale, relativa agli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, può prevedere forme di rinnovo tacito della medesima, in relazione a specifiche tipologie, qualora gli scarichi siano soggetti ad autorizzazione.

Scarichi delle acque reflue urbane – le autorizzazioni

Infine, per quanto riguarda l’approvazione dei progetti degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, le Regioni devono individuare le modalità di approvazione dei progetti degli impianti di trattamento delle acque reflue urbane, tenendo conto di:

Autorizzazione allo scarico acque reflue domestiche

Nel caso degli scarichi di acque reflue domestiche e di reti fognarie, indipendentemente dal fatto che siano servite o meno da idonei impianti di depurazione, sono le Regioni, in deroga ai criteri generali della disciplina, a poter stabilire un regime autorizzatorio particolare. L’autorizzazione agli scarichi di acque reflue domestiche in reti fognarie viene sempre ammessa, purché lo scarico avvenga nell’osservanza dei regolamenti fissati dal gestore del servizio idrico integrato ed approvati dall’Ente di governo dell’ambito (26), ovvero la forma di cooperazione tra Comuni e Province per l’organizzazione del servizio idrico integrato.

Quali sono gli scarichi industriali? Differenze con scarichi di acque reflue

Esistono alcune peculiarità che distinguono l’autorizzazione per gli scarichi delle acque reflue con quella relativa all’immissione delle acque reflue prodotte nel corso di un’attività industriale nei corpi recettori, riguardante nella fattispecie i dati trasmessi con la domanda, nella quale devono essere inclusi:

Scarichi sul suolo: quando è autorizzato?

In generale lo scarico sul suolo o negli strati superficiali del sottosuolo viene proibito, salvo le seguenti eccezioni:

Come gestire gli scarichi al suolo?

Al di fuori dei casi sopra citati, gli scarichi sul suolo esistenti devono essere alternativamente:

In caso di mancata ottemperanza agli obblighi indicati, l’autorizzazione allo scarico si considera, a tutti gli effetti, revocata. Resta comunque fermo il divieto assoluto di scarico sul suolo per talune sostanze, elencate al punto 2.1 dell’Allegato 5, parte III, TUA: composti organo alogenati e sostanze che possono dare origine a tali composti nell’ambiente idrico, composti organo fosforici, composti organostannici, sostanze che hanno potere cancerogeno, mutageno e teratogeno in ambiente idrico o in concorso dello stesso, ecc.

Autorizzazioni per Scarichi di acque reflue industriali in acque superficiali

Gli scarichi di acque reflue industriali in acque superficiali in funzione del perseguimento degli obiettivi di qualità devono rispettare i valori limite di emissione di cui all’Allegato 5, parte III, TUA.

Trattamento dello scarico di acque reflue urbane

Analogamente devono essere sottoposti ad un trattamento appropriato, ed anche ad un trattamento secondario o ad un trattamento equivalente gli scarichi di acque reflue urbane che:

Spetta alle Regioni il compito di disciplinare gli scarichi di reti fognarie provenienti da agglomerati a forte fluttuazione stagionale degli abitanti, tenuto conto delle prescrizioni sopra riportate, e fermo restando il conseguimento degli obiettivi di qualità.

Scarichi delle acque reflue urbane in corpi idrici ricadenti in aree sensibili

Tenendo conto dei criteri generali relativi all’autorizzazione allo scarico, le acque reflue urbane provenienti da agglomerati con oltre 10.000 abitanti equivalenti, che scaricano in acque recipienti individuate quali aree sensibili, devono essere sottoposte ad un trattamento più spinto di quello indicato al precedente paragrafo, secondo i requisiti specifici indicati nel citato Allegato 5.

Scarichi in reti fognarie: quando è autorizzato?

Scarico di rifiuti in fognatura: quando è ammesso?

Non viene ammesso lo smaltimento dei rifiuti, anche se triturati, in fognatura, ad eccezione di quelli organici provenienti dagli scarti dell’alimentazione trattati con apparecchi dissipatori di rifiuti alimentari che ne riducano la massa in particelle sottili, purché sia stato fatto l’accertamento dell’esistenza di un sistema di depurazione da parte dell’Ente gestore del servizio idrico integrato, che assicura adeguata informazione al pubblico anche in merito alla planimetria delle zone servite da tali sistemi.

Spetta alle Regioni, una volta sentite le Province, stabilire norme integrative per il controllo degli scarichi degli insediamenti civili e produttivi allacciati alle pubbliche fognature, per la funzionalità degli impianti di pretrattamento e per il rispetto dei limiti e delle prescrizioni previsti dalle relative autorizzazioni.

Sempre le Regioni disciplinano le modalità di autorizzazione provvisoria necessaria all’avvio dell’impianto anche in caso di realizzazione per lotti funzionali.

Scarichi delle acque industriali – le autorizzazioni

L’autorizzazione relativa all’immissione delle acque reflue prodotte nel corso di un’attività industriale nei corpi recettori prevede una domanda con specifici dati da trasmettere:

Controllo degli scarichi

L’Autorità competente (Autorità) effettua il controllo degli scarichi sulla base di un programma
che assicuri un periodico, diffuso, effettivo ed imparziale sistema di controlli: i punti dove vengono effettuati, ad eccezione di quelli domestici o ad essi assimilati, devono essere predisposti per permettere l’accesso per controlli da parte della stessa Autorità.

L’Autorità può effettuare le ispezioni, i controlli e i prelievi qualora necessari all’accertamento di:

Il titolare dello scarico è tenuto a fornire le informazioni richieste e a consentire l’accesso
ai luoghi dai quali origina lo scarico.

Sanzioni per inosservanza delle autorizzazioni allo scarico idrico

Nel caso di inosservanza delle prescrizioni della autorizzazione allo scarico, fermo restando la disciplina sanzionatoria prevista dal Testo Unico Ambientale (di cui agli artt. 137-140 del TUA per le sanzioni penali, e gli articoli dal 133 al 136 per le sanzioni amministrative) l’Autorità procede alla diffida (stabilendo un termine entro il quale devono essere eliminate le inosservanze), cui si aggiunge, secondo la gravità dell’infrazione, una ulteriore sanzione qualora si verifichino le condizioni indicate nella tabella sottostante.

InSic suggerisce fra i libri di EPC Editore in materia di tutela dell’ambiente ed energia

Vademecum dell’ambiente
Sassone Stefano
Libro
Edizione: maggio 2020 (IV ed.)

Testo Unico Ambiente: corso di formazione sulla normativa ambientale aggiornata

Il Testo Unico Ambientale (TUA) dopo i decreti correttivi
24 Crediti formativi (CFP) CNI
INFORMA- Roma

Prof. Ing. Francesco LOMBARDI
Professore Associato di Ingegneria Sanitaria Ambientale Università di Roma Tor Vergata; Docente di impianti trattamento rifiuti e gestione degli Impianti Sanitari Ambientali

Dott. Andrea PEGAZZANO
Esperto tutela ambientale, Autorità di Bacino del Fiume Po

Magistrato del Tribunale, esperto nelle tematiche trattate

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

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