Contagi da COVID-19 in Italia: i dati aggiornati al 2022

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Periodicamente INAIL realizza un aggiornamento sul numero dei contagi da COVID-19 sul lavoro denunciati.
In questa pagina riportiamo i dati dei Report INAIL più significativi sull’andamento della pandemia sugli infortuni sul lavoro denunciati all’Istituto.

Contagi da COVID-19 SUL LAVORO: i dati del Rapporto INAIL al 30 giugno 2022

Il 28esimo report elaborato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto riporta i dati sulle infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno. Vediamo i dati salienti rimandando all’analisi completa sul sito INAIL.

  • Denunce di infezione da Covid: 81mila contagi
  • Infezioni Covid-19 di origine professionale: dall’inizio della pandemia alla data dello scorso 30 giugno sono 278.431
  • Morti per Covid-19 da causa professionale: 877

INAIL segnala che

  • le oltre 27mila infezioni denunciate al 30 giugno 2021 sono pari a circa un quinto del totale delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dal gennaio 2020 e con un’incidenza dell’1,5% rispetto al complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità alla stessa data.
  • Denunce: boom a maggio 2022: il 30 aprile 2022 le denunce erano 260.750 a partire dal quale il report della Csa viene pubblicato con cadenza bimestrale.
    I casi in più sono 17.681 (+6,8%), di cui 4.124 riferiti a giugno, 5.847 a maggio, 4.620 ad aprile, 1.107 a marzo, 514 a febbraio e 1.021 a gennaio 2022, mentre gli altri 448 casi sono per il 76,6% riferiti al 2021 e il restante 23,4% al 2020.
  • Contagi record: con 80.994 contagi il primo semestre 2022 pesa al momento per il 29,1% sul totale delle infezioni denunciate: nei primi tre mesi di quest’anno, in particolare, si sono superati i casi registrati nell’intero 2021.
    Il 2020, con 148.900 infezioni, raccoglie il 53,5% di tutti i casi denunciati fino al 30 giugno 2022, con il mese di novembre al primo posto con 40.823 contagi, seguito da marzo con 28.698. Il 2021, con 48.537 denunce, rappresenta invece il 17,4% del totale dei contagi, con gennaio al primo posto (14.820 casi) e dicembre al secondo (9.278).
  • Calo dei decessi per infortunio professionale da covid-19: tra gennaio e giugno di quest’anno sono stati denunciati 11 decessi, pari all’1,3% degli 877 casi mortali segnalati dall’inizio della pandemia. Rispetto agli 858 rilevati alla fine di aprile, i decessi sono 19 in più, di cui cinque avvenuti nel 2022, 10 nel 2021 e quattro nel 2020.
Quanti sono i casi di infortunio mortale da Covid-19 da inizio pandemia?

Con 580 casi mortali da Covid-19, il 2020 raccoglie il 66,1% di tutti i decessi da contagio denunciati fino allo scorso 30 giugno, con aprile (195 casi mortali) e marzo (145) ai primi due posti. Il 2021, con 286 decessi, pesa invece per il 32,6% sul totale.

Morti “professionali” da Covid-19: qual è l’età media?

L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nell’ultimo mese di rilevazione è salita a 47 anni. Il 41,4% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni, seguita dalle fasce 35-49 anni (36,5%), under 35 anni (20,1%) e over 64 anni (2,0%).

Morti “professionali” da Covid-19: quanti sono i contagi e le morti al maschile e al femminile?

Il 68,3% dei contagiati sono donne. A morire sono soprattutto gli uomini (82,9%).

Contagi da Covid-19: il dato a livello regionale

In giugno più casi in provincia di Roma. L’analisi territoriale evidenzia una distribuzione delle denunce del 40,7% nel Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 23,8%), del 22,2% nel Nord-Est (Veneto 10,7%), del 16,7% al Centro (Lazio 8,0%), del 14,3% al Sud (Campania 7,0%) e del 6,1% nelle Isole (Sicilia 4,3%). Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (9,7%), Torino (6,5%), Roma (6,4%), Napoli (4,4%), Genova (3,0%), Brescia (2,9%), Verona e Venezia (2,2% ciascuna), Varese, Treviso e Firenze (2,0% ciascuna), Vicenza, Bologna e Monza e Brianza (1,9% ciascuna). Concentrando l’attenzione sui contagi avvenuti nel giugno di quest’anno, la provincia che ne registra il maggior numero è quella di Roma, con il 13,4% del totale, seguita da Milano, Genova, Torino, Brescia, Napoli, Monza e Brianza, Palermo, Latina, Reggio Calabria, Salerno, Cuneo e Treviso. Le province che hanno registrato gli incrementi percentuali maggiori rispetto al monitoraggio di fine aprile, non per contagi avvenuti nell’ultimo bimestre ma per il consolidamento dei dati in mesi precedenti, sono invece quelle di Salerno, Latina, Messina, Isernia, Imperia, Chieti, Caserta e Cagliari.

Contagi e Morti da Covid-19: quali sono i dati per sanità e assistenza sociale?

Il 63,3% delle denunce da Covid-19 e il 21,5% dei casi mortali rientrano nel settore della sanità e assistenza sociale (ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili…).
La sanità e assistenza sociale ha avuto riduzioni tra febbraio e giugno 2021, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno, proseguiti e addirittura amplificati nel primo semestre 2022, in cui sono stati registrati livelli di incidenza molto vicini a quelli osservati nei periodi più acuti della pandemia.

Contagi e Morti da Covid-19: qual è l’incidenza nei comparti produttivi?

Per altri comparti produttivi come quello del trasporto e magazzinaggio, al terzo posto per numero di contagi (7,8% del totale) e al secondo per decessi (15,3%), nel corso del 2021, ma anche tra gennaio e giugno di quest’anno, sono state rilevate incidenze di infezioni di origine professionale maggiori rispetto al 2020. Nel caso del trasporto e magazzinaggio, inoltre, a gennaio 2022 è stato raggiunto anche il numero più alto di denunce da inizio pandemia (quasi 3.700), in flessione poi a partire da febbraio fino ai 343 casi di giugno.

Contagi e Morti da Covid-19: quali professioni sono più colpite

La categoria professionale più colpita è quella dei tecnici della salute, con il 37,6% delle denunce, l’82,3% delle quali relative a infermieri, e il 9,1% dei casi mortali (due terzi infermieri). Le altre professioni più coinvolte sono quelle degli operatori socio-sanitari (16,3%), dei medici (9,4%, oltre un terzo internisti e generici), degli operatori socio-assistenziali e degli impiegati amministrativi (5,6% per entrambe), e del personale non qualificato nei servizi sanitari, che comprende ausiliari, portantini e barellieri (4,4%).
Altre professioni, con la ripresa delle attività, hanno visto aumentare l’incidenza dei casi di contagio rispetto al 2020. È il caso, per esempio, degli impiegati addetti alla segreteria e agli affari generali, degli impiegati addetti al controllo di documenti e allo smistamento e recapito della posta, degli insegnanti di scuola primaria e degli impiegati addetti agli sportelli e ai movimenti di denaro.

Contagi da COVID-19 SUL LAVORO: i dati del 24° Rapporto INAIL 2022

Sul sito INAIL è online il 24esimo Report sugli Infortuni nazionali da COVID curato dalla Consulenza statistico attuariale dell’Istituto insieme alla versione aggiornata delle schede di approfondimento regionali.

Le infezioni di origine professionale segnalate dall’inizio della pandemia sono 211.390, in aumento del 10,6% rispetto a dicembre. I decessi sono 823, 12 in più rispetto all’ultimo monitoraggio ma tutti avvenuti nei mesi precedenti

Le 16.779 infezioni di origine professionale segnalate in gennaio rappresentano il dato più alto registrato dal 2020, dice l’Istituto. Gennaio 2022 infatti si colloca, per numero di contagi denunciati, dopo novembre, marzo, dicembre, ottobre e aprile del 2020 e prima di tutti i mesi del 2021.

I dati dei contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’INAIL al 31 gennaio 2022

I contagi sul lavoro da Covid-19 denunciati all’Inail alla data del 31 gennaio sono 20.344 in più rispetto al monitoraggio di fine 2021 (+10,6%),

  • 16.779 riferiti al primo mese del 2022,
  • 3.169 a dicembre,
  • 170 a novembre
  • 38 a ottobre scorsi,
  • i restanti 188 casi distribuiti tra il 2020 e gli altri mesi del 2021.
Quante sono le denunce di infortunio sul lavoro da COVID-19 DALL’INIZIO PANDEMIA (2020)?

Le denunce di infortunio sul lavoro da Covid-19 pervenute all’Inail dall’inizio della pandemia sono 211.390, pari a oltre un sesto del totale degli infortuni denunciati da gennaio 2020 e all’1,9% del complesso dei contagiati nazionali comunicati dall’Istituto superiore di sanità alla stessa data.

Quante sono le infezioni da COVID-19 nel 2020 rispetto al totale?

Il 2020, con 148.565 casi, raccoglie il 70,3% di tutte le infezioni di origine professionale segnalate all’Istituto fino al 31 gennaio 2022.

Quante sono le infezioni da COVID-19 nel 2021 rispetto al totale?

Il 2021, con 46.046 contagi denunciati, pesa invece per il 21,8% sul totale.

Quante sono le morti per COVID-19 nel 2022

I contagi sul lavoro con esito mortale rilevati alla data dello scorso 31 gennaio sono 823, pari a un quarto del totale dei decessi denunciati da gennaio 2020, con un’incidenza dello 0,6% rispetto al complesso dei deceduti nazionali da Covid-19 comunicati dall’Iss alla stessa data.

Quali sono le regioni più colpite dal COVID-19 sui luoghi di lavoro?

Le denunce pervenute riguardano nel 43,0% dei casi il Nord-Ovest (prima la Lombardia con il 25,6%), del 23,5% al Nord-Est (Veneto 10,2%), al 15,5% al Centro (Lazio 6,9%), al 12,9% al Sud (Campania 6,0%) e per il 5,1% nelle Isole (Sicilia 3,6%).
Le province con il maggior numero di contagi da inizio pandemia sono quelle di Milano (10,2%), Torino (6,9%), Roma (5,5%), Napoli (4,0%), Brescia (2,6%), Genova (2,5%), Varese e Verona (2,4% ciascuna), Bologna (2,2%), Firenze e Monza Brianza (entrambe con il 2,0%). Milano è anche la provincia che registra il maggior numero di infezioni denunciate nell’ultimo mese, seguita da Torino, Roma, Brescia, Genova, Monza e Brianza, Napoli, Venezia e Firenze.
Le province che hanno registrato gli incrementi percentuali maggiori rispetto al monitoraggio precedente, non per contagi avvenuti solo in gennaio ma per il consolidamento dei dati in mesi precedenti, sono però quelle di Teramo (+28,9%), Lucca (+22,0%), Ragusa (+20,3%), Cagliari (+20,0%), Siracusa (+19,8%), Monza e Brianza (+19,8%), Latina (+19,5%), Imperia (+18,6%) e Trapani (+18,3%).

Infezione da COVID-19: colpisce più i lavoratori o le lavoratrici?

La maggioranza delle infezioni di origine professionale riguarda le donne. La quota delle lavoratrici contagiate sul totale dei casi denunciati, infatti, è pari al 68,3%.

Qual è l’età media dei contagiati da COVID-19?

L’età media dei contagiati dall’inizio della pandemia è di 46 anni per entrambi i sessi, ma nel solo mese di gennaio 2022 è scesa a 44 anni e mezzo. Il 41,7% del totale delle denunce riguarda la classe 50-64 anni.

Contagi da COVID-19 di lavoratori italiani e di altra nazionalità

Gli italiani sono l’87,0% dei contagiati, mentre il restante 13,0% delle denunce riguarda lavoratori stranieri, in particolare rumeni (21,0% dei contagiati stranieri), peruviani (12,6%), albanesi (8,1%), moldavi (4,5%), ecuadoriani (4,1%) e svizzeri (4,0%).

Quali settori sono maggiormente colpiti dalle infezioni da COVID-19?

La sanità e assistenza sociale registra il 63,9% delle denunce codificate in costante discesa nel primo semestre del 2021, registrando il suo livello minimo nel mese di giugno con 61 casi (erano più di 400 a giugno 2020) e tornando poi a crescere nella seconda parte dell’anno, con oltre duemila infortuni a dicembre e cinquemila a gennaio 2022.

Infezioni in sanità e assistenza sociale?

Il comparto, spiega INAIL ha avuto riduzioni nel numero delle denunce tra febbraio e giugno 2021, per poi mostrare segnali di ripresa nel secondo semestre dell’anno, proseguiti anche a gennaio 2022. Altri comparti produttivi hanno invece registrato nel corso del 2021, ma anche a gennaio di quest’anno, incidenze di contagi professionali maggiori rispetto al 2020. È il caso, per esempio, del trasporto e magazzinaggio, che nel primo mese del 2022 ha raggiunto anche il numero più elevato di denunce da inizio pandemia.

Report INAIL 2020: i dati aggiornati al 30 giugno 2020

Nel primo Rapporto completo sull’andamento della pandemia sul mondo del lavoro, si registra come i contagi, alla data del 31 maggio erano 47.022, 3.623 in più rispetto al monitoraggio precedente del 15 maggio.
Ammontavano a quasi 50mila i contagi sul lavoro denunciati all’Inail: 965 in più rispetto al monitoraggio precedente. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nel Nord-Ovest (58,3%), con un’età media dei deceduti di 59 anni.
Circa il 99% delle denunce riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 600.
La categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus (40,6%), seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%).
Di seguito tutti i dati INAIL che riporta anche le singole schede regionali.

Contagi COVID-19: dati INAIL. Al 30 giugno 49.986, 965 contagi denunciati

I contagi sul lavoro da nuovo Coronavirus rilevati dall’Inail alla data del 30 giugno sono 49.986, 965 in più rispetto al monitoraggio del 15 giugno e pari a circa un quinto delle denunce di infortunio pervenute all’Istituto dall’inizio dell’anno. I casi mortali sono 252 (+16), concentrati soprattutto tra gli uomini (82,5%) e nelle fasce 50-64 anni (69,8%) e over 64 anni (19,5%), con un’età media dei deceduti di 59 anni. Prendendo in considerazione il totale delle infezioni di origine professionale segnalate all’Inail, il rapporto tra i generi si inverte – il 71,6% dei lavoratori contagiati sono donne – e l’età media scende a 47 anni.

Contagi COVID-19- ANALISI TERRITORIALE 2020

Dall’analisi territoriale emerge che più di otto denunce su 10 sono concentrate nell’Italia settentrionale: il 56,2% nel Nord-Ovest e il 24,2% nel Nord-Est, seguiti da Centro (11,8%), Sud (5,7%) e Isole (2,1%). Concentrando l’attenzione sui contagi con esito mortale, la percentuale del Nord-Ovest rispetto al totale sale al 58,3%, mentre il Sud, con il 15,1% dei decessi, precede il Nord-Est (13,1%), il Centro (11,9%) e le Isole (1,6%). La Lombardia è la regione più colpita, con oltre un terzo dei casi denunciati (36,1%) e il 44,8% dei decessi. Nel dettaglio, il 30,2% dei 18.032 contagi sul lavoro denunciati nel territorio lombardo riguardano la provincia di Milano, ma con 32 decessi la provincia di Bergamo conferma il primato negativo per i casi mortali, seguita da Milano (22), Brescia (20) e Cremona (16).

Contagi COVID-19- COMPARTI INTERESSATI nel 2020

Circa il 99% delle denunce riguarda la gestione assicurativa dell’Industria e servizi, mentre i casi registrati in Agricoltura, nella Navigazione e nella gestione per Conto dello Stato sono circa 600. Rispetto alle attività produttive, il 72,1% del complesso delle infezioni denunciate e il 26,1% dei casi mortali si concentra nel settore della Sanità e assistenza sociale (che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche, policlinici universitari, residenze per anziani e disabili), che insieme al settore degli organismi pubblici preposti alla sanità (Asl) porta all’81,2% la quota dei contagi e al 36,6% quella dei decessi avvenuti in ambito sanitario. Seguono i servizi di vigilanza, pulizia, call center, il settore manifatturiero (addetti alla lavorazione di prodotti chimici, farmaceutici, alimentari), le attività di alloggio e ristorazione, il commercio e il trasporto e magazzinaggio.

Contagi COVID-19- PROFESSIONI INTERESSATE: i dati 2020

Con il 40,6% dei contagi denunciati, oltre l’83% dei quali relativi a infermieri, la categoria professionale dei tecnici della salute si conferma la più colpita dal virus, seguita dagli operatori socio-sanitari (21,3%), dai medici (10,5%), dagli operatori socio-assistenziali (8,7%) e dal personale non qualificato nei servizi sanitari, come ausiliari, portantini e barellieri (4,7%). L’analisi dei decessi rivela come circa il 40% riguardi personale sanitario e socio-assistenziale. Nel dettaglio, l’11,8% dei casi mortali codificati riguarda i tecnici della salute (il 63% sono infermieri), seguiti dai medici (9,3%), dagli operatori socio-sanitari (8,1%), dagli operatori socio-assistenziali e dal personale non qualificato nei servizi sanitari (4,3% per entrambe le categorie).

Redazione InSic

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