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Stato delle Infrazioni: 16 cause aperte

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Si attesta a 68 il numero delle procedure di infrazione a carico dell’Italia. È quanto emerge a seguito dell’ultimo aggiornamento diffuso dalla Commissione europea l’8 novembre scorso, che ha stabilito l’archiviazione di una procedura e quattro nuove costituzioni in mora.
La grande maggioranza dei casi (56, l’88 per cento) riguardano violazioni del diritto dell’Unione Europea, 8 invece i casi di mancato recepimento di direttive.
Sulla banca dati EUR-Infra l’elenco delle procedure aperte.
Vediamo in particolare, lo stato delle procedure europee in materia di ambiente, che salgono da 14 a 16 infrazioni.

In base ai dati diffusi l’8 novembre dalla Commissione, le cause ambientali ancora aperte risultano 16; erano 14 in base ai dati diffusi nel luglio 2018.
Fra le nuove costituzioni in mora (ai sensi dell’art. 258 TFUE), segnaliamo la causa 2018/2249 – “Monitoraggio della qualità delle acque, designazione delle zone vulnerabili ai nitrati e contenuto dei programmi d’azione”, per violazione del diritto dell’UE, e la Causa 2018_0190 per “Mancato recepimento della direttiva 2017/2096 della Commissione, del 15 novembre 2017, recante modifica dell’allegato II della direttiva 2000/53/CE del Parlamento europeo e del Consiglio relativa ai veicoli fuori uso”.

Nell’informativa sulle infrazioni prodotta dalla Commissione Europea, Bruxelles esorta l’Italia (ma anche la Spagna) a conformarsi alle norme dell’UE sulla protezione delle acque dai nitrati provenienti da fonti agricole. Al centro della disciplina sui nitrati c’è la direttiva 91/676/CE del Consiglio che intende ridurre l’inquinamento idrico causato o indotto da questi composti attraverso diverse azioni e misure che gli Stati membri devono elaborare e attuare, tra cui il monitoraggio delle acque, la designazione delle zone vulnerabili ai nitrati e l’istituzione di codici di buone pratiche agricole e programmi d’azione. Secondo la Commissione, l’Italia non avrebbe designato le zone vulnerabili ai nitrati, non avrebbe monitorato le proprie acque e non ha adottato misure supplementari in una serie di regioni interessate dall’inquinamento da nitrati (mentre la Spagna non avrebbe monitorato efficacemente le proprie acque).
Partite le lettere di costituzione in mora anche per la Spagna, ora decorrono due mesi di tempo sia per l’Italia che per la Spagna per preparare una risposta adeguata, in caso contrario, la Commissione potrà decidere di inviare un parere motivato.

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Redazione InSic

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