Quesito: fotocopiatrici e analisi del rischio esposizione a polveri

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Un quesito pervenuto alla rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro n.1/2013, e pubblicato nella rubrica “L’Esperto risponde”, ha riguardato l’analisi del rischio esposizione dalle polveri delle fotocopiatrici.

Il quesito proposto al nostro Esperto riguarda il caso di un open space di un’azienda in cui vi sono due fotocopiatrici multifunzioni di ultima generazione. Alcuni dipendenti vorrebbero mettere su queste macchine dei filtri esterni aggiuntivi per limitare ulteriormente il rilascio di polveri sottili. Posta la domanda ai tecnici della Casa Produttrice delle macchine la risposta è stata la seguente: “Per la casa madre, i filtri esterni sono sconsigliati, in quanto le tutte le apparecchiature sono già dotate di filtri interni; questi durante le manutenzioni vengono regolarmente controllati e sostituiti. L’utilizzo di filtri esterni è inoltre sconsigliato in quanto, ostruendo in parte il flusso della presa d’aria, possono creare problemi di surriscaldamento con rischio di danneggiamento delle schede integrate”.Per condurre una corretta analisi del rischio, ci sono delle normative di riferimento a questo proposito sui tempi d’esposizione o sulle distanze che queste macchine devono avere dalle scrivanie? Il fatto che l’ambiente di lavoro sia climatizzato con la possibilità di aprire le finestre e con ricambio d’aria incide? Il fatto che il toner non sia considerato un rifiuto pericoloso è un buon argomento?

Secondo il nostro Esperto le indicazioni fornite dal Costruttore possono essere corrette. Comunque è consigliabile una approfondita valutazione dei rischi per il rilascio di micro concentrazioni di povere (anche di carta sulla quale possono adsorbirsi solventi e coloranti) mediante campionatori personali (o ambientali in sede prossima alle macchine a seconda delle condizioni e circostanze di lavoro) tenendo anche conto delle norme di buona tecnica relative al condizionamento di determinati ambienti (NORME ASHRAE o UNI ove applicabili) che dovranno, nel caso, essere applicate.Indicazioni adeguate possono essere costituite anche dalle certificazioni dei costruttori in ordine alle emissioni a regime e dalle valutazioni del volume della attività, del numero delle copie/ora prodotte, della tipologia dei toner, delle dimensioni dei locali, del numero degli addetti che possono essere applicati alla specifica attività anche temporaneamente.Le macchine, in ogni caso, dovrebbero essere posizionate in zone ove non operino stabilmente impiegati anche a causa del possibile effetto disturbante degli odori emessi anche a bassa concentrazione. In ordine alle fotocopiatrici (non di ultimissima generazione però) esistono talune limitate indicazioni giurisprudenziali che osterebbero alla loro presenza in seminterrati proprio per la possibile insalubrità delle attività correlate, allorché si operi con continuità e in difetto di adeguati ricambi d’aria o sistemi di aspirazione.

Per proporre il vostro quesito scrivere a amsl@epcperiodici.it.Il servizio è disponibile per utenti abbonati alla Rivista Ambiente&Sicurezza sul Lavoro.Per maggiori informazioni sulla Rivista, clicca qui.

Una squadra di professionisti editoriali ed esperti nelle tematiche della salute e sicurezza sul lavoro, prevenzione incendi, tutela dell’ambiente, edilizia, security e privacy. Da oltre 20 anni alla guida del canale di informazione online di EPC Editore

Redazione InSic

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